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Le regole del telespettatore perfetto (passano su internet)

Il pubblico di Raidue è riuscito tramite internet a creare il caso delle scene censurate ne Le regole del delitto perfetto, portando la Rai a chiedere scusa e dimostrando di avere una voce

pubblicato 12 Luglio 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 22:36

Se c’è una cosa che il caso della censura del primo episodio de Le regole del delitto perfetto ci ha insegnato, è che laddove un network pecca di “eccessivo pudore” (tanto per citare il direttore di Raidue Ilaria Dallatana), c’è un esercito di telespettatori pronti a tirargli le orecchie.

La notizia non è tanto la censura avvenuta nell’episodio di venerdì scorso, quanto, piuttosto, l’immediata reazione di quel pubblico che, avendo già visto la puntata su Sky o dopo averla scaricata, si è accorto del taglio ed ha iniziato a tempestare Twitter di proteste e segnalazioni. Una reazione a cui la Rai, però ha saputo rispondere con un’insolita prontezza ed umiltà.

Fateci caso: quando fu censurato Brokeback Mountain (ai tempi si disse che la versione andata in onda era quella consegnata direttamente dalla casa di produzione alla Rai) ci vollero mesi prima che Raidue rimediasse al clamore suscitato dal taglio di tre scene di sesso gay -anche in quel caso, le scene di sesso eterosessuali non erano stato toccate-, riproponendo il film in terza serata.

Nel caso de Le regole del delitto perfetto, invece, Raidue, ha rimediato subito, chiedendo scusa e, soprattutto, rimandando in onda gli episodi a due giorni di distanza dalla prima tv in chiaro. Certo, il palinsesto estivo e la finale degli Europei di calcio hanno facilitato la scelta di “sprecare” una prima serata con una replica di una serie tv che già due giorni prima aveva ottenuto scarsi risultati (5,6% di share, diventati il 2,4% domenica). Ma in questo modo Raidue ha archiviato il caso velocemente e senza trascinarsi dietro ulteriori polemiche.

Se il pubblico non fosse intervenuto su Twitter, probabilmente, non ci sarebbe stata nessuna replica. In questo caso, invece, ad alimentare lo stupore verso quest’episodio è stata anche la capacità di coinvolgere i diretti interessati, ovvero il creatore dello show Peter Nowalk, l’attore Jack Falahee (al centro delle suddette scene) e la produttrice Shonda Rhimes.

Se dei primi due vi abbiamo già riportato le dichiarazioni via Twitter, la terza, invece, ha voluto commentare in modo secco e deciso la sua presa di posizione:

“Questo. La censura di ogni tipo di amore non ha scuse. #Htgawm #Loveislove”

L’accusa della Rhimes è riuscita anche a mobilitare l’account Twitter dell’Ufficio Stampa della Rai, che le ha risposto prontamente (anche se nel citare Raidue non ha utilizzato l’account ufficiale della rete):

“Vero @Shondarhimes. La versione integrale dell’episodio andrà in onda domani alle 21:00 su @Rai2. #Loveislove #Htgawm”.

Se la Rai voleva diventare un’azienda capace di avere risonanza a livello internazionale, ce l’ha fatta. Peccato che le sia riuscito in un modo molto imbarazzante, a cui però è riuscita a rimediare, come detto, senza trascinare ulteriormente le polemiche e riconoscendo ai telespettatori un potere che sembrava aver smarrito, ovvero quello di poter dire la propria al punto da spingere un network a fare marcia indietro. Forse per la delicatezza del tema trattato, al punto che lo stesso Falahee, in risposta ad un tweet, si è domandato se non sia stata una svista eccessiva:

“Credi veramente che i telespettatori in Italia non siano ‘pronti’ per la vita vera? Anche il Vaticano ha iniziato ad aprire gli occhi”.

Un caso che è arrivato in America al punto da finire sui maggiori siti di informazione televisiva statunitense: TvLine, Entertainment Weekly, The Hollywood Reporter e tanti altri hanno ripreso la notizia, evidenziando la gaffes (perchè di gaffes si tratta) della Rai, ma anche l’onda provocata dai telespettatori italiani che hanno voluto ribadire che gli italiani non sono omofobi. E che, in questa maniera, hanno limitato il danno di una Rai proiettata verso il futuro ma trascinata da questi errori verso un pudore che non ha più senso. Una regola, però, la Rai l’ha imparata: ascoltare il telespettatore, che di regole perfette per come farsi sentire sul web ne conosce.