Sabato In non riconosce David Parenzo, ‘uomo della strada’ per Rai 1
David Parenzo, intervistato da Sabato In per la rubrica sui dialetti, non viene riconosciuto dall’inviato di Rai 1.
Premetto subito: non c’è niente di male a essere l”uomo della strada’, anzi. E’ però curioso ritrovarsi un volto noto della tv (e soprattutto una voce conosciuta della radio) intervistato come un passante qualunque in una ‘vox populi’ di un contenitore pomeridiano.
E’ successo ieri con David Parenzo, intervistato da un inviato di Sabato In per la rubrica “Fratelli d’Italiano”, curata dal prof. Francesco Sabatini. Il giornalista pare non riconoscere il collega – quotidiana ‘spalla’ di Giuseppe Cruciani per La Zanzara su Radio 24 e pronto a tornare su La7 con Fuori Onda – e gli chiede la sua su un detto calabrese (per la cronaca, “Cu ‘ndavi ‘muccia, cu non avi mustra“, ovvero “Chi ha, nasconde e chi non ha, mette in mostra”). E la chiosa sembra fatta apposta per stuzzicare, seppur in ‘contumacia’, l’amico Cruciani: “Le classi povere mostrano la povertà, che ai ricchi fa schifo“.
Ma torniamo a Sabato In. I commenti di David Parenzo aprono e chiudono il servizio (che potete rivedere su Rai.tv dal minuto 46). Una scelta di montaggio che potrebbe anche far pensare a un omaggio da parte di chi ha confezionato il pezzo: una volta riconosciuto, si sarebbe ‘ovviato al misfatto’ assegnandogli le posizioni di spicco nel video, ringraziandolo così della partecipazione ‘straordinaria’. Ulteriore ipotesi, lo stesso Parenzo potrebbe aver chiesto ‘l’anonimato’. Qualunque cosa sia successa, di fatto in studio né Ingrid Muccitelli né Tiberio Timperi hanno sottolineato la presenza del collega, procedendo nella rubrica con assoluta nonchalance.
Comunque sia, l’occasione ha permesso di vedere David Parenzo su Rai 1, prima di ritrovarlo, dal 17 gennaio, nell’access prime time di La7 con Fuori Onda, accanto a Tommaso Labate. Volendoci scherzare un po’ su, l’intervista di Sabato In corroborerebbe un paio delle più ferree teorie di Cruciani su Parenzo, ovvero che sia sempre in giro e che abbia la ‘fissa’ della lotta di classe. Ma questa è un’altra storia, cara a chi segue La Zanzara…