Io & George, su Rai 3 madre e figlio on the road oltre la disabilità
La scrittrice Simonetta Agnello Hornby e suo figlio George in giro per l’Italia, con(tro) la sclerosi multipla.
UPDATE 20 novembre 2015: Prevista per questa sera alle 23.05 la messa in onda della prima puntata della docuserie, slittata la scorsa settimana per far spazio agli Speciali Tg3 in diretta.
UPDATE: Il programma non è andato in onda per lasciar spazio alle edizioni straordinarie del Tg3 a seguito degli attentati di Parigi.
Da Mosè a Londra, passando per lo Stivale: questo il percorso di Io & George, docuserie in sei parti che debutta questa sera, venerdì 13 novembre alle 22.55 su Rai 3. Protagonisti la scrittrice Simonetta Agnello Hornby, già al centro della serie a sfondo cultural-gastronomico Il Pranzo di Mosè (andato in onda su Real Time) e uno dei suoi due figli, nella fattispecie George, 45 anni e da 13 affetto da sclerosi multipla primaria progressiva, una grave malattia che lentamente lo paralizza. Io & George è il racconto del loro primo viaggio insieme attraverso l’Italia, sui treni e tra le culture del nostro Paese, viste anche attraverso l’occhio della speciale carrozzina su cui si muove George, arrivata addirittura dalla Malesia. Un viaggio che parte dalla vivace Londra, dove vive George e dove mamma Simonetta ha ricoperto per anni l’incarico di avvocato soprattutto nel campo del diritto di famiglia e tutela dei minori, con tanto di festa di saluto con amici e parenti prima di una ‘traversata’ nella madrepatria e, soprattutto, nel rapporto tra una madre e un figlio, in una Nazione che oscilla tra accoglienza e barriere, pregiudizi e calore verso le disabilità.
Un racconto a due voci, modulato sia dalla capacità affabulatoria della Agnello Hornby, donna di grande eleganza non solo narrativa, sia dal tocco della casa di produzione, la Pesci Combattenti, la stessa che realizza Unti e Bisunti. Il racconto ‘on the road’ sembra quasi un marchio di fabbrica per la Pesci Combattenti: del resto ‘riassumere’ esperienze di vita, esplorazioni culturali e viaggi come questo, seguito dalle telecamere ininterrottamente per diverse settimane, non è missione per tutti.
Come vuole la ‘scuola’ della Agnello Hornby, la cifra è quella dell’ironia, della ‘leggerezza’, anche in un percorso che affronta la profondità dell’amore materno/filiale, che si misura con le difficoltà di una malattia degenerativa, che descrive (anche) l’arretratezza di un paese che in molte sue aree non riesce a gestire la disabilità, sia a causa di barriere fisiche, sia a causa delle barriere mentali, ben più difficili da abbattere.
Il viaggio, come anticipato, inizia a Londra e precisamente del quartiere di Brixton, dove nel 1979 Simonetta aprì il suo studio legale come avvocato dei minori e dove oggi vive George. Dopo aver festeggiato la partenza, via verso Gatwick per capire, da subito, cosa vuol dire ‘decollare’ per un disabile. Atterraggio a Milano e poi da qui in treno verso Firenze prima di salire in auto per arrivare a Pisa, quindi Roma, poi Napoli; via mare si raggiungerà la Sicilia. Un viaggio contro i limiti del nostro sistema di trasporti, non della disabilità, e alla scoperta di un’Italia diversa, minima, talvolta marginale, passando per i detenuti del carcere di massima sicurezza di Opera alle prese con la poesia, per gli immigrati che si sono integrati nel tessuto commerciale e sociale del nostro Paese, ma anche intrecciando storie di famiglia alla ricerca delle origini degli Agnello, attraverso anche le tante contraddizioni della Capitale, tra segni fascisti e comunità ebraica, Vaticano e Gay Village. Ed è forse il Sud a regalare le emozioni più forti, nel bene e nel male, tra una Palermo impossibile da visitare e una Napoli segreta che conquista.
Un viaggio, quindi, che ha nella disabilità una marcia in più, un occhio privilegiato per raccontare l’Italia, quella che ti aspetti e soprattutto che non ti aspetti. Un viaggio vissuto (e raccontato) con la voglia di scoprire, conoscere, condividere e non di denunciare. Nessuna inchiesta, un semplice ‘tour’ in grado, però, di denunciare con una sola ‘battuta’ molto più di un cupo reportage. Non ci resta che partire con George, da stasera ogni venerdì in seconda serata su Rai 3.