Damon Lindelof parla del finale di The Leftovers: “Siamo partiti dall’ultima scena che volevamo”
La terza stagione sarà l’ultima per la serie tv di HBO
“Penso che The Leftovers si è ritagliata uno spazio nell’universo televisivo trovando una nicchia di pubblico, piccolo e appassionato, una sorta di setta. Per questo non sento la pressione che potrebbero aver avuto con Breaking Bad, Lost, Game of Thrones o The Walking Dead, quando devono concludere la serie o la stagione” è il pensiero di Damon Lindelof sceneggiatore e showrunner di The Leftovers (e in passato di Lost) serie tv di HBO che si avvia alla conclusione con la prossima terza stagione.
Basata sul romanzo di Tom Perrotta del 2011, che ha fornito il materiale per la prima stagione ma da cui si è distaccato a partire dalla seconda stagione acclamata dalla critica e dal pubblico, anche se ha sempre avuto numeri molto limitati, come sottolineato anche dallo stesso Lindelof. Pochi, fedeli e attenti fan che ora aspettano con curiosità e interesse il finale di serie, con la terza stagione che dal Texas della seconda si sposterà in Australia.
Siamo partiti dalla fine. Ci siamo detti, quale vogliamo che sia l’ultima scena della serie, chi ci deve essere in questa scena, cosa dovrebbe succedere, cosa vogliamo che lasci da un punto di vista emotivo? E poi dal punto di vista narrativo cosa potrebbe succedere, quale potrebbe essere la chiusura di una serie che non è mai stata incentrata su un mistero e non ha mai avuto vere e proprie chiusure, ora che in ogni caso tutto finirà? […] Quindi abbiamo fissato quella che per noi sarebbe dovuta essere la conclusione.
Secondo Lindelof gli otto episodi della stagione finale, le cui riprese dovrebbero proseguire fino a settembre, saranno perfetti per chi ha visto The Leftovers fino ad ora, non ci saranno rivoluzioni, nè grossi cambiamenti, come si capisce dalle parole rilasciate dallo showrunner a deadline. “Sicuramente non sarà uno shock l’ultima scena. Non so dire se sarà rassicurante, piacevole, perchè questo è più relativo”
Penso che la prima stagione sia stata come girare la chiave per avviare il motore che, dopo qualche tentennamento, riesce ad accendersi solo verso il finale. E da quel momento credo che la strada percorsa sia stata davvero incredibile. Devo ammettere che abbiamo sempre pensato lo show una stagione per volta. Così quando si è chiusa la seconda stagione, ho capito che eravamo molto più vicini a una chiusura di quanto non fossimo all’inizio. E non ho mai voluto fosse una serie che durasse per tantissime stagioni. Tre ha iniziato ad essere il numero perfetto.
Lindelof ha voluto poi ringraziare l’ex responsabile della programmazione HBO Michael Lombardo (recentemente sostituito da Casey Bloys), da sempre fan della serie, che ha contribuito a portarla fino alla terza stagione “Mi ha chiamato alla fine della scorsa stagione e m’ha detto, facciamone una terza“, che era poi lo stesso pensiero di Lindelof. Ma Lombardo ha contribuito anche alla realizzazione della stagione visto che durante la seduta di presentazione delle idee sulla terza stagione, ha aiutato a scovare errori e problemi che sarebbero potuti sorgere. “Per questo spero che quando vedrà la terza stagione, la sentirà come parte della sua eredità lasciata al canale“.
Lindelof ha anche rivelato come Lombardo ha giocato una parte importante nel suo approdo sulla HBO, un luogo dove c’è ancora una costruzione quasi artigianale dei prodotti seriali visto che hanno poche serie tv da realizzare. Pensando al futuro, al dopo The Leftovers, Lindelof non si sbilancia anzi rivela di non avere alcun progetto in preparazione perchè vuole pensarci solo dopo novembre quando sarà finita (probabilmente) anche la parte di montaggio e editing finale della terza stagione.
Lindelof ha inoltre confessato di aver registrato ma di non avere ancora visto la prima puntata di Wrecked la comedy di TBS che è una sorta di omaggio in chiave comica a Lost (forse arrivato un pò troppo in ritardo rispetto alla chiusura della serie), ma per lui è motivo di orgoglio vedere come Lost sia ancora molto amata, sia ancora parte della cultura popolare soprattutto quando in giro ci sono così tante serie tv.