This Is Us, il caso del drama “a sorpresa” diventato un fenomeno
This Is Us è diventato un caso prima della sua messa in onda, grazie ad un trailer che ha rivelato poco della serie tv, ed ad una scrittura semplice ma capace di attirare il pubblico
A poche settimane dalla partenza della stagione televisiva in America, c’è già un primo caso. Un po’ scontato, a dire, il vero, dal momento che This Is Us, in onda sulla Nbc (e da noi dal 21 novembre su Foxlife), aveva già suscitato l’interesse del pubblico fin dagli upfront, quando il trailer diffuso dal network raggiunse gli oltre 80 milioni di visualizzazioni su internet.
Un caso ancora più eclatante se si considera che lo show non è tratto da un film o un libro già noto, nè il suo cast è formato da attori particolarmente famosi (fatta eccezione per Milo Ventimiglia, che ha già i suoi fan dai tempi di Una mamma per amica ed Heroes). Il trailer, per farla breve, ha giocato sul mistero intorno ai cinque protagonisti, che in comune hanno il giorno in cui sono nati. Cosa leghi nello specifico l’uno con l’altro, ve lo lasciamo scoprire.
I cinque personaggi al centro della serie sono Jack (Ventimiglia) e sua moglie Rebecca (Mandy Moore), in attesa di tre gemelli; i fratelli Kevin (Justin Hartley), attore di sit-com in crisi, e Kate (Chrissy Metz), che da tempo combatte per riuscire a perdere peso; e Randall (Sterling K. Brown), impiegato di successo che si decide, finalmente, a rintracciare il suo vero padre.
Personaggi tanto lontani quanto vicini nella trama, che ha un’unica missione: commuovere il pubblico senza cadere nel sentimentalismo scontato. A Dan Fogelman, creatore della serie tv, l’idea è stata chiara fin dal pilot: This Is Us sarebbe dovuto essere uno show principalmente sull’ottimismo, andando contro il cinismo imperante che domina i telefilm più di successo degli ultimi anni.
Questo non vuole dire che la serie tv si sviluppa su binari prevedibili o smielati: la novità di This Is Us rispetto agli altri drama sta proprio nella modalità di narrazione, che offre, ad ogni episodio (o almeno in quelli finora andati in onda), un colpo di scena, che fa cambiare direzione alla trama ed alle convinzioni del pubblico verso un personaggio. Non a caso, al Television Critics Association press tour, Fogelman aveva paragonato This Is Us ad un’altra serie che aveva fatto dei colpi di scena il suo punto di forza:
“Quando abbiamo venduto la serie, avevamo un piano. Non l’abbiamo scritta in modo da ottenere il pilot e poi cercare di svilupparla nel caso fossimo stati fortunati e fossimo andati in onda. Nel lavorarci, l’ho descritta come una versione dramedy di Lost, in cui si deve scoprire come ciascuno sia collegato tra di loro e poi esplorare le loro vite”.
A questo, si aggiunge la scrittura dell’autore (alle prese in questa stagione anche con Pitch), che già in Galavant aveva dimostrato un’ironia fuori dal comune, ripresa -ovviamente in chiave diversa- anche in This Is Us, che riesce come poche altre serie a strappare un sorriso e, poco dopo, ad intenerire con scene da vero drama di qualità. Il rischio è che si possa confondere la bontà della trama dello show con una semplicità di base, ma è proprio il fatto che il pubblico televisivo non sia più abituato a queste dosi di naturalezza a fare di This Is Us un curioso non-esperimento, che sta già dando i suoi frutti anche in termini di ascolto, diventando la prima serie tv della Nbc che, nella stessa serata di messa in onda, ha superato The Voice.