Rio 2016: tra dirette finte e “clippini” inutili la Rai si salva grazie alla bravura dei suoi migliori telecronisti
Le voci storiche di Mamma Rai non hanno tradito, ma molte scelte sono sembrate insensate.
di Lucia Resta
Per chi è cresciuto a pane e sport in tv, i tuffi non sono tuffi senza la telecronaca di Stefano Bizzotto e l’atletica non si può guardare senza la voce di Franco Bragagna, né le interviste a caldo si possono ascoltare se a farle non c’è Elisabetta Caporale. Anche per le Olimpiadi di Rio 2016 sono stati le voci e i volti storici di RaiSport a permettere alla Rai di prendere la sufficienza per la copertura offerta durante il più grande evento sportivo dell’anno.
Chi ha seguito i Giochi per lavoro, come me e i miei colleghi di Blogo Sport, non ha tuttavia potuto fare affidamento solo sulla Rai per riuscire a seguire tutte le gare importanti e tenere informati i lettori su quanto stava succedendo a Rio. In particolare credevamo che Raidue, la “rete olimpica”, ci avrebbe fornito un flusso continuo di notizie da tutti i “campi” e dirette delle fasi significative delle diverse gare come ha fatto Sky nel recente passato. Invece non c’è stato un vero e proprio coordinamento in studio, solo qualche rara epifania di Simona Rolandi, il programma di Franco Lauro in tarda serata a commento di quanto già successo durante il giorno e poi il Tg2 che è sembrato a tratti irritante.
Rai e Rio 2016: il Tg2 in versione olimpica
Il Tg2 in “versione olimpica”, infatti, è stato realizzato evidentemente dalla redazione del telegiornale generalista e i servizi sembravano confezionati da giornalisti alle prime armi, pieni di banalità e scritti senza una vera e propria conoscenza della materia. Una semplice esaltazione delle imprese degli azzurri, senza spirito critico, ma soprattutto senza una infarinatura di base sullo sport di cui si stava parlando. Facciamo qualche esempio pratico? Ok. In un servizio del Tg2 ho sentito definire Elia Viviani come (parole testuali) “l’unico vero ciclista che si dedica a pista e strada”. Una cosa falsissima, che anche chi segue il ciclismo sporadicamente sa, mentre per chi è fanatico di questo sport è una vera e propria bestemmia. E pochi secondi dopo il servizio su Viviani, ecco quello su Rachele Bruni, argento nella 10 km di fondo, ma interamente dedicato alla sua omosessualità. Una scelta che probabilmente ha fatto sentire all’avanguardia chi l’ha fatta e che invece è stata più discriminatoria e bigotta di quanto possa sembrare, visto che solo quando l’omosessualità smetterà di essere una notizia saremo un Paese veramente civile.
Vista la pochezza in materia di sport della redazione del Tg2, perché non lasciare anche le finestre del Tg a RaiSport? E perché non tenere un conduttore fisso in studio a coordinare il flusso di notizie magari con l’aiuto di una grafica più chiara ed elegante di quella “anni ’80” che si è vista per tutte le Olimpiadi?
In pratica il Tg2 ha fatto più danni che benefici, perché dovendo rispettare gli orari canonici spesso si è ritrovato a interrompere eventi importanti come la premiazione degli ori dello Skeet nel Tiro a Volo, disciplina in cui l’Italia è stata eccellente, ma poiché le gare finivano intorno alle 20:30 il momento dell’ascolto dell’Inno di Mameli veniva bruscamente rimandato a dopo il Tg e trasmesso in differita. Lo stesso è successo con la premiazione degli azzurri del volley nell’ultimo giorno, in cui c’era solo un argento da celebrare, ma al termine di una partita vista da oltre cinque milioni di persone. La cerimonia di consegna delle medaglie è andata in onda su RaiSport 2, ma senza un preavviso da parte di nessuno.
Rai e Rio 2016: il coordinamento e la scelta sulle dirette
Un’altra gravissima nota di demerito a chi ha coordinato le scelte degli eventi da trasmette è relativa al fatto che spesso su Raidue c’era in bella mostra la scritta “diretta”, ma in realtà la gara era finita da ore. Volete un esempio anche qui? Eccolo: sabato sera, 20 agosto, dopo le 20 su Raidue veniva trasmessa la gara di mountain bike femminile con la scritta “diretta” ma terminata da un’ora, contemporaneamente su RaiSport 1 spazio alla ginnastica ritmica in rigorosa differita e su RaiSport 2 il golf femminile, anche questo con la scritta “diretta”, ma terminato da due ore. Ma episodi di questo genere ci sono stati ogni santo giorno per tutta la durata delle Olimpiadi.
In generale, il coordinamento editoriale affidato a Riccardo Pescante ha evidenziato fin troppe pecche, è sembrato molto disordinato e approssimativo, mentre il riempimento dei “buchi”, ossia di quei momenti in cui non c’erano gare rilevanti per gli italiani, è stato fatto probabilmente a casaccio e usando spesso come riempitivi gli sport più noiosi (vela e golf).
