La mafia uccide solo d’estate – La serie, il senso di Pif ribalta la visione della mafia nelle fiction: un’istantanea da non sottovalutare
La mafia uccide solo d’estate-La serie riesce a raccontare la mafia senza cadere in banalità e cose già viste. Pif ribalta il senso del racconto della mafia nella fiction, facendo ridere e riflettere in modo inedito
Un’istantanea di Pif che vale mille… Selfie: La mafia uccide solo d’estate-La serie riesce finalmente a raccontare la mafia in televisione in un modo che non sia ripetitivo né banale o scontato. Merito della visione di Pif, che già nel film aveva dimostrato di saper usare una lente differente ma non superficiale nel raccontare i fatti di una Sicilia in cui la mafia iniziava a diventare sempre più presente.
L’idea è infatti quella di ribaltare la visione televisiva del racconto mafioso, portando nella storia più risate e meno momenti di riflessione forzata. La riflessione, in effetti, viene da sé: non c’è bisogno di incupire il tutto o di rimarcare il messaggio, tanto è forte l’idea di base della fiction, ovvero quella per cui i mafiosi diventano personaggi su cui scherzare, ma restano comunque artefici di delitti che finiscono nei telegiornali.
Una volta che non ci si prende più sul serio, allora funziona tutto il meccanismo: le dinamiche familiari (Anna Foglietta e Claudio Gioè meritano una menzione a parte per il loro senso comico), le avventure del protagonista Salvatore sia a scuole che in giro per la città e l’intreccio con gli eventi storici. Tutto viene raccontato con una morbidezza che non infastidisce, ma che rivoluziona la fiction che, negli anni, ha portato in tv sempre la solita e (a volte) noiosa rappresentazione della lotta alla mafia.
Verrebbe da dire che La mafia uccide solo d’estate-La serie ricalca troppo film, ma non è così: è proprio la centralità della famiglia del protagonista, e la presenza fissa della voce narrante di Pif, a rendere la fiction più comedy, quasi in stile The Goldbergs (sebbene i fatti e le vicende storiche raccontate siano ben diverse), e pienamente consapevoli di quel gusto per il simpaticamente assurdo che Stefano Bises, uno degli autori, ha già portato in Tutti pazzi per amore ed E’ arrivata la felicità.
La fiction di Luca Ribuoli risente delle altre produzioni simili di Raiuno: si avverte il senso familiare di Questo nostro amore e la volontà di rendere la Storia centrale di Raccontami. Ma in questo caso, ci si sporca le mani, si gioca con la Storia, non ci si limita a vederla da spettatori. Si interagisce con i protagonisti di quegli anni e si scopre, puntata dopo puntata, come la Sicilia diventi sempre più teatro di attacchi mafiosi.
Il senso che Pif ha dato a La mafia uccide solo d’estate-La serie è quello di un curioso che fa della Storia del suo Paese e della sua famiglia una favola che non stride ma che accarezza, lasciando l’amaro in bocca in alcuni casi, e regalando un sorriso di speranza ed ottimismo in altri. Uno sguardo inedito da non sottovalutare.
La mafia uccide solo d’estate-La serie, puntata 21 novembre 2016: anticipazioni
Dopo aver portato il suo sguardo ironico e dissacrante al cinema, Pif prova a divertire e far riflettere anche il pubblico televisivo con La mafia uccide solo d’estate-La serie, in onda da questa sera alle 21:25 su Raiuno. La fiction è infatti l’adattamento per la televisione dell’omonimo film di Pif, vincitore di numerosi premi e che ha incassato oltre 5 milioni di euro. La trasposizione televisiva cercherà così di seguire lo stesso tono del racconto visto al cinema, sfruttando il maggiore spazio a disposizione (la serie è composta da dodici episodi, in sei prime serate) per ampliarne il contesto.
Pif non compare all’interno della fiction, ma fa da voce narrante alle vicende dei Giammaresi, la famiglia protagonista del racconto che, nel 1979, vive in una Palermo in subbuglio a causa di quelli che furono definiti i “delitti eccellenti” della mafia.
