Sonia Bruganelli a Blogo: “Ciao Darwin? E’ tutto vero, non trash. Bonolis in Rai? Non so nulla”
Intervista a Sonia Bruganelli, fondatrice della società Sdl: da Bonolis a Ciao Darwin e Avanti un altro.
“Dietro un grande uomo, c’è sempre una grande donna”, forse, non è la frase giusta per descrivere Paolo Bonolis e Sonia Bruganelli. “Non sto dietro, piuttosto accanto. Si è sempre più forti in due”, precisa subito lei, Sonia, che oltre ad essere un’ottima madre e moglie, è anche il braccio destro del conduttore romano. Laureata in scienza della comunicazione, si avvicina al mondo dello spettacolo a diciotto anni con i fotoromanzi, “volevo essere indipendente dal punto di vista economico. E’ sempre stata una necessità nella mia vita. L’ho fatto per tanti anni, fino al 2001. Non era la mia strada, non ho mai pensato di lavorare in quel settore. Poi ho incontrato Paolo e, paradossalmente, in quegli anni mi proposero Aspettando Beautiful ed altre cose anche importanti. Ma ho rifiutato tutto, ho sempre desiderato stare dietro le quinte”.
Quindi nel 2005 fonda la Sdl con Lucio Presta, una società di produzione televisiva specializzata nell’organizzazione e gestione di casting. Inizialmente si occupa in prima persona delle selezioni, ultimamente ha assunto un ruolo diverso (“Non faccio più casting personalmente da una vita”, ha dichiarato a Davide Maggio): “Sono quasi undici anni di attività, abbiamo costituito una società con una serie di professionisti che hanno i loro ruoli ben definiti sia sulla carta che nei fatti. Io ci sono perché è una mia creatura, le ultime scelte son le mie”. E’ la capofamiglia.
Sdl si occupa principalmente del ‘contorno’ dei programmi di Paolo Bonolis. E’ una scelta?
“Bonolis può permettersi dei programmi suoi e crearli da zero. Ci sono degli autori che inventano qualcosa – e quelli di Paolo Bonolis sono fra i pochi che creano qualcosa di inedito -, noi diamo un contributo per rendere reale la loro visione messa sulla carta. La nostra responsabilità sta nello scovare il personaggio giusto per il ruolo giusto”.
Bonolis ha dichiarato: “Faccio Ciao Darwin perché serve a mia moglie”. Cosa intendeva?
“Fosse per lui, starebbe in vacanza. Siccome ha un enorme senso di responsabilità per tutte le persone che lavorano per e con lui, ha trovato questo alibi per ammettere che anche lui ogni tanto ha ancora voglia di fare un programma difficile”.
Perché difficile?
“Pochi conduttori potrebbero essere in grado di condurre un programma come Ciao Darwin. E’ un programma di due ore, la registrazione dura tre ore e mezzo ed è faticosa perché si cambia continuamente registro. E’ come se fossero cinque programmi in uno. Lui mi prende in giro perché dice: ‘Io mi faccio il mazzo e tu ti prendi la gloria per tutta questa umanità che riesci a mettere a disposizione'”.
Ciao Darwin è un successo, non si vedono spesso questi risultati. Ve lo aspettavate?
“Ce lo auguravamo. Ciao Darwin, nelle intenzioni di Paolo, era già morto. Erano sette anni che le persone ci chiedevano: ‘Ma quando torna?’. Ci siamo detti: proviamo. C’abbiamo lavorato molto perché, spesso, sono le aspettative a fregarti e far deludere. Invece, rispetto alle altre edizioni, il programma ha raggiunto una quasi perfezione su tutto: ciò che doveva essere ironico è ironico, ciò che doveva essere cinico è cinico. Ogni cosa è al giusto posto”.
Tu parli di ironia e cinismo, altri parlano di ‘trash’.
“Io abbino il trash alla falsità dei sentimenti. Quello che si vede a Ciao Darwin è vero. Faccio un esempio: le persone che vanno ‘a spasso nel tempo’ sono davvero così. Sono due persone non preparate, pescate a caso e buttate in un mondo dove ci sono luci, colori e cose particolari. Si ritrovano a fare delle prove mentre devono mantenere un rapporto con un conduttore che è dall’altra parte dello studio. L’audio è basso, la gente applaude, gli attori girano attorno ai due concorrenti: è un delirio. E’ vero che quelli che partecipano a Ciao Darwin – scelti dalla Sdl, diciamolo – sono dei personaggioni. Ma è anche vero che le difficoltà ci sono tutte, non ultima quella di ritrovarsi appunto in un ambiente non esattamente consueto circondati da personaggi a dir poco bizzarri. Sono domande semplici ma in quell’ambiente diventano uno scoglio. Sicuramente, poi, ci sono le inquadrature particolari, i corpi delle donne. Ma Il telespettatore grazie al telecomando è libero di fare la propria scelta”.
Cos’è per te trash in tv?