Rai e Rio 2016: le interviste agli atleti
Quest’anno abbiamo notato, rispetto alle precedenti edizioni delle Olimpiadi coperta in esclusiva dalla Rai, una minore attenzione per le interviste. A parte quelle di Elisabetta Caporale (una grande, ma che con le lingue straniere non è propriamente abilissima), che come sempre si è sdoppiata tra nuoto e atletica, quelle di Arianna Secondini ai ragazzi e le ragazze della pallanuoto, e quelle subito dopo le gare di canottaggio e ciclismo su pista, sono mancate le interviste a caldo nella pallavolo, il beach, il ciclismo su strada, la scherma e molti altri sport, mentre una volta la copertura era più capillare.
Rai e Rio 2016: i “clippini”
Una cosa che personalmente avevo notato già in altre edizioni dei Giochi: la Rai si diverte a confezionare dei “clippini” come riempitivi relativi alle medaglie e ai momenti più divertenti delle Olimpiadi con tanto di colonna sonora. Ebbene i primi sono risultati troppo lunghi e macchinosi, mentre sarebbero potuti essere più emozionanti e celebrativi, i secondi, quelli sui “momenti divertenti” a volte sembravano ideati da qualcuno che aveva alzato un po’ troppo il gomito ed era dunque l’unico a ridere di quello che aveva fatto…
Rai e Rio 2016: lo streaming
Sullo streaming dei canali Raidue, RaiSport 1 e RaiSport 2, cui si poteva accedere anche dal sito ufficiale di raisport, nulla da dire, su quello del sito rai.it/rio2016, invece, c’è da evidenziare che spesso si è bloccato e anche sul più bello, come per esempio nella finale della ginnastica ritmica a squadre (ho avuto la conferma anche da persone che si trovavano in una città diversa dalla mia e con diversa connessione). La prossima volta occorrerà renderlo più affidabile.
Rai e Rio 2016: le telecronache
E dopo tante ombre, ecco finalmente un po’ di luce, quella di cui abbiamo parlato all’inizio del post: le telecronache. Per queste la Rai è ancora al top perché può contare su eccellenze del giornalismo sportivo italiano. Tra i più bravi e amati dagli sportivi ci sono senza dubbio i già citati Stefano Bizzotto (per i tuffi, con Oscar Bertone, e il calcio) e Franco Bragagna, anche se quest’ultimo ogni tanto appare un po’ troppo saccente e soprattutto tende a interrompere i suoi interlocutori (Stefano Tilli e Giorgio Rondelli). A loro si aggiungono senza dubbio le collaudate coppie telecronista-commentatore composte, per il ciclismo, da Francesco Pancani (uno che non ti fa rimpiangere Adriano Dezan) e Silvio Martinello (bravissimo a spiegare il ciclismo su pista, la BMX e la Mountain Bike), Andrea Fusco e il precisissimo Igor Cassina per la ginnastica (con le gradite incursioni di Jury Chechi e Carlotta Ferlito), Tommaso Mecarozzi e Luca Sacchi, affiatatissime voci del nuoto (e Mecarozzi si è cimentato anche nella cronaca della lotta libera), Maurizio Colantoni e Consuelo Mangifesta per il volley e il beach volley femminili, Alessandro Antinelli e Andrea Lucchetta per il volley e il beach maschili. Su quest’ultima coppia occorre fare qualche precisazione: ho visto sui social network gente sconvolta dal commento di Lucchetta perché non ne capiva i giochi di parole: ebbene, Lucchetta è così, prendere o lasciare, e in genere a chi ama il volley piace (e tanto), e comunque per scandalizzarvi veramente dovreste sentirlo commentare il volley femminile.
Note di merito anche per Cristiano Piccinelli, bravo a rendere comprensibili sport meno noti come il tiro a volo, e Luca Di Bella, uno dei pochi a RaiSport che se la cava bene con l’inglese (e allora perché non lasciargli fare qualche intervista in più?).
Il direttore di RaiSport Gabriele Romagnoli ha commentato con Franco Lauro in tarda serata durante la prima settimana, poi ha lasciato il posto a Gianmarco Tamberi, l’azzurro del salto in alto che non ha potuto gareggiare a Rio a causa di un infortunio e che era un serio candidato per l’oro. Un plauso dunque a Romagnoli per essersi saputo mettere da parte prima di stancare i telespettatori. Un peccato, invece, relegare Jacopo Volpi al programma delle 5 del mattino.
Per concludere, se dobbiamo scegliere il ricordo più bello di queste Olimpiadi, non abbiamo dubbi: la telecronaca di Pancani e Martinello dell’oro di Elia Viviani nell’Omnium.
Ultima annotazione: il direttore di RaiSport Gabriele Romagnoli ha detto che a lavorare sulla copertura delle Olimpiadi sono stati in 199. Ebbene, visto che noi abbiamo lavorato solo in quattro coprendo tutto 24 ore su 24 e riuscendo a parlare anche del trampolino elastico, lo possiamo dire: Rai, potevi certamente fare di più (e meglio).