Home Nove Max Giusti a Blogo: “Boom è una novità nell’access prime time, mi gioco mezza carriera. Presto un nuovo progetto sul web”

Max Giusti a Blogo: “Boom è una novità nell’access prime time, mi gioco mezza carriera. Presto un nuovo progetto sul web”

Boom, Nove, Affari Tuoi, la radio ed il web. Intervista a Max Giusti.

pubblicato 29 Agosto 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 21:01

“Oggi non vorrei essere a condurre né StrisciaAffari Tuoi. Oggi voglio stare qua, su Nove”. Non l’avevo mai sentito così sinceramente entusiasta, Max Giusti. L’attore e conduttore romano si racconta, seppur con un po’ d’ansia, alla vigilia del debutto di Boom, il nuovo access prime time del canale Nove. “Non sono un figo, non lo diventerò mai. Ma io sono così, non posso cambiare a 48 anni. Oggi sono felice perché ad un certo punto la mia carriera sembrava legata a un certo tipo di televisione e ad una fascia di conduttori più anziani di almeno dieci anni di me. Mi sono sentito come quelli della mia classe d’età (’68, ndr), noi che bbiamo avuto Andreotti e Berlusconi in politica fino a poco tempo fa. ‘Prima o poi toccherà a noi’, ci dicevamo. E invece è arrivato Renzi, classe ’75: ci hanno fatto saltare il giro. Prima eravamo troppo giovani, ora siamo troppo vecchi. Ennò. E’ per questo che sono felice di essere a Nove. Finalmente posso dire: ‘Ecco, questa è la mia età, questo sono io'”.

Boom mi sembra un quiz diverso dagli altri.

“E’ un programma moderno, dinamico, intelligente. Non segue una linea per tutta la puntata, sarà impossibile annoiarsi. Vedrete anche uno stile di conduzione diverso dal passato”.

Ovvero?

“Sarò più simile ai miei live in teatro. Essendo un attore, qualunque programma televisivo è frutto di un lavoro. Qui ho dovuto lavorare di meno. Loro mi volevano naturale, non mi era quasi mai accaduto in televisione”.

Come funziona il programma?

“C’è una prima fase utile per disinnescare le prime bombe ed accumulare il montepremi. Lì ci si diverte, ci sono fasi sarcastiche. Quando i concorrenti vengono seppelliti completamente di colore mi diverto abbastanza. La seconda fase è un 50 e 50: le due squadre hanno un minuto di tempo per rispondere a più domande possibili. Si crea un ritmo incalzante, sale l’adrenalina e la tensione. Il gioco finale consiste nel rispondere correttamente a quindici domande senza nessun tipo di aiuto. O la sai o non la sai”.

E’ la prima volta che Nove investe nell’access prime time (via alle ore 20.20). Non sarà facile.

“Non sarà facile per niente. Solo a fine novembre potremo sapere se questa scommessa sarà stata vinta o persa, non prima. Andare lì e cercare di farsi vedere sarà già un miracolo. Dobbiamo convincere le persone a venirci a vedere, farci trovare pronti, essere belli e bravi. E poi aspettare. Aspettare e aspettare. Sicuramente non possiamo metterci in competizione con Striscia e Affari Tuoi. Però l’access è sempre lo stesso ormai da tanti anni. Noi siamo una novità”.

Discovery ha fatto un’interessante campagna acquisti. A gennaio arriva anche Crozza.

“La televisione non ha regole, non si può prevedere nulla. Però loro sono un colosso televisivo mondiale. Le prossime Olimpiadi sono Discovery. Quando vedi un gruppo così che viene a cercati ti senti un figo. E’ la mia prima estate da figo (ride, ndr). Al tempo stesso, mi gioco mezza carriera. E’ una scommessa difficile, l’access mette paura”.

Ti giochi mezza carriera. Ma a che punto sei, oggi, del tuo percorso professionale?

“Sta iniziando la fase più bella. Ho 48 anni e non mollerò questo mestiere per almeno 15. Non mi fermo, vado avanti, non me la tiro e mi impegno sul campo. Mi piace fare questo mestiere. Ho pure riniziato a leggere TvBlog. Quando andavo in onda con Affari Tuoi certi commenti mi facevano stare male. Noi, alla fine di tutto, siamo cristiani, umani”.

Come hai vissuto il periodo di Affari Tuoi?

Affari tuoi mi ha dato la popolarità. Se non avessi fatto quell’esperienza lì, oggi probabilmente non mi avrebbe chiamato Nove. Ti faccio un esempio. Sono con la mia famiglia nella spiaggia libera di Albinia. Faccio tre passi e la gente mi invita a mangiare un pezzo di polpetta, a prendere un caffè, mi abbracciano, mi chiedono di fare una foto, mi salutano tutti. E’ una bella sensazione. Le fasi di Affari Tuoi, comunque, sono state tre. Prima puntata: andiamo in onda e prendiamo dodici punti da Striscia, avrei voluto morire. Per fortuna a novembre li avevamo raggiunti. Poi sono arrivati i grandi risultati, gli ultimi due anni sono stati belli e pieni di soddisfazioni. Forse i migliori. Ora è un’altra fase, sia per Affari Tuoi che per me. E’ giusto che io mi proponga in un’altra maniera, anche perché adesso credo di essere più bravo di allora. Ho atteggiamenti diversi. Un modo di parlare nuovo”.

Lasci RaiUno ma resti nella squadra di Quelli che il calcio.

“Lì non ho molte responsabilità. Il programma è di Nicola (Savino, ndr) e dei Gialappi. Sono concentrato solo sui miei dieci minuti, è un lavoro diverso da tutti gli altri. Posso dire una cosa?”.

Prego.

“Devo tanto a Lucia Ocone. Quando mi hanno chiesto di tornare a fare qualche puntata a Quelli che, non c’erano truccatori disponibili. Lei mi ha concesso di lavorare con il suo. Non l’avrebbe fatto nessuno al mondo. E’ grazie a lei se sono rientrato. Poi è andata bene. Dovevamo fare sei puntate: da sei dodici, da dodici diciotto, da diciotto a ventiquattro. Non me ne sono più andato”.

Avete fatto pure il DopoFestival.

“Non me lo aspettavo, non era previsto. Poi io non amo Sanremo, c’è una confusione pazzesca. Ci andrei solo per fare Sandy Marton: cantare in playback ed andarmene. D’altronde, il mio sogno da piccolo era essere Sandy Marton e cantare in playback al FestivalBar. Invece sono finito in televisione e mi son dovuto fare un mazzo tanto. Se ripenso, ho iniziato con cose ignobili ma con spirito corsaro. Ho fatto la gavetta vera, senza pensare mai ai soldi o ai contratti”.

Capitolo Radio 2. Si è parlato di epurazioni, alla fine ve ne siete andati solo tu e Giovanni Vernia. Quali sono le “condizioni che non condivido”?

“Le condizioni erano di palinsesto e durata del programma. Ma non entro nei dettagli, sono riservato”.

Ci sono nuovi progetti in tal senso?

“Ci sono stati contatti con emittenti radiofoniche. Una sarebbe pronta a partire anche adesso. Il problema è che non so come sarà la mia annata professionale. Boom parte adesso: può essere un trionfo ma anche un fallimento, non lo sappiamo. Non vorrei prendermi un altro impegno oltre a Boom, Quelli che e la tournée teatrale. Vorrei tenermi libero per capire cosa voglio davvero fare. E poi ci sarà una grande novità sul web. Non una mia web tv, non voglio fare il produttore. Ma non fammi aggiungere di più”.

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