Home Bruno Vespa: “Porta a Porta? Non smetto, mi diverto. Il governo è il nostro editore”

Bruno Vespa: “Porta a Porta? Non smetto, mi diverto. Il governo è il nostro editore”

“L’editore di riferimento della Rai è la maggioranza del governo. E’ una novità”. Il Fatto Quotidiano intervista Bruno Vespa.

pubblicato 14 Marzo 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 03:28

Tutto è iniziato nel 1996 con la prima puntata di Porta a Porta. Da allora Bruno Vespa non ha più lasciato la seconda serata di Rai 1. E non cancellerebbe niente, “davvero niente” del passato del suo programma. Anzi, rivendica tutto con orgoglio: “Lo speciale sull’attentato a New York, la copertina del terremoto in Abruzzo, che ho patito da aquilano”. Forse – continua – “ho dedicato troppe puntate al caso di Cogne, anche se rappresenta un caso enorme per la criminologia e appassionava i media del mondo”.

Dopo vent’anni di attività, Vespa non ci pensa neanche a smettere ed appendere il microfono al chiodo: “Chieda a Enzo Biagi oppure a Piero Angela. A chi non s’è mai stancato. Io mi diverto”, risponde al giornalista Carlo Tecce sul Fatto QuotidianoPorta a Porta potrebbe vivere anche senza il suo volto? “Ogni programma ha un legame di identità con il conduttore. E’ sbagliato chiamare un programma con lo stesso nome e un conduttore diverso”.

Eppure Campo dall’Orto vuole svecchiare il palinsesto: “Ha ragione, ma non l’ha spiegato a me. Porta a Porta s’è rinnovato già. In un attimo, due anni fa. Ci siamo incontrati, in una riunione di redazione, e ci siamo detti: ragazzi, così non funziona più. La politica ha stufato […] Noi dividiamo la puntata in tre blocchi. E non è vero che in questa stagione abbiamo perso due punti di share”.

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Capitolo conflitto di interessi. Si avverte in Rai? “Accade da sempre e sempre accadrà, finché la Rai avrà questa conformazione […] Con il gradimento di Berlusconi sono stati nominati direttori generali, presidenti e dirigenti”. Il premier Renzi – “politico determinato con qualche punta di cattiveria” – ha scelto Antonio Campo dall’Orto: “Cosa vi sorprende? Arnaldo Forlani scelse Gianni Pasquarelli e Ciriaco de Mita scelse Biagio Agnes”. Lui, invece, ha rifiutato per ben due volte la presidenza della Rai.

Oggi come ieri, sottolinea Tecce. “Giusto. E dal punto di vista dell’offerta informativa, vi ricordo che c’era Rai 3, che martellava contro il governo di centrodesta da mane a sera. Soltanto in Italia la tv pubblica fa opposizione al primo ministro. L’indipendenza la fanno gli uomini. Il servilismo nasce dai giornalisti, non dal potere politico”.

“L’editore di riferimento della Rai è la maggioranza del governo. E’ una novità”, chiosa il conduttore.

Porta a portaRai 1