Gomorra – La serie 2, la faida familiare ora guarda con orgoglio ad un pubblico internazionale
Gomorra-La serie 2 punta sempre ad un pubblico internazionale, non dimenticandosi però le proprie radici, restando coerente con quanto fatto
A vedere Gomorra-La serie 2, questa sera, non c’era solo l’Italia, ma altri quattro Paesi (la Gran Bretagna, l’Irlanda, la Germania e l’Austria), a cui Sky Atlantic ha voluto regalare la premiere di quella che è stata ed è un fenomeno capace di espandersi in più nazioni. E proprio da questa consapevolezza parte la seconda stagione della serie tv: la consapevolezza che, ora, a seguire le vicende dei Savastano non ci sono più gli italiani, ma un pubblico più ampio e desideroso di sapere, conoscere e capire le dinamiche della criminalità organizzata.
Non è un caso se il secondo episodio (il primo serve a chiarire le conseguenze della prima stagione) parte dall’Honduras, passa per Roma ed arriva in Germania: ora Sky sa di poter guardare più lontano, e non ha paura di far vedere a tutti cosa siamo capaci di realizzare.
Gomorra-La serie è diventato l’esempio di un’Italia che sa raccontare storie dal forte impatto internazionale, che sa stupire un pubblico straniero e che può pretendere di essere paragonata agli altri successi oltreconfine. L’asticella si alza, nella seconda stagione, e narrativamente si percepisce l’intenzione degli autori: espandere il mondo di Gomorra-La serie ad una saga orgogliosamente italiana, una faida tra clan che riesce a parlare un linguaggio comune a tutti i racconti internazionali.
Alla produzione va il merito di essere riuscita a mantenere lo spirito audace della prima stagione, usando però i mezzi raccolti grazie alla popolarità ottenuta all’estero. Una combinazione che permette alla trama di tenere salde le radici in un racconto che fa dell’ansia e della paura uno dei propri punti chiave, e di sfruttare nel frattempo le risorse da grande evento, come è diventato Gomorra-La serie sia durante la messa in onda che dopo.
Il tutto, senza dimenticarsi quelle radici del male che hanno scosso l’opinione pubblica e suscitato opinioni contrastanti: la seconda stagione non si fa intimorire dai richiami di chi ha considerato Gomorra-La serie “un’esaltazione del male”. Piuttosto, rilancia con scene ancora più crude e dal forte impatto emotivo: una scelta che sa di sberleffo verso chi ne ha contestato la violenza, ma che è anche necessaria a mantenere la coerenza con ciò che si è raccontato in passato.
Nessuna facilitazione per il racconto, che invece decide di complicarsi introducendo nuove dinamiche e nuove interazioni, così come alla regia viene affidato il compito in incorniciare alcune scene, quasi a voler ricordare che il mondo di Gomorra-La serie è vicino alla realtà, ma ha pur sempre una base di finzione: ma quando si riesce a farlo sembrare così crudo e realistico anche agli occhi di un pubblico non italiano, c’è solo da applaudire.