Jessica Jones, Krysten Ritter: “Molta gente mi ha ringraziata per questo personaggio”
Krysten Ritter e Melissa Rosenberg hanno parlato di Jessica Jones, delle difficoltà di interpretare la protagonista e di come la serie sia cambiata dopo essere stata ordinata da Netflix
Tra le varie serie tv tratte da fumetti della Marvel, Jessica Jones è quella che più si discosta dal classico modello del supereroe in televisione, per intraprendere un percorso più intimista, legato alla protagonista, una donna vittima di abusi in passato, che soffre di disturbo post traumatico da stress e che non pensa ai propri superpoteri come ad un modo per diventare un’eroina.
Krysten Ritter riesce ad interpretare questo personaggio senza eccedere nei toni, offrendo al pubblico una donna che soffre ma che sa anche cosa deve fare per salvare le persone a cui vuole bene. “Volevo essere in una serie dark e cruda che superasse i limiti”, ha spiegato l’attrice. “Quando mi ha chiamato il mio agente ed ha fatto il nome di Marvel e Netflix, ho pensato a questi due giganti con cui vuoi lavorare. Ho detto ‘Grande’. Poi ho sentito che la protagonista era una supereroina, ma era pessima nel farlo. Ho pensato ad una serie comica. Quando ho letto una scena in cui c’erano dei nomi buffi per celare la presenza di Luke Cage (Mike Colter), ho trovato i semi per la sua oscurità. E’ alcolizzata ed incasinata, la cosa mi ha intrigato. Mi hanno chiusa in una stanza con la sceneggiatura, sono impazzita. Quando sono uscita ho detto ‘Facciamolo'”.
La produttrice esecutiva Melissa Rosenberg ha sempre pensato alla Ritter come possibile protagonista:
“Uno degli aspetti più importanti del personaggio è che chi lo interpreta deve avere sia un tono drammatico che uno comico. E’ difficile trovare delle persone che abbiano entrambi. Una delle battute che abbiamo usato durante i provini appartiene al secondo episodio, in cui Jessica dice ‘Non me ne frega un cxxxo in che mxxxa ti ritrovi, basta che ci resti in silenzio’. Nessuno riusciva a trovarci dello humor. Lei ha separato il buono dal cattivo. Ha alzato l’asticella in alto, ed abbiamo provinato tanti attori”.
La preparazione del personaggio, per l’attrice, ha richiesto molto allenamento fisico ed isolamento:
“E’ la sfida più soddisfacente che abbia affrontato. Sono andata in palestra, mi sono allenata. Sono smilza, non come Jessica Jones, ho dovuto migliorare la mia postura. Passavo tre-quattro ore con un acting coach per costruire un contesto al personaggio. In tv si va così veloce, hai le scene all’ultimo minuto. Avere questa base mi ha aiutato in numerose scene che ho ricevuto e dovuto girare nel giro di un giorno. Si tratta di prepararsi al lavoro, immergersi nel personaggio. Ero a New York, ma io vivo a Los Angeles. Ero in un appartamento, senza le mie amiche, in completo isolamento. Questo mi ha aiutata ad entrare nel personaggio.”
Prima di arrivare su Netflix, con un accordo con la Marvel che prevede la realizzazione di quattro serie tv e di una miniserie, Jessica Jones sarebbe dovuta andare in onda sulla Abc. “Gli Abc Studios mi hanno chiesto cosa volessi fare, e gli risposi che volevo raccontare la storia di un supereroe in difficoltà”, ha spiegato la Rosenberg. “Ma non aveva il giusto tono per il network”. L’arrivo su Netflix ha cambiato anche alcune cose dello show:
“Quando lavori su un network con la pubblicità, lavori a dei casi di puntata. Ci stavamo muovendo in quella direzione. Sarebbe stato meno difficile e crudo. Ma su Netflix non hanno la pubblicità, hanno spettatori che fanno le maratone di episodi. C’era più spazio per creare profondità. Su un network, avremmo dovuto ridurre le scene. Su Netflix, è stato il contrario. Cercavamo più scene da girare”.
Il risultato è una serie diversa dalle solite, che ha permesso alla Ritter di ottenere il ringraziamento da chi soffre davvero di disturbo da stress post traumatico, ma anche di dare il via ad una discussione sulla tematica del femminismo:
“La serie ha dato il via a delle discussioni sul femminismo che non mi aspettavo. La gente veniva da me a parlarmi di significati di cose che non pensavo di aver fatto. Credo che alla gente piaccia vedere un personaggio femminile che non appare in un certo modo, che è forte, tosta, che non rinuncia facilmente. Mostra vera forza. Mi sono commossa quando alcune persone mi hanno detto che lo show le ha aiutate. Mi dicevano ‘Grazie per averlo fatto con integrità. Ho il disturbo post traumatico da stress. E’ così che ci si sente’. Molte persone si sono sentite rappresentate da Jessica e questo è innovativo e fantastico”.
[Via DeadlineHollywood]