Matrix, Chiambretti nasconde bambole e freaks e invade la politica: “In tv mancano i grandi ospiti”
Chiambretti rinuncia a nani e ballerine (e al budget): debutto al risparmio con Federica Pellegrini, Barbara Palombelli e Nicola Porro
Less is more. Bevendoci su alla maniera dei talk americani Piero Chiambretti (“Mi avete riconosciuto, sono Massimo Giletti”, così Tiberio Fusco è contento) ha inaugurato il new deal della sua seconda serata: meno circo e più parola. Via i freaks – l’immaginario gay-friendly appiattito sulle macchiette è nascosto sotto una botola e spunta sui titoli di coda – e le bambole da sexy car wash. Al bando il grottesco e l’eccesso. All’ironia dei programmi di Chiambretti è rimasto come avamposto la lingua lunga del conduttore.
Peccato solo che, a forza di togliere senza aggiungere, ci abbia rimesso un po’ il ritmo della trasmissione, assimilata a quella di un classico talk di interviste. E, se nella prima puntata punti su Federica Pellegrini – che non ha mai brillato per carisma televisivo – il risultato è quello di un debutto debole.
Chiambretti ha provato a elevarsi col tema ‘fede e sport’ (e la trovata di Clemente Mastella inviato dalla Città del Vaticano), ma il risultato finale è, come sempre, quello di una promessa di rinnovamento disattesa. Ad un certo punto lui stesso si è confrontato con il dramma atavico dei programmi che si basano sugli ospiti (soprattutto su Mediaset):
“Di Caprio, Valentino Rossi, Garko e Lapo sono delle star internazionali che non verranno mai alla televisione. Il problema dei programmi televisivi è quello di portare grandi ospiti, salvo qualche amico o amica – si riferisce alla Pellegrini ndr – che accetta degli inviti più per amicizia che non per vero compenso. La maggior parte dei personaggi della televisione scappano un po’ come i cervelli, sono in fuga”.
Così Pierino fa passare il suo coinquilino Nicola Porro per il suo ospite di punta nella sua duplice veste di epurato e scrittore in promozione (i due insieme si sono dati al record di parolacce in un minuto), chiama Barbara Palombelli ‘regina’ e si accontenta degli intermezzi comici di Giovanni Vernia (recuperando qua e là scarti del Grand Hotel, come gli opinionisti ai tavolini che non circondano più la sfarzosa passerella, bensì una grande pedana centrale).
Insomma, laddove uno spensierato Porro ha puntato sui gaudenti Briatore e Vacchi e Chiambretti, nella serata leggera, si interessa del campagna di Donal Trump… più che una separazione consensuale, a Matrix, sembra esserci una competizione sotterranea mascherata da sodalizio.