Superstore, su Joi il lavoro in un centro commerciale visto con ironia
Su Joi di Mediaset Premium Superstore, serie tv con al centro i dipendenti di un centro commerciale alle prese con le relazioni tra di loro, i clienti ed i superiori
Siamo circondati da centri commerciali, ma cosa succede nei loro “dietro le quinte”, ovvero nelle relazioni tra i dipendenti ed i loro superiori? Cerca di dare una risposta, seppur ironica, a questa domanda Superstore, la serie tv in onda da questa sera alle 21:15 su Joi di Mediaset Premium. L’idea è, appunto, quella di raccontare la vite degli impiegati del centro commerciale appartenente alla catena Cloud 9 di St. Louis.
Amy Dubanoskwi (America Ferrera, Ugly Betty) è una delle dipendenti più apprezzate sia dai colleghi che dai suoi superiori: diligente e pratica, considera il suo lavoro noioso e ripetitivo. Il nuovo arrivato Jonah (Ben Feldman), però, proverà a farle cambiare idea, dimostrandole che anche sul posto di lavoro ci si può divertire. Ma Amy non gradisce le attenzioni di Jonah, e preferisce concentrarsi sugli altri colleghi, come Cheyenne Tyler Lee (Nichole Bloom), ingenua ragazza in attesa del primo figlio, che aspetta dal fidanzato ed aspirante rapper Bo Derek Thompson (Johnny Pemberton); e Garrett (Colton Dunn), dipendente sulla sedia a rotelle addetto alle comunicazioni all’altoparlante, e che non perde mai occasione per sfruttare a proprio vantaggio le varie situazioni lavorative. Mateo Fernando Aquino Liwanag (Nico Santos), invece, vede Jonah come suo nemico, in quanto assunti assieme, e si dà da fare per dimostrare di essere migliore di lui.
Il Cloud 9 è gestito da Glenn Sturgis (Mark McKinney), che però non ha la stoffa del leader, mentre il suo vice, Dinah Fox (Lauren Ash), è tanto severa quanto in difficoltà nelle relazioni interpersonali. Il gruppo di lavoro deve affrontare diverse situazioni, da clienti particolarmente esigenti all’arrivo di una giornalista in incognito che dovrà recensire il loro lavoro, fino al trattamento che la sede centrale di Cloud 9 riserva ai suoi dipendenti.
Superstore non è una comedy che permette alla Nbc di potersi vantare di aver ripreso lo smalto comico di un tempo, ma non è nemmeno una brutta produzione. La comedy fa il suo lavoro, intrattiene, a tratti diverte, non cade mai nel volgare e riesce a calare i personaggi nelle differenti situazioni grazie ad un cast -questo il vero elemento portante dello show- all’altezza della situazione. Un gruppo di lavoro che impersona al meglio in chiave comica la monotonia del lavoro in un centro commerciale ed ironizza sui benefici di cui possono usufruire.
Il potenziale di Superstore è molto alto: il tema dei diritti dei lavoratori è molto presente, ma non risulta essere mai graffiante. Evidentemente, l’idea degli autori è quella di non voler essere troppo pedanti o seriosi, ma riuscire a trattare tematiche attuali in modo che il pubblico non ne senta il peso. Da questo punto di vista, Superstore ben s’inserisce nel filone delle comedy ambientate nei posti di lavoro, che vengono stravolti fino a diventare luoghi non-sense per il bene della risata.
Senza fare troppo rumore, Superstore è riuscito a trovare il suo spazio nel palinsesto della Nbc, fino ad avere anche un riferimento nella quarta stagione di The Mindy Project: nell’episodio “Under the texan sun”, infatti, Mindy (Mindy Kaling) e Peter (Adam Pally) si ritrovano a fare compere in un centro commerciale della catena Cloud 9.