Gomorra – La serie 2, il primo trailer. Sollima: “L’universo si espande”
Salvatore Esposito ha pubblicato il primo trailer di Gomorra-La serie 2, mentre il regista Stefano Sollima ha rivelato alcuni dettagli sui personaggi
Il 10 maggio parte la seconda stagione di Gomorra-La serie: l’attesa è tanta, per una serie che ha portato l’Italia tra i produttori di uno degli show più acclamati anche all’estero degli ultimi anni. A far partire il conto alla rovescia ci ha pensato Salvatore Esposito che, sulla sua pagina Facebook, ha pubblicato il primo trailer della serie tv, che vedete in alto.
La clip si sofferma in particolare sui personaggi di Pietro (Fortunato Cerlino), evaso di prigione alla fine della prima stagione, e di Ciro (Marco D’Amore), pronto a sfidare il clan dei Savastano in una lotta che sembra sempre più senza regole. “Io non ho fatto il pazzo per tutto questo tempo per poi farmi catturare o per farmi sparare”, dice Pietro ad inizio trailer. “Da questo momento voi siete, gli occhi, il cuore e la rabbia mia. E vi posso assicurare una cosa… Ci riprendiamo tutto quello che ci appartiene”.
Una sfida lanciata sia a Ciro, ma anche a Conte (Marco Palvetti), che porterà i protagonisti a confrontarsi tra di loro, cercando alleanze in una guerra che, ha anticipato il regista Stefano Sollima (che dirige gli episodi con Francesca Comencini, Claudio Cupellini e Claudio Giovannesi) al Corriere della Sera, vedrà anche alcuni conflitti personali:
“C’è una cordata di criminali che cerca di approfittare dello smarrimento dei Savastano. Il figlio (Genny, Esposito, ndr) chiede aiuto al padre che non è più capace di riprendere il comando. Questo apre una serie di conflitti anche personali. Non ci sono due clan che si fronteggiano, c’è il boss Conte che cerca di imporre la sua egemonia, ma la rottura degli equilibri porta alla lotta di tutti contro tutti”.
Al centro sempre Ciro, e la sua aspirazione a diventare il boss che ha sempre dovuto assistere:
“Ciro riprende a tramare nell’ombra con l’obiettivo di compiere il grande salto a cui ha sempre mirato. È l’ambizione pura, quello che attraverso lui raccontiamo nella seconda serie è: cosa sei disponibile a perdere, pur di ottenere quello che vuoi?”
Non temano, inoltre, coloro che credono che dopo la morte di Imma (Maria Pia Calzone) Gomorra-La serie non avrà più personaggi femminili:
“Ce ne sono due, le donne crescono nella seconda serie. Maria Pia Calzone era una leonessa, Cristina Donadio nei panni di Scianel è una iena che gestisce il territorio. L’altra new entry è Cristiana Dell’Anna (Patrizia) che ha cresciuto da sola una famiglia numerosa”.
Sollima non si sbilancia di più sulla seconda stagione, ispirata sempre a fatti reali:
“Fatti veri rielaborati. Oltre a Napoli abbiamo girato in Honduras, Germania, Roma. L’universo Gomorra si espande. La prima volta non fu una passeggiata, stavolta alcune obiezioni di tipo politico e morale («esaltate la camorra») si sono spente, hanno apprezzato l’onestà intellettuale”.
Soprattutto, ci tiene a precisare una questione che la serie tv ha già dovuto affrontare, tra le varie polemiche che ha suscitato, ovvero il rischio che il pubblico possa empatizzare con dei personaggi malvagi, poco eroici e molto “cattivi”:
“L’idea era l’estrema umanizzazione dei personaggi. Malgrado sia un mondo lontano dal nostro quotidiano, lo spettatore è portato a pensare che se fosse nato lì avrebbe vissuto le stesse cose. Il modello, come approccio realistico e per il linguaggio crudo e immediato è la serie Usa The Wire. Rispetto a Romanzo Criminale ho usato meno leggerezza, qui pur mantenendo il punto di vista criminale mi sono ben guardato dal rendere cool i personaggi, non scatta il meccanismo identificativo. La domanda che la stampa estera mi fa più spesso su Gomorra, che nasce da un’idea di Roberto Saviano, è: ma la realtà è davvero questa? Purtroppo sì”.
La seconda stagione di Gomorra-La serie racconterà ancora il territorio circostante, dove il regista ammette che le cose sono un po’ cambiate rispetto al passato:
“Ci sono parti del nostro Paese che sono abbandonate a loro stesse, non c’è un’alternativa culturale alla violenza, che è l’unica possibilità di sopravvivenza. Eppure tornando a Scampia e Secondigliano la percezione è stata un po’ diversa, ha pesato anche la visita di Papa Francesco, il territorio è meno emarginato. Se durante le riprese abbiamo parlato con qualche boss? Una delle cose meravigliose di Napoli è che non capisci mai bene con chi stai parlando”.