“Per quanto mi riguarda non è un problema far vedere ai miei figli il corpo di una donna seminuda in quella dinamica grottesca. Piuttosto non li farei vedere un tipo di programma dove, per esempio, si possano vedere persone disabili piangere per cose importanti e poi intervistate in modo forzato e poco sincero. Quello per me è trash. Il trash è spingere un’empatia che non c’è o ridicolizzare una persona. Ciao Darwin non è trash, ma evidentemente non è un programma per critici”.
Hai parlato di ‘personaggioni’, spesso spopolano sul web. Penso a Nozzolino. Come avviene la scelta?
“Molti si auto propongono. Devo dire che con i social è tutto più facile, ci sono mezzi a disposizione che prima non c’erano. E poi abbiamo dei collaboratori nelle varie regioni che ci indicano le persone che potrebbero essere più appropriate. La ricerca avviene su più campi e settori”.
E le otto Madre Natura?
“Me ne sono occupata in prima persona, ho ripreso a muovermi e fare casting proprio per Madre Natura. La ricerca è durata un anno, volevamo che le otto fossero all’altezza delle aspettative. La ricerca è stata ampia”.
La novità di quest’anno si chiama Padre Natura per la puntata 20enni contro 40enni.
“E’ stata una botta di fortuna. Questo ragazzo di Città del Capo era a Milano nel giorno del casting. Lo abbiamo visto e ci siamo detti: ‘Cosa aspettiamo?’. Visto e preso”.
Anche il MiniMondo è ‘merito’ vostro. Paola Caruso e Daniel Nilsson stanno spopolando altrove. Li stai seguendo?
“Daniel è esattamente come lo vedi: bello, spiritoso e non sa ancora una parola in italiano. E’ imbarazzante ma è così. Paola è tutto ed il contrario di tutto, è quello che decide di essere”.
Quello che lega il vostro gruppo di lavoro è un rapporto che va aldilà dall’aspetto professionale, si crea empatia (la ‘poliziotta’ Claudia Ruggeri si sta per sposare con il fratello di Sonia, il ‘bonus’ Daniel è impegnato con la figlia di Presta, la ‘bonas’ Caruso è stata fidanzata con il figlio di Bonolis, ndr).
“E’ una grande famiglia. Avanti un altro è un programma quotidiano, ci siamo visti ogni giorno per tre anni. E’ normale che si creino rapporti, inimicizie, amori o fine di relazioni”.
State già lavorando alla nuova edizione? Avanti un altro tornerà a settembre?
“Sinceramente non lo so. So che Caduta Libera sta andando molto bene e Paolo continua a dire di voler andare in vacanza”.
O in Rai?
“Sinceramente non lo so (ride, ndr). Non so nulla. Io e Paolo, quando siamo a casa, parliamo di altro”.
Il tuo lavoro avviene solo dietro le quinte. Passeresti mai davanti?
“Non l’ho fatto in passato, figuriamoci adesso. Mi piace e interessa di più il dietro le quinte. Non ho la psiche per reggere le telecamere”.
L’esperienza de La Fattoria come opinionista è stata traumatica?
“E’ stata traumatica sul serio per più motivi: a) avevo sempre la salivazione azzerata, b) avevo paura di entrare nel momento sbagliato, c) alcuni concorrenti – fra i quali Corona – erano intoccabili. E poi ogni volta, dopo la puntata, tornavo a casa e Paolo mi distruggeva: ‘Non ce la puoi fà’ (ride, ndr). La televisione, psicologicamente, è una montagna troppo ripida da scalare per me”.
Intanto ha debuttato la Sdl.tv, “una vera e propria tv via web”. Com’è nata?
“E’ nata dalla richiesta delle persone che lavorano con noi. Abbiamo un ‘database’ umano frutto di dieci anni di casting. Quindi abbiamo voluto creare un nostro mondo sul web. Vuol essere una vetrina per chi lavora con noi e dare la possibilità a chi è interessato di entrare in contatto con noi. Ti rendi conto di come la televisione ha ancora oggi un appeal enorme, le persone sono disposte a tutto pur di andare in televisione. La nostra tv ospita backstage, anticipazioni, rubriche e pure delle pillole di Casa Bonolis”.
Ecco, Casa Bonolis. Potrebbe diventare un format televisivo?
“No, assolutamente. Mia figlia adora Sandra e Raimondo, non esisterebbe paragone”.
Si chiama Sdl Tv ma potrebbe anche chiamarsi Paolo Bonolis WebTv? Esisterebbe la Sdl senza Bonolis?
“Non è solo Bonolis, assolutamente. Anzi lui c’è il meno possibile. E’ il mondo dell’Sdl, una società che si occupa di programmi televisivi, che vuole dare una possibilità ai ragazzi. E’ anche un modo per raggiungere persone nuove: ci cercano, scrivono e si propongono. Poi è ovvio che può capitare il video con Paolo che prende in giro il fenomeno-Olimpia Madonia, ma è marginale”.
Intanto porti avanti la tua attività da imprenditrice, hai una linea di abbigliamento per bambine con relativo negozio a Roma (Adele Virgi).
“E’ un hobby che, ultimamente, è diventato qualcosa in più. Presto sbarcheremo a Milano e ci sarà anche una linea per bambini, ci sto lavorando”.