Quelli che il calcio, Lucia Ocone imita Cristina D’Avena (video)
Lucia Ocone, a Quelli che il calcio, ha imitato Cristina D’Avena, che sembra nascondere qualche segreto nella sua camera e che lavora a nuove sigle
Lucia Ocone, questa settimana, a Quelli che il calcio (che ha voluto omaggiare, all’inizio ed alla fine del programma, Umberto Eco) ha presentato due nuove imitazioni: oltre a quella di Monica Cirinnà, infatti, l’attrice comica ha portato in onda Cristina D’Avena, reduce dalla sua partecipazione come ospite al Festival di Sanremo 2016.
Una cantante di sigle di cartoni animati che i bambini ma anche gli adulti conoscono come personaggio senza un difetto o qualcosa da nascondere. Eppure, il collegamento la mostra con in mano una sigaretta: “Non era tabacco, era una magica sigaretta del regno della fantasia”, spiega la D’Avena, che commenta anche la sua partecipazione a Sanremo:
“Una grande emozione, vabbè che è normale essere emozionati su quel palco quando si hanno 21 anni.”
Cristina D’Avena, però, non sembra voler accettare il fatto che anche per lei gli anni passino, avendo dei veri e propri attacchi isterici quando glielo si ricorda. L’imitazione punta poi sulle sigle a cui la cantante sta lavorando, che nelle musiche ricordano i suoi successi:
“Il mercato dei cartoni animati non va mai in crisi. Adesso sto facendo la sigla di Sushi Takasha. Vi racconto la storia: è una ragazza giapponese che di giorno scippa le vecchie con il suo motorino e di notte è una campionessa di pallavolo.”
Ma Cristina D’Avena cita anche un altro cartone:
“Ne ho un’altra che sto incidendo: Lilli ed i fiori del suo giardino. E’ una piccola orfanella che vive in un bellissimo castello. Però Lilli scopre nel suo giardino un barile di mefedrone, un potente diserbante che se inalato ti sballa”.
La Ocone imita un personaggio apprezzato da tutti, prendendo un po’ la formula che già Paola Cortellesi utilizzò con la doppiatrice di Magica Trippi, unendo il nonsense ad un mondo, quello dei prodotti e programmi per ragazzi, che non può osare o provocare. Il tutto, tramite l’imitazione di una cantante che diverte grazie alle sue nevrosi, ovviamente immaginate.