Nomine direttori tg Rai, Enrico Mentana: “Ordine di rimuovere Berlinguer dal Tg3 è arrivato all’improvviso e da fuori in vista del referendum”
“Storia tristissima e pacchiana. Obiettivo è rimuovere Berlinguer dal Tg3, ma sostituiscono anche Masi del Tg2 per dimostrare alla Commissione di Vigilanza che non è un fatto personale, e politico”
Enrico Mentana ha scritto sulla sua pagina Facebook parole chiare e di buon senso sul tema delle nomine dei direttori dei telegiornali della Rai. Oggi, al massimo domani, la vicenda dovrebbe chiudersi con l’annuncio ufficiale della riconferma di Mario Orfeo al Tg1 e delle sostituzioni di Marcello Masi e Bianca Berlinguer rispettivamente dal Tg2 e Tg3.
Mentana osserva che fino a qualche settimana fa la rimozione della Berlinguer non era tra le priorità dei dirigenti Rai, come dimostra il fatto che nei palinsesti non fosse previsto lo spazio che poi è stato proposto alla giornalista (una striscia d’informazione prima del notiziario delle 19) a mo’ di risarcimento per la sua sostituzione:
Questa storia del cambio di direttori nei tg Rai è tristissima e pacchiana insieme. È chiaro che l’obiettivo era rimuovere Bianca Berlinguer dal tg3. Ed è chiaro che i top manager Rai questo obiettivo proprio non se lo erano prefisso, tanto è vero che poche settimane fa sono stati presentati i palinsesti della nuova stagione, senza tenere conto di un possibile spazio “risarcitorio” per lei. Insomma, l’ordine è venuto improvviso e da fuori. In vista del referendum? Direi proprio di… sì. Ma per non farla troppo evidente si è pensato di non sostituire solo lei. Quindi via anche Masi dal tg2, così, per compagnia, per dimostrare alla Commissione di Vigilanza che non è un fatto personale, e politico. Una foglia di Fico, insomma. Quelli dell’opposizione strepiteranno per il colpo contro i sostenitori del no referendario, quelli della maggioranza diranno che la Berlinguer era lì da 7 anni e cambiarla non è un delitto, e nessuno si filerà il povero Masi, danno collaterale di una guerra politica, che conferma al di là di ogni sarcasmo che tutti noi paghiamo la Rai nella bolletta della luce, ma le mani sull’interruttore sono sempre le stesse.
In diretta ieri sera il direttore del TgLa7 ha aggiunto (video in apertura dal minuto 27):
Il problema è che l’editore del servizio pubblico televisivo è la politica, è il Parlamento. Si discute sulle nomine dei direttori pensando al referendum e non all’informazione sui fatti internazionali, sulla cronaca, sull’economia. Si pensa alle nomine pensando alle scadenze politiche. Finché la politica sarà l’editore della Rai ci possono essere i giornalisti più bravi del mondo ma il problema resterà sempre lo stesso.
La sera precedente aveva parlato di “sceneggiate Rai” sulle nomine.