Nelle scorse ore, sono andato a curiosare, dietro le quinte della versione italiana di Top Chef, il nuovo talent di Nove (in onda il prossimo autunno per 8 episodi da 72 minuti) dove vari chef stellati si sfidano per dimostrare la loro arte culinaria. I loro giudici Annie Feolde, Moreno Cedroni, Mauro Colagreco e Giuliano Baldessari (affiancati anche da special guest, arruolati in molteplici vesti) sono personalità di spicco dell’industria del cibo e del vino made in Italy.
Tre prove (tra cui Quick fire, final blade), trasferte in luoghi suggestivi (tra cui Norcia), eliminazioni serrate, tradizione ed imprevidibilità in un connubio inedito, un solo vincitore. In apertura di post, le immagini del mastodontico complesso scenografico curato da Susanna Aldinio:
“La scenografia nasce dall’idea di fondere insieme i punti chiave che caratterizzano le cucine del futuro ed i ristoranti di alto livello, sia nell’utilizzo dei materiali che delle forme che dei concetti. I materiali che ho scelto sono reali quali acciaio, alluminio, leghe metalliche, legno ed in parte cemento ed alcuni di essi sono riciclati dai processi industriali (il riciclo sarà sempre più trasparentein tutti i settori e sempre di più ad alti livelli) come le pareti principali formate da pannelli forati che sono gli scarti della produzione dei tappi delle birre, oppure le piastrelle di alluminio delle pareti che sono scarti di banda stagnata, materiali con cui si fanno le lattine ed ancora gli orti verticali che sono ottenuti dalla sovrapposizione delle fasce grezze di alluminio utilizzato per la produzione delle veneziane.
Gli orti verticali, preenti nello studio, nascono dall’idea che i ristoranti top avranno coltivazioni interne e biologiche da cui attingeranno le materie prime, quindi, sono andata ad inserire spezie di ogni genere, pomodorini, peperoncini, e tutto ciò che si potesse servire ed ovviamente resistere all’interno di uno studio televisivo.
L’attrezzatura, i piano cottura ed i tavoli realizzati come nelle cucine dei ristoranti ma con accostamenti di più materiali naturali e con forme moderne, contribuiscono all’immagine avveniristica.
L’immagine chiara fredda ed illuminosa che deriva dall’utilizzo di tutti questi metalli e grigi, manda la nostra mente nell’immediato richiamo delle cucine dei grandi ristoranti che sono normalmente in acciaio mentre i toni caldi, ottenuti con i legni, i cementi del pavimento e delle arcate riportano all’idea di location recuperata per dar vita al ristorante.
Le dispense, ooltre le vetrate laterali come la pasticceria, l’enoteca, la dispensa del fresco ecc, contribuiscono a restituire un’immagine reale di luogo esistente ed a fondere il concetto di cucina con quello di ristorante.
Quest’interpretazione per dar vita ad una scenografia che sembrasse un luogo reale, una location riadattata e non uno studio televisivo per enfatizzare la serietà e realtà di queste sfide a livelli top”.
Tra gli ambienti più affascinanti, il conciliabolo in cui i tre giudici si riuniscono prima di emettere il verdetto finale. E lo spogliatoio, in cui i concorrenti “salvi” e quelli in “attesa di giudizio” osservano e commentano i principali fatti che accadono in studio.
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