Per te, per tutti: Il sogno (possibile?) della Rai di Campo Dall’Orto
Dietro un claim di un giorno, un anno di semina, in attesa del raccolto
C’è una ragione che cresce in me
e l’incoscienza svanisce e come un viaggio nella notte finisce
Quando è arrivato in Rai un pensiero è parso subito chiaro in lui: rifare la mentalità dell’azienda radiotelevisiva pubblica di Stato. Troppi anni in cui la concentrazione di tutti era fissata sugli ascolti, sulla gara con la concorrenza a colpi di share e di audience. Era arrivato il momento di pensare al prodotto, rivolto si a tutti, ma con un occhio ben puntato verso chi la Rai non la guardava più, o peggio ancora non l’aveva mai vista.
dimmi, dimmi, dimmi che senso ha
dare amore a un uomo senza pietà
uno che non si è mai sentito finito
che non ha mai perduto, mai per me, per me una canzone
Da qui nasce il claim lanciato durante la presentazione dei palinsesti milanese “Per te, per tutti”. Chiaro il messaggio, rivolgiamoci proprio a te, con tutte le differenze che i vari “te” rappresentano, ma allo stesso tempo a tutti, attraverso un offerta mirata a quante più teste (e cuori) possibili. Anche a chi era stato costretto a rivolgersi ad altre parti per trovare qualcosa che dannatamente (più o meno) cercava.
mai una povera illusione un pensiero banale qualcosa che rimane
invece per me, più che normale
che un’emozione da poco mi faccia stare male
A costo che tutto alla fine sia un illusione (magari di 3 anni) ma il coraggio e la voglia di provarci e dimostrare che un illusione non è. Provare a fare qualcosa di nuovo in una strada ancora percorsa da tante piccole buche lasciate da chi l’ha transitata fino ad un anno fa. Buche che lentamente dovranno essere tolte e sostituite da tante emozioni, perchè di emozioni la televisione -anche- e forse principalmente vive ogni giorno. Emozioni che possono diventare anche dei pugni nello stomaco, ma che servono a pararne tanti altri di pugni, che potrebbero fare dei danni ancora maggiori.
una parola detta piano basta già ed io non vedo più la realtà
non vedo più a che punto sta
la netta differenza fra il più cieco amore
e la più stupida pazienza no, io non vedo più la realtà
nè quanta tenerezza ti da la mia incoerenza
pensare che vivresti benissimo anche senza.
Un occhio verso la realtà di tutti i giorni, un altro rivolto alla fantasia, al sogno, allo spettacolo, a tutto ciò che rende parte dell’universo televisivo uno specchio in cui ci piace vedere quello che vorremmo essere e che invece, per molti motivi non siamo riusciti a diventare.
In qualunque modo la pensiate (come diceva Michele Santoro) questa è la Rai di Campo Dall’Orto, nel bene e nel male. Non resta che attendere e vedere, ovunque lo vorrete fare e poi giudicare.