Roberto Fico: “Troppo spazio al comitato del Sì per il referendum costituzionale”
Il Presidente della Vigilanza Rai si unisce al pensiero di Carlo Freccero: “Si parla di Referendum durante le amministrative”
In tv si parla di Referendum con la scusa delle amministrative? A pensarlo non è solo Carlo Freccero, ma anche il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, Roberto Fico, che ha così sentenziato via social:
“In piena campagna elettorale gli esponenti del Governo e loro fiancheggiatori, tra cui un ex Presidente della Repubblica, tentano un’opera di distrazione di massa, parlando con cinque mesi di anticipo del referendum costituzionale, e facendo parlare di sé per alcune vergognose gaffe. Anticipare la campagna referendaria in piena par condicio significa che il Governo è in serissima difficoltà nei comuni al voto. Ma al di là del significato politico questo comportamento rivela una grave (l’ennesima) scorrettezza. Furbizie, comportamenti contrari allo spirito della legge, scorrettezze che sono il sintomo di una classe politica culturalmente arretrata e che non possono avere il beneplacito del servizio pubblico. Se una parte politica ha stabilito di fare campagna referendaria con largo anticipo, allora ho il dovere di promuovere formalmente la richiesta alla Rai di rispettare la par condicio per il referendum fin da oggi”.
Lo stesso Fico ha segnalato di recente un richiamo dell’Agcom per il referendum trivelle:
“Agcom ha criticato duramente la qualità dell’informazione Rai in occasione del referendum sulle trivelle. Conduttori di programmi come Agorà e Uno Mattina hanno diffuso informazioni errate sul referendum ‘sminuendo la valenza nazionale della consultazione e venendo meno ai principi di imparzialità e correttezza’ posti a garanzia delle libere scelte dei cittadini.
Una mancanza di correttezza che il Movimento 5 Stelle ha denunciato per tutta la campagna referendaria, citando proprio i casi dei conduttori Di Mare e Greco, oggetto di due interrogazioni. È quindi apprezzabile che l’Autorità abbia finalmente lanciato un segnale forte, ma ci aspettiamo molto di più. Una tale mancanza di completezza, lealtà, imparzialità l’abbiamo riscontrata e denunciata tante, troppe volte anche nell’informazione dei principali telegiornali del servizio pubblico.
Ci aspettiamo interventi concreti dai vertici della Rai rispetto alla pessima informazione fatta durante la campagna referendaria. Si può rivoluzionare un’azienda, anche facendo ricorso a soggetti esterni, purché si vedano i risultati. Altrimenti è solo un trucco. Una seria inversione di tendenza nella qualità dell’informazione deve essere il primo obiettivo, estirpando i rapporti malati fra i telegiornali e la politica: è inaccettabile che qualunque commento di esponenti dei partiti di maggioranza diventi automaticamente e senza alcun filtro giornalistico un servizio di tg. Non si può perdere altro tempo”.