Alessandra Angeli (Angelina) a Blogo: “Secondo lavoro dopo Pechino Express. Mi batto per i diritti sociali per le persone transessuali”
Intervista ad Alessandra Angeli, l’Angelina di Pechino Express e The Voice of Italy, sui temi lgbt in tv
Make up artist di successo, eroina di Pechino Express (nella coppia de Le Cattive), V- Reporter dell’ultima stagione di The Voice of Italy: Alessandra Angeli (conosciuta dal grande pubblico come Angelina) si racconta a Blogo toccando le tappe della sua vita professionale con un focus molto dettagliato sulle tematiche lgbt in tv.
Quale è stato l’impatto mediatico dopo la partecipazione a Pechino Express?
È stato un impatto positivo, dopo quella occasione mi sono state date diverse opportunità soprattutto nella tv pubblica e, quando hanno scritto o scrivono di me scrivono “la make up artist” , “la conduttrice”, “la concorrente” solo sporadicamente “la transessuale”, mai “il trans”. Per me questa è stata una piccola vittoria, e non perché io aspiri a chissà quale “normalità” o voglia nascondermi, mai fatto, ma perché mi sono sentita rispettata.
Come è cambiata la tua vita dopo la grossa esposizione mediatica dell’adventure game di Rai2?
Non è cambiata sotto nessun aspetto, stessi amici, stessa casa, stesse abitudini poco mondane. L’unica cosa che è cambiata è che ora ho un secondo lavoro e accade spesso che persone sconosciute mi salutino e mi sorridano quando mi incontrano per strada o sui mezzi pubblici.
Ti piace la rappresentazione che, in televisione, si dà dell’universo transgender?
Qualcosa sta cambiando, mi riferisco a serie tv come Transparent e Sense8 in cui personaggi transessuali sono lontani dai cliché e raccontano con tenerezza e forza i loro sentimenti senza scadere nel cliché, e a quel bellissimo racconto sulla transessualità fatto da Real Time con “Vite Divergenti” in cui gli attivisti del M.I.T. si raccontano a tutto tondo, parlando della famiglia, amici, lavoro, amore. Mi sento molto poco rappresentata da chi fa della transessualità un’opportunità lavorativa e va in tv a parlarne, prestando il fianco ad un sensazionalismo becero con un forte retrogusto di morbosità mascherato da sensibilizzazione, magari facendosi portavoce di chi non gli ha mai dato mandato per farlo.
Si è parlato nei giorni scorsi di polemiche legati ai tagli di alcune scene de Le regole del delitto perfetto. Tu hai fatto presente che con te e Costantino in prime time non c’è rischio di “omofobia” o “censura”. Pensi che negli ultimi anni, in tv, in generale, ci siano stati passi avanti?
Sono convinta che i passi avanti siano stati fatti, il solo fatto che Rai Due abbia fatto pubblica ammenda ed abbia rimandato in onda quella puntata senza tagli lo dimostra, c’è stato un tempo in cui il dissenso non veniva ascoltato dai vertici del servizio pubblico e penso che i social network abbiano acquisito un ruolo importante in questo senso. Dobbiamo ricordarci che vista l’ingerenza del clero in molte questioni, non viviamo in uno Stato perfettamente laico e che la legge sui diritti civili è cosa solo dell’altro ieri: ahimè dovremo continuare a batterci per ottenere dei diritti che dovrebbero esserci riconosciuti di default come persone, cittadini e contribuenti, ma siamo forti, ce la faremo, anche se le tempistiche per ottenere un cambiamento in questo paese sono estenuanti e le argomentazioni per impedirlo spesso sono ridicole ed anacronistiche.
Ad oggi, non c’è alcuna forma di preclusione nel mondo dello spettacolo verso persone dichiaratamente gay o transgender?
Credo che ce ne siano ancora, ma molte meno di qualche tempo fa, diciamo che c’è una volontà di rappresentare l’omosessualità e la transessualità in modo diverso da quanto fatto fino a ieri. Ovviamente i margini di miglioramento sono ampissimi.
Quale è la giusta ricetta vincente per abbattere i pregiudizi della gente verso le persone transgender?
Mi piacerebbe tanto averne una ma non ce l’ho, potrei parlare della mia esperienza personale, che però è la mia e magari per altr* potrebbe non funzionare; posso dire che, in linea di massima, non temere il pregiudizio e non nascondersi aiuta, mostrarsi “forti” aiuta, ma mi rendo conto che esistono delle realtà in cui mettere in pratica questi consigli non è facile, soprattutto in provincia in cui si è sol*. L’ignoranza ed il pregiudizio di combattono con la conoscenza.
La televisione, a tuo parere, ha contribuito, in maniera sostanziale, ad accellerare il processo di riconoscimento delle unioni civili?
Sì, innegabilmente anche la televisione ha, in parte, contribuito a questo processo spesso cavalcando dei momenti e , a volte, molto poche, facendosene promotrice.
Esistono serie tv, programmi, fiction dove le tematiche lgbt sono trattate con maggiore sensibilità?
Esistono, come ho detto prima, e ce ne sono diverse scritte bene.
Sei mai stata la promotrice di una battaglia ideologica a sostegno della causa lgbt?
Sì, nel mio piccolo mi batto per il riconoscimento dei diritti sociali per noi persone transessuali che, a causa dello stigma sociale che viviamo e dei documenti difformi, spesso e volentieri non abbiamo accesso al mondo del lavoro e , nel caso delle transessuali MtoF, questo si traduce nella scelta, obbligata, di prostituirsi per sopravvivere. Vorrei che chi ci governa facesse qualcosa per cominciare un cambiamento, magari incentivando i datori di lavoro con degli sconti fiscali qualora assumano delle persone transgender, so che può suonare come “assunzione protetta” ma credo che da qualche parte si debba cominciare e che anche questo sia fondamentale per combattere il pregiudizio.
Hai mai subito pregiudizi sul tuo lavoro per la tua condizione di donna transgender?
Sì, ne ho subiti e ne subisco, molto più dai gay che dagli eterosessuali.
Cosa gli italiani, secondo te, non sono ancora riusciti a cogliere dell’essenza trans?
Cos’è l’essenza trans? Un’ eau de parfum?
Per te, la televisione rimane una parentesi?
Lo era all’inizio, ora sta diventando una vera e propria professione parallela a quella di make up artist che amo e non abbandonerò mai.