Home Rai 1 La Rai di Campo dall’Orto: meno canali e telegiornali, tutto in HD dal 2020

La Rai di Campo dall’Orto: meno canali e telegiornali, tutto in HD dal 2020

Come sarà la Rai del futuro?

pubblicato 20 Aprile 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 02:01

Come sarà la Rai di Antonio Campo dall’Orto? Nel pomeriggio di mercoledì 20 aprile arriverà una prima risposta alle tante domande degli appassionati: il direttore generale, infatti, otto mesi dopo ‘l’investitura’ presenterà al consiglio d’amministrazione il nuovo piano industriale del servizio pubblico. Sarà una Rai più snella: meno canali e meno telegiornali ma più attenta al web e all’HD.

L’attuale Rai dispone di diciassette canali. Presto potrebbero diventare sedici, forse quindici: ci sarà la riunificazione fra RaiSport 1 e 2 (dopo le Olimpiadi di agosto, trasmesse in esclusiva dalla Rai, rimarrà solo un canale di sport), RaiScuola potrebbe traslocare sul web e lasciare il digitale terrestre. Il direttore editoriale Carlo Verdelli, piuttosto, vuol dare maggiore importanza a RaiNews24, l’all news diretta da Antonio di Bella, così saranno ridotti i notiziari dei telegiornali delle tre reti principali: le edizioni attuali sono ventisette (quindici principali, dodici ‘flash’), un record europeo. Diminuiranno a partire da giugno. Questo – è bene precisarlo – non porterà licenziamenti o prepensionamenti tra i giornalisti.

La Rai diventerà una media company e punterà sul web. Da settembre arriverà una piattaforma gratuita (stile Netflix) e trasmetterà attraverso due app per smartphone e tablet: una dedicata ai programmi, una alle notizie. Entro il 2020, poi, tutta la catena produttiva dell’azienda sarà in full HD: già sette partite degli Europei di calcio lo saranno, mentre un canale sperimentale sarà varato nel 2017.

Anche l’intrattenimento subirà modifiche. Già da settembre arriveranno nuove scenografie per i vecchi programmi ma soprattutto nuove trasmissioni. L’obiettivo è ridimensionare il genere poliziesco e quello di ‘infotaniment’ (vedremo sempre meno programmi o rubriche che miscelano informazione e intrattenimento). Ogni rete avrà una sua missione ed un profilo più netto. Quello di RaiUno sarà “familiare, universale, in sintonia con il Paese, votata all’impegno civile, con grandi eventi e i talenti migliori” (e non più anziano), RaiDue “affidabile ma sorpendente, eclettica ma anti-conformista, sperimentale ed esploratrice, con un’informazione agile ed efficace”, RaiTre “linguaggi innovativi, immagini d’autore”, Rai Quattro “sfrontata, divertente, giovane, fantasy”.

Un Piano industriale interessante che, però, deve fare i conti con il bilancio del 2015: c’è un ‘rosso’ di 30 milioni di euro.

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