E’ morto Paolo Poli, guru colto riscoperto dalla tv
Paolo Poli era tornato su Rai3 nel 2015 con E lasciatemi divertire, dopo ospitate cult da Fabio Fazio e Daria Bignardi
E’ morto a Roma, dopo una lunga malattia, Paolo Poli. Avrebbe compiuto fra poco 87 anni. I funerali si terranno a Firenze in forma privata, in data da stabilire. E’ stato uno dei più importanti attori teatrali italiani, oltre che il primo artista omosessuale dichiarato. Negli ultimi anni era stato riscoperto dalla tv, grazie alle sue ospitate eccentriche e sferzanti. Un anno fa aveva annunciato l’addio alle scene.
Nato a Firenze il 23 maggio del 1929, laureato in Letteratura francese, aveva cominciato a lavorare in teatro negli anni Cinquanta. E’ il 1949 quando Poli partecipa ad alcune trasmissioni della Rai di Firenze. Fa prosa, macchiette, racconta fiabe. C’è un’intera generazione cresciuta guardandolo raccontare favole nella tv in bianco e nero (passava da Esopo ai celebri racconti letterari).
Ha girato tante serie e miniserie tv fra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. Per la Rai, nel 1976, è stato fra i protagonisti dello sceneggiato I tre moschettieri, con lui la sorella Lucia, Milena Vukotic e Marco Messeri, le scenografie erano di Lele Luzzati. Ha affiancato Sandra Mondaini a Canzonissima, nel ’74 si è esibito en travesti con Raffaella Carrà a Mina nel varietà Milleluci.
Negli ultimi anni Poli è stato riscoperto dalla tv come ospite cult di Che tempo che fa e de Le Invasioni Barbariche. Dalla Bignardi, infatti, ha rilasciato dichiarazioni choc come “Che gioia quando mi sveglio alle tre di notte, allargo le gambe e non c’è nessuno! Mi alzo, bevo l’acqua, faccio una pisciatina. Come tutti i vecchi” o anche “Credevo che questo fosse il secolo del sesso, invece è il secolo della cucina. Tutti a spadellare, a casa e in televisione. Che noia”.
Su Rai3 Poli è tornato da protagonista nel 2015 in un programma tutto suo, con Pino Strabioli e Massimo Recalcati. Si trattava di un viaggio in otto puntate tra i vizi capitali, in onda il sabato alle 20.15. Il titolo, E lasciatemi divertire, era una citazione da Palazzeschi, scelto per i suoi versi strampalati e surreali degni della personalità dell’attore, all’insegna di doppi sensi sofisticati e grandi provocazioni.