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Fabio Volo ‘vs’ Riccardo Bocca, il cortocircuito metareferenziale scalda il sabato pomeriggio

Dibattito dialetticamente animato tra il protagonista/autore di Untraditional e il critico de L’Espresso.

pubblicato 12 Novembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 17:27

Metti in uno studio tv Fabio Volo e Riccardo Bocca, unisci un prodotto poco gradito dal critico dell’Espresso come Untraditional e goditi lo show: è quello che è successo nel corso di Tv Talk, che ha commentato la nuova serie tv con il suo ospite fisso e i suoi analisti. Il dibattito si focalizza subito su una delle critiche più frequenti allo scrittore, autore, conduttore, attore (etc), ovvero la sua autoreferenzialità. Aspetto su cui punta anche il programma di Rai 3, che recupera il concetto di #Fabiovolità – coniato da qualche critico – nella clip “Fenomenologia Volo”, in cui si ripercorrono i suoi primi 22 anni in tv.

“Non esiste un ‘Format Volo’, ma c’è una continuità in tutto quello che faccio perché in tutte io esprimo me stesso e racconto il mondo attraverso ciò che sono. Io non parlo di me. Tutti dicono che io sono egoriferito ma c’è un misunderstanding: io non parlo mai veramente di me, uso la mia persona per parlare del mondo. E un atteggiamento diverso […]”

dice Volo, rispondendo quindi, alle ‘solite’ accuse di egocentrismo, in cui ‘cade’ anche il conduttore Bernardini, immediatamente ripreso:

“Non dire che Untraditional è autoreferenziale, lo dico per affetto. C’è un ampio bacino di persone che lo pensano, ma c’è anche un’oligarchia di gente che capisce e tu devi sempre parlare anche un po’ a quelli che hanno una formulazione del pensiero un po’ più originale”

gioca, tra il serio e il faceto, Volo che però da una parte nega di aver fatto di sé un format e dall’altro definisce la “fabiovolosità” (sic) come

“un segreto forte perché vuol dire che ormai c’è un marchio. Quando diventi aggettivo, anche se dispregiativo è comunque sempre una conquista”.

Quando diventi sostantivo, poi…

La prima reazione di Bocca, però, non si fa attendere: se per alcuni Volo è poliedrico, per il critico dell’Espresso è un “tantologo, uno che fa tante cose di cui alcune bene e altre discretamente male“. E tra quelle che proprio non gli son piaciute c’è la serie in onda su Nove.

Volo non manca di snocciolare i risultati del suo Untraditional:

“Sono già stato convocato a New York. Un programma come questo, di nove film da 40′ con quattro storie orizzontali e nove verticali scritto da solo… praticamente sono entrato nella storia. Si vede che l’ho scritto da solo? Eh sì, si vede dal successo che ho ottenuto perché abbiamo fatto oltre il 50% dello share dei canali del gruppo. Non si tratta di autoreferenzialità: questo qui è un genere inventato nei paesi anglosassoni, dove uno “fictionalize themself”, ovvero sceneggia il proprio personaggio, ma, attenzione. è solo la scatola”.

Il tutto viene liquidato da Bocca come

“la parodia di una seduta psicanalitica, tra richiami all’ego e la partecipazione di personaggi famosi che servono a puntellare un evidente vuoto narrativo. Se Discovery pensa che questa sia la chiave per acchiappare una sua identità generalista sbaglia: che Volo abbia portato una parte del suo pubblico su Discovery è vero, il risultato lo eviterei per tutte e nove la puntate”.

Normale per Volo, visto che il “signor Bocca” – come lo appella in trasmissione – non è nel suo target di riferimento. Il suo progetto, ricorda, era nato per il web, poi Nove si è fatto avanti con la sua proposta:

“Io non lo faccio per gli ascolti. Per me l’1,8% di share di Nove è il 50% dei miei followers su FB: con una diretta Facebook faccio il doppio di share”.

E siamo al clou.

Io trovo triste che tu ti difenda solo con i numeri“, dice Bocca a Volo, che di rimando lo punzecchia sul successo del suo blog. “Questo è il paese in cui i secondi dicono ai primi cosa devono fare…” reagisce Volo prima di uno spiegone sulla natura ambigua del protagonismo seriale made in Usa – a cui si ispira (cfr Mad Men, Breaking Bad) – vs la classica dicotomia eroe/villain di quella italiana, dalla quale vuole smarcarsi.

“Il problema è che quello che racconti non è interessante” chiosa Bocca.

“Non lo sarà per te, ma tu non sei il centro del mondo” risponde Volo.

E io mi son ritrovata in un cortocircuito metareferenziale di rara potenza per un tranquillo sabato pomeriggio di tv. Devo dire che mi ha fatto sorridere. Almeno a me.