Scream Queens, su Fox l’horror di Ryan Murphy diventa pop con un messaggio nascosto
Su Fox (canale 112 di Sky) Scream Queens, serie tv con al centro un gruppo di ragazze di una confraternita, che devono fuggire ad un serial killer che inizia ad ucciderle
Non si può incolpare Ryan Murphy di aver portato in tv una serie trash che fonde l’horror al pop del teen drama: Scream Queens, in onda da questa sera alle 21:00 su Fox (canale 112 di Sky), è infatti una voluta esagerazione degli elementi dei due generi, un modo per proporre qualcosa di nuovo ma che al tempo stesso sfruttasse le caratteristiche già note al pubblico dei film horror e dei teen drama televisivi.
La serie tv è infatti ambientata nel campus universitario Wallace, dove opera la confraternita esclusiva Kappa Kappa Tau. Alla sua guida c’è Chanel Oberlin (Emma Roberts), ragazza viziatissima che fa del gruppo la sua arma preferita per denigrare ed insultare tutte coloro che non hanno i requisiti per farvi parte, al contrario di Libby Putney (Abigail Breslin) e Sadie Swenson (Billie Lourd), soprannominate rispettivamente Chanel #3 e Chanel #5, entrambe al servizio della presidentessa della confraternita.
E’ qui che arriva Grace Gardner (Skyler Samuels), giovane che sogna di entrare a far parte della Kappa Kappa Tau per seguire le orme della madre scomparsa, nonostante le preoccupazioni del padre Wes (Oliver Hudson). Ma Grace non trova l’approvazione di Chanel, che le proibisce di entrare nella confraternita, fin quando il decano dell’università, Cathy Munsch (Jamie Lee Curtis), per cercare di placare i vizi della protagonista, le impone di accettare qualsiasi ragazza faccia richiesta di far parte della Kappa Kappa Tau.
Tra queste, oltre a Grace, ci sono anche la determinata Zayday Williams (Keke Palmer) ed Hester Ulrich (Lea Michele), costretta ad indossare un busto a causa di una particolare forma di scoliosi. Tre ragazze che Chanel non farebbe entrare mai nella sua confraternita, ma che ora si vede costretta a tenere in considerazione. La scelta delle nuove arrivate, però, viene interrotta da una serie di omicidi brutali, compiuti per mano di un misterioso personaggio soprannominato “Diavolo Rosso” che non fa sconti a nessuna delle componenti della confraternita. Grace si ritrova così divisa tra il suo sogno e la volontà di scoprire la verità, aiutata dallo studente giornalista Pete Martínez (Diego Boneta), in un mondo distante da lei in cui ragazzine viziate e superficiali diventano vittime di qualcuno che sembra avercela con loro.
Dal creatore di American Horror Story e di Glee, ecco la fusione di queste due serie tv, per la gioia della Fox, che si è ritrovata ad avere uno show capace di generare commenti e di essere al passo con i tempi: Scream Queens è una serie antologica, che in ogni stagione racconta una storia diversa, e che trova nel suo eccesso la formula per poter catturare un pubblico diviso dal desiderio di emozioni forti e di un po’ di buon trash.
Ma in questo caso sembra esserci anche un messaggio nascosto, indirizzato proprio a quei giovani telespettatori che si ritrovati a seguire i delitti di Scream Queens tra una risata ed uno spavento. Il telefilm, certo, sfrutta la cultura popolare americana per rivedere i paletti del genere horror ed adattarli alla tv generalista, ma la serie tv rappresenta anche un universo giovanile in crisi di valori ed ideali, in cui la superficialità ha la meglio sulla profondità e la fama effimera sul successo meritato.
Un’analisi che passa inosservata, in mezzo ai tanti personaggi proposti ed alle altrettante situazioni e colpi di scena raccontati. A Murphy non va di fare il moralista, nè di lanciare messaggi edificanti senza averli truccati per bene. Il suo obiettivo è quello di distrarre il pubblico con una storia che supera i confini del politicamente corretto, inserendovi al suo interno una linea che prende piede man mano che si segue il racconto, fino a rivelare la vera natura del suo messaggio.
Per riuscire a carpirlo bisogna sopportare tanto trash e tanta assurdità, ma è questo ciò che vuole Murphy: sembrare disinteressato ai problemi delle nuove generazioni, quando in realtà sta dicendo che la vera vittima è proprio il futuro.