Home X Factor Giò Sada a Blogo: “Jack on Tour? E’ un viaggio nell’America poco conosciuta con Joe Bastianich”

Giò Sada a Blogo: “Jack on Tour? E’ un viaggio nell’America poco conosciuta con Joe Bastianich”

Intervista a Giò Sada: dal Jack On Tour (da stasera su Sky Arte HD) ai progetti musicali.

pubblicato 6 Dicembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 16:20

L’ormai celebre van nero di Jack on Tour torna negli Usa. Il viaggio musicale di Jack Daniel’s, giunto alla settima edizione, torna alle origini e sbarca in Tennessee. Traguardo: Lynchburg, il luogo dove ha avuto origine uno dei prodotti più iconici al mondo e dove verranno celebrati i 150 anni della storica Distilleria, la prima registrata negli USA, del marchio. Il viaggio, intitolato Road To Lynchburg per l’occasione, avrà come protagonisti il celebre Restaurant Man della televisione, Joe Bastianich, ed il vincitore dell’ultima edizione italiana di X Factor, Giò Sada. Due mondi apparentemente distanti ma uniti dalla passione, quella vera, per la musica.

Il rockumentary in quattro puntate (realizzate da Nonpanic Banijay, Bootique e Triboo), sarà trasmesso a partire da martedì 6 dicembre, ore 20:45, su Sky Arte HD (e martedì 20 e 27 dicembre alle 23:00 su Sky Uno HD): “Meno male che hanno documentato tutto, altrimenti avrei creduto che tutto fosse stato un sogno”, ci racconta Sada.

Televisione, cinema, musica. Giò, è un periodo intenso.

“Bello pienotto, sì. Mo’ siamo in tour, penso essenzialmente a suonare. Tutti questi bei progetti stanno uscendo contemporaneamente ma sono stati realizzati nei mesi scorsi. Ci siamo sbattuti da una parte all’altra del mondo, ininterrottamente”.

Perché hai accettato di fare il Jack on Tour con Joe Bastianich?

“Mi interessava la possibilità di andare in Tennessee e, di conseguenza, nei posti di maggior influenza per la musica: lì sono nati il soul ed il rock’n’roll. Siamo andati alla Bailey Street, negli studi di registrazione di Nashville, abbiamo conosciuto Steve Cropper, il chitarrista di Booker T.. Insomma, c’è stata tanta roba. Per un musicista, o per chiunque ami la musica, andare lì e respirare quell’aria è veramente qualcosa che ti dà consola ed abbraccia”.

Cosa dimenticherai difficilmente?

“La passione che hanno nel mantenere viva una tradizione, l’ho trovata simile alla mia. Tutto quello che immaginavo, lì è realizzabile”.

Com’è andata con Joe? Apparentemente, siete distanti anni luce.

“Invece ci siamo trovati molto bene. Ci unisce la stessa passione per la musica. Sembrava più un musicista che un imprenditore, era quella l’impressione: Joe è un grande esperto di musica. Ci siamo confrontati, abbiamo parlato tanto e siamo diventati amici. Bella storia”.

Avete suonato insieme?

“Assolutamente, spesso e in varie occasioni”.

Perché consiglieresti di vedere Jack on Tour?

“Perché ci sono capitate tante cose, tutte in maniera spontanea e naturale. Tipo quando abbiamo conosciuto Steve Cropper: è arrivata una chiamata a Joe e ci siamo catapultati da lui. Oppure il live al B.B Kings, nato dal nulla. Ci sarà la possibilità di vedere tante situazioni particolari. E poi lo consiglierei perché è un viaggio in un’America che si conosce poco e non si approfondisce mai”.

Dalla televisione al cinema, com’è stato doppiare Rock Dog?

“Un pomeriggio stavo vedendo dei cartoni con mia nipote e ho pensato quanto poteva essere divertente fare la voce di un cartone. Pochi giorni dopo, è arrivata la proposta per Rock Dog e ho accettato subito. Sia perché la sua storia è simile alla mia. Che perché volevo provare a fare un lavoro di doppiaggio, mi sono molto divertito e l’ho trovato produttivo. Mi piacerebbe approfondire il mondo cinematografico”.

Musicalmente, ti ha soddisfatto il riscontro ricevuto dall’album Volando al contrario?

“Ho voluto fare un percorso a gradini. Non ho voluto accelerare i tempi o buttarmi in qualcosa che mi avrebbe fatto pentire. Il mio obiettivo è fare un percorso di crescita. Sono contento di come sta andando, ma tra gennaio e l’estate voglio fare qualcosa di nuovo”.

Ovvero?

“Parlo di un ep. Una roba più concept, diversa. Ma è tutto un divenire, vedremo”.

Perché hai scelto proprio Deserto come nuovo singolo?

“E’ una canzone nata tre anni fa. Riguarda il tempo e l’attesa, mi interessava parlare del valore del tempo: c’è e bisogna concederselo molto di più. Musicalmente, sembra quasi una tarantella moderna”.

Ed il tour?

“Ci sono i Barismoothsquad con me. Facciamo un’ora di live, bello energico”.

Quando parli di buttarti in qualcosa che ti avrebbe fatto pentire, ti riferisci anche al Sanremo rifiutato?

“Anche. Sono contento sia andata così. Sanremo per me è un luogo sacro, bisogna andarci solo quando si ha qualcosa di serio da dire, non per sfruttare il momento… altrimenti diventa un inquinamento”.

Quest’anno credi di avere qualcosa da dire?

“E’ stato un anno frenetico, momenti per creare qualcosa di nuovo dopo il disco non ce ne sono stati. Non so se faremo in tempo a presentarci ma non sarà un problema, l’importante è continuare a suonare e fare più concerti possibili”.

Quest’anno ci sono state un bel po’ di polemiche su X Factor. Le hai seguite?

“Lo scorso anno è andato tutto liscio. Tutt’ora sto portando avanti il mio percorso con Sony e posso dire di aver avuto la possibilità di fare quello che ritenevo più giusto. Ho ricevuto dei consigli sul mercato, però alla fine le scelte principali le ho fatte io con il mio gruppo. Niente mi è stato imposto. La gente non vede l’ora per attaccare qualcosa che crede sia sbagliato”.

La Baell Squad avrà un futuro?

“E’ difficile far capire all’esterno quanto siano impegnate le nostre esistenze. E quanto sia diventato difficile dedicarsi ad un progetto comune. In futuro qualcosa si farà, siamo sempre in contatto. Bisogna solo aspettare il momento giusto, senza cavalcare l’onda a tutti i costi”.

Cranio Randario era un grande amico della Squad.

“X Factor mi ha anche permesso di conoscere lui, è stata una conoscenza stupenda. Lo scorso anno ha vinto un modo di fare, è stato bello condividere”.

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