Che tempo che fa, puntata 10 aprile 2016

Si comincia subito la puntata con l’ospite musicale. Si tratta di Dua Lipa con Be the one.

“Felicissima, entusiasta. Sono grata, è bellissimo poter cantare qui in Italia” dice a Fazio che le chiede un commento sul suo successo.

Altro ospite dell’Anteprima è Flavio Caroli che parlerà di Peggy Guggenheim.

Caroli: “Era una donna fortissima, una specie di Liz Taylor. Si chiedeva se questa donna, Ruth, avesse bisogno di distruggere i pittori”.

E’ in studio Roberto Saviano. Fazio spiega che avrebbero dovuto parlare dello spettacolo al Piccolo Teatro Grassi di Milano “Sanghenapule – Vita straordinaria di San Gennaro”, ma invece si parlerà dell’intervista a Riina jr.

Saviano: “Quando un mafioso va in tv è per dare un m,essaggio perché attira visibilità. Se non conosci gli strumenti per capire ti sembra una banale intervista. Il primo messaggio era che non sta parlando da capofamiglia e che non si sta sostituendo al padre. Non ha mai una sua opinione. Nella logica mafiosa dare una propria opinione significa sostituirsi al padre”.

Saviano: “Salvo Riina ha fatto un’apologia della famiglia. L’ha fatto per farlo sapere ai familiari? Altro messaggio potentissimo. Puoi giudicare una persona solo in relazione a quello che ti fa. Concetto comune a tutte le mafie. Poi la parola mafia non viene mai nominata. Anche questo è nella logica mafiosa. Non si parla di mafia perché non esiste”. L’intervento di Saviano è intervallato da spezzoni dell’intervista a Riina jr di Vespa e una realizzata da Servizio Pubblico al figlio di Provenzano.

Saviano: “Non sono in grado di pronunciare la parola mafia nemmeno in riferimento alla strage di Capaci né prendono le distanze. Non potevano farlo. Rinnegare avrebbe creato empatia, ma sarebbe andato contro il messaggio che vuole portare”. In effetti c’è più di un parallelo tra le interviste ai figli dei 2 boss.

Poi sulle esternazioni contro i pentiti di Riina jr: “Qui c’è corto circuito che avviene sotto gli occhi di tutti e nessuno pare accorgersene. Ma come? Non aveva voluto dire nulla sulla mafia e poi dimostri di sapere tutto sui pentiti e che lo Stato li sfrutta. Diventa subito un esperto. Lo sa che i pentiti sono un pericolo per la mafia. Perché è andato lì? Secondo me lui vuole aprire alla dissociazione, istituto giuridico con cui il pentito si dissociava dall’ideologia terrorista. Con la dissociazione ti prendi solo le tue responsabilità, l’associazione continua e tu paghi solo il tuo. Secondo me l’obiettivo di questa intervista non era il pubblico o Bruno Vespa, ma la magistratura con il messaggio sulla nuova Cosa Nostra ‘non ci pentiamo, ma non vogliamo più il 41bis’. Il secondo è a Cosa Nostra: ‘noi siamo diversi. Non osate interferire in questo nostro scambio e tentativo culturale’. In un periodo in cui l’attenzione sulla mafia è bassissima sentono che lo Stato è fragile”.

“Noi non siamo stati in grado di raccogliere la nostra metà di parola”: così chiude Saviano. La decodificazione ad un’intervista indegna andata in onda sulla tv pubblica.

E’ il momento dei tre toscani: Panariello (seduto dietro agli altri due), Conti e Pieraccioni. Si inizia ricordando le date di Fratelli d’Italia – Il Tour.

Pieraccioni: “Uscì un giornale che scriveva ‘Lo spettacolo con Pieraccioni e c.’. Se la prese Giorgio, disse ‘Io non sono uno starnuto’ “. Conti: “Spettacolo bellissimo. Sono quello più serio, apparentemente..Io ho il ruolo di spalla, alzo la schiacciata a questi comici”. Pieraccioni interrompe di continuo. Panariello: “Qui passa che lui è la spalla, lui il comico e io faccio le pulizie”.

Pieraccioni: “Io non avevo molta voglia. Ma lo faccio per dare una mano. A Conti non gli fanno fare proprio nulla in tv, quest’altro si compra questi calzini. Io in questa reunion come i Pooh sono quello bello, Fogli. Come fa lui che è sempre in tv? Viene Bonolis”.

Foto d’epoca dei tre. Pieraccioni: “Ché Panariello arrivasse a questi calzini si capiva da quel maglione”. Poi le copertine dei dischi di Carlo Conti..

Panariello: “E’ arrivata un’ANSA. Hanno cancellato una data a Firenze”

Fazio e Littizzetto fanno gli auguri a Caterina Caselli. Littizzetto: “Bravi eh quei 3? Potrebbero chiamare Renzi, resta il comico toscano più bravo”. Poi sulla scena vista all’isola: “La Marcuzzi si è ca*ata sotto senza il Bifidus. Una scena così mancava dalle emorroidi di Enzo Paolo Turchi”.

Littizzetto: “La Biancofiore ha dichiarato ‘Io per Forza Italia ho sempre buttato il cuore oltre l’ostacolo’. E’ qui lo sbaglio. Il cuore non è mai stato l’organo di riferimento di F.I. Come si riciclerà? Hai visto Sollecito che farà opinionista di cronaca nera? Che competenze ha visto che è ingegnere e non laureato in Psicologia o Giurisprudenza? Non è che se mi opero al ginocchio dopo faccio consulti sulle operazioni? Speriamo che questa moda non vada avanti sennò ci ritroviamo Bertone a condurre Cerco Casa Disperatamente”.

Littizzetto: “Due pubblicità mi spezzano in due. Quella dell’amaro con Andy Garcia, sempre stato un figo e ti appare con una barba che sembra Giuseppe Verdi. A sto punto chiamavi Vessicchio che costa la metà”.

Littizzetto: “Ma questi divi che arrivano qui e fanno tristezza? Ancora ancora Clooney, ma Willis che sembra un rimbambito con il tablet in mano che cerca la connessione. O Banderas ormai soppiantato dalla gallina. Ma poi c’è quella che parte mentre stai mangiando con ‘Ragadi anali’.. Ma inventati qualcosa, giraci intorno, un cartone con due ragadi che scappano, o una canzone tipo una dei Beatles ‘Ragadì Ragadà e il dolore svanirà’..”.

Sul finale qualche anticipazione su Rischiatutto il 21 e 22 aprile: “Lo studio sarà quello lì. Un gioco ancora molto divertente”. Puntata finita.