Al centro della storia c’è Salvatore (Eduardo Buscetta), bambino di dieci anni curioso e con un forte senso della giustizia. Per cercare di capire cosa sia la mafia, chiede spesso l’aiuto del Capo della Squadra Mobile di Palermo, Boris Giuliano (Nicola Rignanese), con cui stringe un’insolita amicizia. Salvatore, a scuola, s’innamora della nuova compagna di classe, Alice (Andrea Castellana), proveniente da una famiglia benestante: il padre, infatti, è un pezzo grosso di un’importante banca siciliana.
Alice, però, viene anche notata da Fofò (Enrico Gippetto), migliore amico del protagonista che, come la ragazza, proviene da una famiglia agiata, al contrario di quella di Salvatore, spesso alle prese con problemi economici. Convinto dallo zio Massimo (Francesco Scianna), uomo che finge di non conoscere la mafia, che a Palermo “si muore solo per le donne”, Salvatore evita di avvicinarsi ad Alice, lasciando che sia Fofò a fidanzarsi con lei. Ma quando capirà la verità, si darà da fare per conquistare la compagna di classe.
La famiglia di Salvatore, intanto, è anche alle prese con altri problemi: sua madre Pia (Anna Foglietta) è un’insegnante precaria, che sogna una cattedra definitiva. Suo marito Lorenzo (Claudio Gioè) lavora all’ufficio anagrafe di Palermo e, come il figlio, ha un forte senso morale, che lo porta a confrontarsi con numerose situazioni in cui la mafia agisce indisturbata. Angela (Angela Curri) è invece la sorella di Salvatore, un’adolescente molto idealista che litiga spesso con i genitori per essere più indipendente. La famiglia si completa con la fidanzata di Massimo, Patrizia (Valentina D’Agostino), barista perdutamente innamorata dell’uomo e che resta con lui anche quando inizia ad avere qualche problema con la giustizia; e Fra Giacinto (Nino Frassica), padre spirituale della famiglia, a cui nasconde un segreto.
La mafia uccide solo d’estate-La serie segue l’idea del film di prendere in giro la mafia, raccontandola così da un punto di vista differente, che ironizza sulle figure appartenenti all’organizzazione criminale. Ma la fiction racconta anche le vite di quegli uomini che, come Boris Giuliano ed il giornalista Mario Francese, hanno dato il via alla lotta contro la mafia, mostrandone sia il lato eroico che quello più umano, dipingendo una commedia familiare che racconta l’Italia. Una fiction che si propone come innovativa nel suo racconto, come ha detto il direttore di Rai Fiction, Tinni Andretta, durante la conferenza stampa:
“La serie nasce dal grande successo e dalla bellissima idea del film di Pif. La serie ha lo stesso punto di vista -quello di un bambino- del film”.
La serie tv, prodotta da Rai Fiction e da Wildside, ha il soggetto di Pif, Michele Astori, Stefano Bises e Michele Pellegrini, gli ultimi tre anche autori della sceneggiatura, per la regia di Luca Ribuoli. Proprio quest’ultimo ha voluto sottolineare la sua preoccupazione nel riuscire a rappresentare Palermo come meritava:
“Non mi spaventava certo la trasposizione in commedia ma ero solo preoccupato di non coglierne l’essenza. Sono mezzo piemontese e mezzo emiliano e avevo bisogno di calarmi nella realtà di Palermo e della mafia, di afferrarne lo spirito, magari addirittura il senso. Non sapevo ancora che Palermo è una città inafferrabile, che non è fatta solo di mafia, ma sapevo che la differenza stava lì, nella capacità o no di capire quel mondo. Ho cercato di creare un mondo che prendesse spunto dal film ma che poi riuscisse ad avere una propria autonomia perché il racconto seriale ha altre regole, altri tempi. Ecco, queste sono state le mie intenzioni di regia. Portarsi dentro delle cose lungo il viaggio, modificarle magari, approfondirle se possibile, ma tenerle dentro, non tradirle mai”.
La mafia uccide solo d’estate – La serie, puntata 21 novembre 2016: come vederlo in streaming
E’ possibile vedere La mafia uccide solo d’estate-La serie in streaming sul sito ufficiale della Rai, mentre da domani sarà possibile vederlo nella sezione Replay.
La mafia uccide solo d’estate – La serie, puntata 21 novembre 2016: Second screen
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