Carlo Verdelli direttore editoriale delle News Rai
Mossa a sorpresa del direttore generale della Rai
E’ Carlo Verdelli il primo coniglietto che estrae dal suo cilindro il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’orto. Nel consiglio di amministrazione della televisione pubblica che andrà in scena oggi, l’ex capo di MTV proporrà Carlo Verdelli quale direttore editoriale giornalistico della Rai. Questa mossa sembra che metta la parola “Fine” sul piano di ristrutturazione del settore news scritto dal precedente capo di viale Mazzini, Luigi Gubitosi, con la nascita delle famose due Newsroom che avrebbero dovuto accorpare le testate giornalistiche della Rai in due sezioni, la 1 dove avrebbero dovuto confluire Tg1, Tg2 e Rai Parlamento e la 2 dove sarebbero dovute arrivare Tg3, Rai news w TgR.
Tutto in soffitta dunque, per un piano che non ha mai convinto Campo Dall’orto, che proprio nei giorni scorsi, quelli dei terribili fatti parigini, avrebbe lavorato ad armonizzare l’offerta giornalistica delle reti Rai, compito questo che ora vorrebbe affidare a Verdelli, con la qualifica di direttore editoriale (la stessa che Vespa ha attualmente con Quotidiano nazionale). Verdelli inizia il suo lavoro come giornalista nelle pagine milanesi di Repubblica. Nel 1979 arriva alla Mondadori, scrivendo per Panorama Mese diretto allora da Claudio Sabelli Fioretti.
Nel 1994 arriva al Corriere della sera dove viene nominato direttore di Sette da Paolo Mieli, in seguito diventa vice direttore del quotidiano di via Solferino. Nel 2004 diventa direttore di Vanity Fair, mentre dal gennaio 2006 dirige la Gazzetta dello sport. Torna poi a Condè Nast nel 2010, società che lascia nel 2012. Dal 2013 scrive per Repubblica. Ed a proposito di Repubblica Ezio Mauro lascia il quotidiano romano, al suo posto da gennaio arriverà l’attuale direttore della Stampa Mario Calabresi.
Tornando alla televisione pubblica, il compito di Verdelli sarà di armonizzare, anche visivamente, l’informazione della Rai, cercando di innovarne i linguaggi, non solo per ciò che riguarda l’offerta meramente televisiva, ma anche per le altre piattaforme multimediali, questione questa che sta tanto a cuore all’attuale direttore generale della Rai.