Federico Ruffo a Blogo: “Dalle inchieste a un programma in convenzione col Ministero, vi spiego perché ho accettato” (VIDEO)
Il giornalista di Presadiretta promosso a conduttore di Il posto giusto: “La mia prima risposta è stata no, poi ho cambiato idea”.
Nuova edizione (la terza) e nuovo conduttore per Il posto giusto, il programma di Raitre, realizzato in collaborazione con il Ministero del Lavoro, in onda tutte le domeniche, a partire dal 20 novembre 2016, alle ore 13, per 20 puntate. A prendere il posto di Rebecca Vespa Berglund (che comunque resta nella squadra della trasmissione) è Federico Ruffo, giornalista classe 1979 che negli ultimi 5 anni è stato tra le firme di punta dei reportage di Presadiretta.
Ai microfoni di Blogo è stato lo stesso Ruffo a spiegare il perché abbia accettato di lasciare il ruolo di inviato di un programma di inchiesta per diventare conduttore di una trasmissione in convenzione col Ministero:
Programma di servizio pubblico o filo-governativo? È il primo problema che mi sono posto, visto che vengo dalle esperienze di Report e Presadiretta. Per anni in Rai sono stato un inchiestista. Quando mi è stato proposoto Il posto giusto la mia prima risposta è stato un no secco. Poi però mi è stato assicurato che non ci sarebbero stati paletti. La convenzione ha confini precisi, io sono padrone di fare quello che voglio. E, soprattutto, mi sono reso conto di avere un’opportunità che lavorando in un programma di inchieste non ho mai avuto: qui posso fare qualcosa in più, posso seguire le storie, posso dare un’opportunità alle persone in difficoltà. Qui forniamo strumenti, indicazioni e diamo possibilità alle persone. E ai ragazzi. Lo spazio del programma dedicato alle start up è quello di cui sono più orgoglioso.
La promozione di Ruffo, alla pari di quelle di Lucci e Petrini a Nemo su Rai2, sono il segnale che la Rai sta lanciando una nuova generazione di conduttori?
La Rai ha tante giovani leve in gamba, fino ad oggi sono rimaste un po’ dietro le quinte. Pur in ritardo, la Rai si dovuta adeguare ad un momento particolare della televisione. Il pubblico è migliorato, pretende qualità e un linguaggio più giovane; non dobbiamo più parlare alla casalinga di Voghera, che oggi non c’è più. Io un inviato che ce l’ha fatta? Non lo so, bisogna vedere se funzionerò, anche perché mi dicono che rido poco… Non ho mai avuto ambizioni da conduttore.
In apertura di post il video integrale dell’intervista.