I consigli di TvBlog
Home Federico Russo a Blogo: “La musica in tv, Emozioni Playlist, la radio, Carlo Conti, Ninja Warrior e un nuovo programma con Nicola Savino”

Federico Russo a Blogo: “La musica in tv, Emozioni Playlist, la radio, Carlo Conti, Ninja Warrior e un nuovo programma con Nicola Savino”

Tv e l’altra musica – Si inizia con Federico Russo. Intervista al conduttore fiorentino.

pubblicato 16 Giugno 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 23:37

Tv e musica. Debutta oggi su TvBlog una rubrica estiva, gestita a settimane alterne dal sottoscritto con Grazia Sambruna, dedicata alla musica in televisione. E quando si pensa alle sette note sul piccolo schermo, oggi, non si può non pensare a Federico Russo. Un po’ perché canta e ama la musica. Un po’ perché è riuscito a trasformare questa passione viscerale in lavoro. “Ho questa passione da sempre”, ci racconta il fiorentino, attualmente in onda con Emozioni PlayList (lunedì, seconda serata, Rai 2) e Start-La vita a portata di app (questa sera ultima puntata, sempre seconda serata, Rai 2). “Il canto è stato un divertimento del liceo che mi ha portato pure a partecipare ad Operazione trionfo. Canto tutt’ora con Mandelli, ma è un divertimento. Mi definisco più un appassionato di musica, la mia vera passione è legata all’ascolto”.

“La musica in tv non funziona”, lo si è sentito dire per anni. Leggenda o verità?

“E’ cambiato il modo di fare e consumare la musica in televisione, non è che non funziona. Ai miei tempi, quelli di Mtv, il protagonista era il videoclip. Oggi i video sono un piacere di nicchia, non c’è più attesa per la première del video di un artista e quindi è inevitabilmente cambiato qualcosa. Oggi la musica viene narrata, attraverso i talent e le storie: funziona solo se c’è un racconto, qualcosa in più rispetto alla semplice performance. La performance semplice, forse, è più per appassionati. Ed io sono fra questi”.

Musica come racconto. Un bell’esempio è Emozioni Playlist.

Emozioni Playlist è prettamente racconto. Si raccontano le storie dei personaggi anche attraverso le loro canzoni, ma sono solo un pretesto. Emozioni è un grande esempio della musica narrata. Ma anche il talent è racconto. Lì si racconta chi sono le persone che salgono sul palco, non ci si ferma alla performance”.

Spopola sui social l’hashtag #EmozioniPlaylistPRIMASERATA.

“Qualcuno c’ha fatto un pensierino, non lo nego. Spero, un giorno, di poter avere la possibilità di portare Emozioni in un orario più raggiungibile per le persone che a una certa devono andare a dormire perché il giorno dopo lavorano. Credo che la dimensione ideale di Emozioni, cos’è com’è, sia la seconda serata, ma ha un’adattabilità anche per la prima serata. Perché no?”.

Oggi programmi Trl o Hitlist Italia potrebbero funzionare?

“Potrebbero. Anche lì, c’era tanto racconto. Hitlist Italia sembrava Emozioni: gli interventi di noi conduttori servivano per raccontare qualcosa. Trl era impostato sulla classifica dei videoclip e oggi, come dicevo, non sono più un evento. Se uno vuole vedere un video, non deve aspettare che passi su Mtv. L’attesa della canzone che ti piaceva era bellissima, non c’erano altri modi per ascoltarla se non fare zapping sulle radio o Mtv. Oggi basta andare su Youtube, puoi ascoltare quel che vuoi e quando vuoi”.

Quindi musica come evento. Sanremo, i Wind Music Awards, gli speciali di Rai 1, ma anche l’Eurovision. Hanno fatto numeri importanti.

