Porta a Porta, AgCom richiama Rai per intervista di Bruno Vespa a Salvo Riina
“intervista condotta senza un adeguato contraddittorio: le reticenze e le omissioni dell’intervistato lasciate senza sostanziali repliche”
Il Garante per le Comunicazioni ha inviato un formale richiamo alla Rai per l’intervista di Bruno Vespa a Salvo Riina, figlio del boss Totò, trasmessa da Porta a Porta. In una lettera indirizzata all’amministratore delegato della tv di Stato Antonio Campo Dall’Orto, il presidente dell’AgCom Angelo Marcello Cardani scrive, dopo aver esaminato l’esposto del deputato Michele Anzaldi (Pd):
L’intervista segnalata appare presentare talune criticità quanto alle modalità e alla contestualizzazione della stessa, nonché alla complessiva caratterizzazione del personaggio intervistato.
Secondo il Garante “l’intervista avrebbe dovuto curare con la dovuta attenzione alcuni aspetti cruciali quali ad esempio una più esauriente ricostruzione delle biografie del personaggio intervistato e delle altre persone citate ed una più rigorosa contestualizzazione storica dei fatti“. Ed invece è mancato il contraddittorio:
Al contrario, la censurabile unilateralità di molte fasi dell’intervista, condotta senza un adeguato contraddittorio, e con le reticenze e le omissioni dell’intervistato lasciate senza sostanziali repliche idonee a fornire al telespettatore una rappresentazione veritiera e completa, hanno pregiudicato in particolare la completezza delle informazioni in ordine ai fatti di cronaca oggetto di narrazione ed alle conseguenze che ne sono scaturite in ambito giudiziario, nonché posto oggettivamente in secondo piano quel valore irrinunciabile che è il rispetto della sensibilità degli spettatori e, primo fra tutti, del dolore dei parenti delle vittime di mafia.
L’Agcom dunque rivolge “un fermo richiamo” alla Rai e si riserva di intervenire in maniera più “incisiva” se dovessero essere ripetuti questi comportamenti. Dal canto suo Bruno Vespa replica con una nota in cui si dice
profondamente sorpreso dal provvedimento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che non ricordo essersi mai espressa con tanta clamorosa severità nei confronti di una intervista televisiva.
L’anchorman dissente “radicalmente dai giudizi espressi nel richiamo” e rivendica “fino in fondo, pertanto, di aver rispettato ancora una volta la deontologia professionale e la dignità della persona con lo scrupolo che da cinquant’anni caratterizza la mia attività giornalistica“.