Un posto al sole, Marzio Honorato a Blogo: “Una fabbrica di scena che ha distribuito molto lavoro sul territorio” (VIDEO)
Un posto al sole: l’intervista a Marzio Honorato per i 20 anni della soap.
In occasione dell’evento stampa organizzato per festeggiare i 20 anni di Un posto al sole, la soap opera di Rai 3 che detiene il record di longevità mai raggiunto da nessun’altra serie tv italiana, abbiamo avvicinato un altro dei protagonisti presente sin dalla prima stagione: Marzio Honorato, il cui personaggio è il pignolo ma anche divertente commercialista Renato Poggi.
Anche all’attore – che per prima cosa ha voluto salutare TvBlog e i suoi lettori – abbiamo chiesto di analizzare se e come è cambiata la soap opera di Rai 3 in tutti questi anni:
Non è cambiata, c’è stato un filo conduttore in questi 20 anni da parte degli scrittori che sono stati molto bravi a sostenere dei personaggi così lunghi. Quello che è cambiato sono stati ovviamente tutta una serie di attori: chi è andato via, chi è ritornato, tanti protagonisti che si sono aggiunti, colleghi che hanno lavorato con noi, la troupe Rai che si è evoluta anche dal punto di vista tecnico sperimentando nuove tecniche di ripresa.E quindi lavoro: la cosa importante, come ho detto anche in qualche altra intervista, la soap ha distribuito molto lavoro sul territorio e questa è la cosa che a me personalmente fa più piacere.
Data la lunga carriera nella scena teatrale napoletana (ha recitato – solo per citare una delle commedie più famose – in Natale in Casa Cupiello) non potevamo non chiedere a Marzio Honorato del palcoscenico e delle sue differenze con la tv, e soprattutto del suo grande maestro Eduardo De Filippo:
Il teatro è più impegnativo perché è in diretta, non si può ripetere. Allora al teatro devi stare molto attento, non solo a sapere le battute, ma anche a dirle in un certo modo, non puoi distrarti e ti devi immergere completamente nel personaggio. Per quanto mi riguarda credo di aver avuto il maestro più importante che si possa avere nell’ambito della scena napoletana. Di questo ne vado fiero, ne sono orgoglioso e ne ho tratto un grandissimo giovamento. Eduardo mi ha insegnato tanto, direi quasi tutto, a partire proprio dai tempi della recitazione. Naturalmente l’esperienza di Eduardo l’ho trasmessa al mio personaggio che molte volte ha degli aspetti comici e questo mi fa piacere perché sono le cose che mi piacciono di più e le persone, mai come negli ultimi anni, hanno bisogno anche di sorridere.. In tv puoi ripetere e il gioco è più facile, anche se qui abbiamo dei tempi molto ristretti, siamo una specie di “fabbrica di scena”, abbiamo circa 20 minuti a scena e non è che si possa sbagliare tanto.
Infine, abbiamo cercato di carpire qualche anticipazione su Renato Poggi, ma l’attore ci ha spiegato che quanto accade al suo personaggio lo scopre all’ultimo momento:
Cosa accadrà a Renato? Non lo so.. La ragione è che ho un metodo di lavoro per cui il copione lo leggo esattamente due minuti prima di girare, ormai i personaggi sono nostri.. Credo sia un metodo abbastanza voluto da me perché poi nella vita reale, a cui si ispira la soap, non sai mai chi incontri dietro la porta. Attraverso questo meccanismo cerco di dare un’immediatezza del sentimento che lo scrittore in quel momento vuole trasmettere.