“Questo rincuora. Dimostra che la musica ancora va. E pure programmi di pura performance, come è stato l’Eurovision, riescono a far numeri anche su una rete in cui tutto ciò non era scontato. E’ stata una grande soddisfazione raccontare quell’evento. E’ stato difficile perché, essendo su Rai 1, dovevamo raccontarlo a tutti gli italiani. Non bisogna dimenticare che si tratta di un evento in inglese, condito da gag di umorismo nordico… l’obiettivo è cercare di tradurlo e renderlo malleabile al pubblico italiano, magari scontentando qualcuno che se lo sarebbe visto in lingua originale. Non è facile mettere tutti d’accordo, ma credo che sia andata bene così. E’ stata senz’altro una scommessa vinta da parte di Rai 1″.

Musica come racconto, come evento, ma anche come talent. Tu hai fatto il concorrente ed il presentatore. Com’è andata l’ultima edizione di The Voice?

“Mi sono divertito, sono molto soddisfatto. E’ stata un’edizione partita con tante novità, i coach sono stata quella più evidente. E’ stata una scommessa vinta anche dal punto di vista del talento, abbiamo sentito cose interessanti. Io impazzivo per la nostra vincitrice, Alice Paba. E’ un personaggio che non mi lascerei sfuggire, fossi un discografico. Questi programmi sono un’occasione per i cantanti, ma anche per chi ascolta ed è alla ricerca di talenti. Io sono molto affezionato a The Voice, queste tre edizioni sono un bel ricordo per me”.

Sarà effettivamente l’ultima edizione?

“Non lo so, spero di no. Non lo so perché non ho seguito e non sto seguendo il discorso”.

Hai parlato di Alice Paba. Le vendite non sono state dalla sua parte (è uscita dalla top 100 di iTunes una settimana dopo la finale del talent), ma negli ultimi anni non sono state buone neppure per altri finalisti di altri talent. C’è il rischio saturazione?

“La vendita dei concorrenti dei talent è altalenante. Magari c’è un anno in cui si vendono migliaia di copie, mentre l’anno successivo se ne vendono decine. Non bisogna mai dimenticare che i talent sono anzitutto dei programmi televisivi che danno un’occasione. Finito il talent, spetta al talento avere la calma mentale per scegliersi la squadra, capire cosa vuole fare e dove vuole andare. E’ fisiologico non spaccare subito e non entrare in classifica una settimana dopo la fine del talent. Chi ha partecipato deve racimolare le idee, ci vuole tempo. Dopo entra in scena un lavoro che non deve fare The Voice, ma che spetta all’artista, a chi segue l’artista e alle radio”.

A proposito di radio. Sei una ‘voce’ di Radio Deejay da tanti anni, ma se Carlo Conti ti chiamasse nella ‘sua’ Radio Rai? Ha parlato bene di te nella sua prima intervista da direttore artistico.

“(ride forte, ndr) Domanda di calciomercato: dovesse chiamarti il Real Madrid…? Sono felice per Carlo, è un ruolo che merita. Lui ha iniziato con la radio, credo sia la persona più adatta per ricoprire quel ruolo. E io, fra l’altro, ho iniziato dalla ‘sua’ radio a Firenze ma non lo conoscevo perché quando ho iniziato io, lui faceva già televisione. Ho una grande stima di Carlo, è stato un onore aver collaborato con lui in passato e mi sono sempre trovato bene. Il fatto che abbia parlato bene di me onora. E’ chiaro che io adesso sono a Radio Deejay, sono lì da tanto e sto bene perché è una radio a cui sono affezionato sin da bambino”.

Son quasi dieci anni, una vita.

“Son quasi dieci anni, è vero… come passa il tempo. Ho iniziato a far radio ascoltando Radio Deejay, sono affezionato alla mia casa. Poi, chissà”.

Ultime domande di ‘telemercato’. Un paio di giorni fa hai pubblicato una foto dai corridoi Rai, cosa ci facevi? 

“Sto preparando un programma per l’estate con Nicola Savino. E’ un programma sulla storia comica di Rai 2, andrà in onda per tutta l’estate”.

E poi c’è Ninja Warriors su Nove.

“Siamo in clima di preparazione, andrà in onda in autunno. E’ un format straniero per la prima volta in Italia, ha avuto successo in tutto il mondo… ci divertiremo. E’ un qualcosa di nuovo per la televisione italiana, mancava”.