Eccezionale Veramente ha sempre avuto il pregio di portare nel meccanismo di talent una dialettica “vera”. Questo ingrediente si è rivelato più vincente che mai nella Finale, che ha visto i tre giudici totalmente incantati dal potere dell’Eletto, il sommo quarto giudice Pupi Avati.
Il regista, evidentemente portato lì dal suo amico attore Diego Abatantuono, ha esordito subito mostrandosi più che interessato alla tv di nuova generazione e, in particolare, a questo talent. Pur partendo da un autocompiacimento di fondo per la standing ovattino ricevuta dal pubblico:
“Ormai io vivo la mia età solo di esagerazioni e di complimenti. Credo solo alle bugie. D’altra parte so bene cosa vuol dire investire in una serata come questa. Questa trasmissione mi piace perché è molto originale, si occupa degli ultimi, e perché c’è una parte dietro le quinte nella quale non si capisce niente, gli sconfitti escono e dicono che è andata benissimo. Voi forse non l’avete vista, questa parte è assolutamente straordinaria”.
Fin qui tutto bene, se non fosse che nel resto della serata Avati non solo ha ribaltato quasi sempre i verdetti, rivelandosi decisivo, ma anche sconfessato taluni giudizi dei colleghi, inducendo addirittura a cambiarli. E’ successo con Paolo Ruffini che, insieme ad Abatantuono, aveva bocciato un aspirante comico travestitosi da Morte:
“Questo è il concorso dei comici, lui può andare a raccontare una storia infinita, la morte può diventare mille aneddoti, può diventare uno dei personaggi di una trasmissione di successo”.
A questo punto Ruffini ha osato contestarlo:
“Questo non è un casting di un film di successo. Un programma potrà farlo ugualmente, ma un film comico non ne sarei tanto sicuro”.
Avati, a questo punto, ha rivendicato la propria supremazia artistica:
“Togliti il dubbio, visto che la mia esperienza è infinitamente superiore alla tua. Devi cambiare il no in sì”.
Non eravamo arrivati a tanto neanche a talent costruiti sul nonnismo di uno dei giudici, vedi Forte Forte Forte… Per una volta io sto con Paolo Ruffini che non solo, in questo programma, è stato più misurato e maturo del solito, ma ha anche reagito con leggerezza alla sparata di Avati:
“Dopo aver preso il cazziatone dal Maestro sono al top, sono al toppissimo”.
Che Ruffini sconti ancora, in termini di reputation, la sua battuta alla Loren al David di Donatello (anche se stavolta ha espresso un giudizio con buonsenso)? Di fronte alla tirata del Maestro persino Selvaggia si è zittita, anche perché a un certo punto lui li ha stroncati tutti:
“Trovo una giuria comica, ma i comici non sono tutti così comici”.