Humans, su TimVision arrivano i “domestici” synth
Arriva in Italia il remake della serie svedese Real Humans con William Hurt nel cast
Da oggi, 4 maggio, la piattaforma di streaming della Telecom, TimVision, offre ai propri abbonati un nuovo prodotto in esclusiva, ancora inedito in Italia: Humans thriller drama prodotto da AMC e Channel 4. In onda la scorsa estate nel Regno Unito e negli USA la serie è il remake dello show svedese Äkta människor/Real Humans.
Ambientato a Londra, Humans racconta un presente alternativo in cui il gadget del momento non è l’ultimo smartphone in grado di fare foto e video perfetti, ma un androide, chiamato synth, in grado di sostituire l’uomo in tutte le sue funzioni, dall’assistenza agli anziani a quella domestica, dai lavori nei negozi e nei supermercati, alle fabbriche fino agli autisti degli autobus. Al centro delle vicende troviamo un gruppo di synth speciali, dotati di capacità empatiche che li rendono sempre più simili all’uomo, al punto che capire la differenza tra androidi e umani diventa sempre più complesso.
Il mondo dei synth ci viene introdotto attraverso una semplice famiglia londinese, che, nonostante la diffidenza della madre, decide di acquistare uno di questi synth, senza sapere che Anita (Gemma Chan), la loro nuova assistente domestica, fa parte di questo piccolo gruppo di “synth evoluti”, uniti tra loro da un forte legame. Leo (Colin Morgan) è il figlio del professore che è riuscito a dare una volontà indipendente ai synth. Cresciuto da e insieme a loro, Leo cercherà di rintracciare quelli che considera dei veri e propri fratelli e cercherà di proteggerli da alcuni ricercatori che vogliono catturarli per provare a replicare la loro tecnologia. Nel cast della serie, rinnovata per una seconda stagione attesa nel 2017, troviamo anche William Hurt nei panni di un ormai anziano professore che ha contribuito alla nascita del progetto dei synth.
Humans è un thriller-drama fantascientifico che non si accontenta di immaginare nuovi e visionari ritrovati tecnologici, nè di mettere in scena un banale racconto di inseguimenti e fughe tra i synth speciali e i “cattivi” ricercatori che danno loro la caccia, ma si spinge oltre mostrando tutti i risvolti sociali, psicologici, sociologici, politici, morali, di una scoperta rivoluzionaria come potrebbe essere quella di un’intelligenza artificiale in grado di sostituire l’uomo: dal razzismo, a una nuova lotta di classe che contrappone uomo e macchina. Ma se anche i synth possono soffrire, pensare, provare empatia, qual è la differenza con l’uomo?