I consigli di TvBlog
Home Diego Passoni a Blogo: “La danza in tv funziona, ma ha bisogno di tempo. Parola di ex ballerino”

Diego Passoni a Blogo: “La danza in tv funziona, ma ha bisogno di tempo. Parola di ex ballerino”

Dance Dance Dance debutta stasera su FoxLife: “Spettacolo glamour, fa venire voglia di ballare a casa”

pubblicato 21 Dicembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 15:39

Lo definisce “glamour” e racconta che tra gli ‘effetti collaterali’ per il pubblico che lo guarderà da casa c’è il contagio. Diego Passoni conduce insieme ad Andrea Delogu (intervista Blogo) Dance Dance Dance, il nuovo talent sulla danza di FoxLife al via stasera, mercoledì 21 dicembre 2016, alle ore 21.10

Intervistato da Blogo, lo speaker di Radio Deejay non si sbilancia sulla possibilità che sul palco torni a vestire i panni di ballerino come fatto a inizio carriera:

Andrea Delogu ha un passato glorioso di animatrice e vocalist nelle discoteche, ci siamo trovati molto bene anche dal punto di vista del ballo. Ma non balleremo (la Delogu ci ha detto il contrario, Ndr). I concorrenti non si sono infortunati, altrimenti noi saremmo stati pronti a sostituirli e a ballare. Guardando le prove ci è venuta proprio la carogna di ballare (ride, Ndr).

Che tipo di conduzione sarà la vostra? E che talent è Dance Dance Dance?

Io a Andrea ci dividiamo tra il palco e il backstage. Di talent ne vediamo molti, ma Dance Dance Dance ha delle peculiarità nuove. Per esempio non c’è il daytime, il backstage lo si vede direttamente nella puntata; è un talent sul ballo, che però tocca l’ambito delle coreografie iconiche. Cioè tutto quello che la danza è diventata grazie ai video musicali, ai film musicali e alle esibizioni con effetti speciali, dal Super Bowl ai tour mondiali più famosi. La danza diventa iconica nel momento in cui la coreografia è inserita in un contesto con look e musica che rendono indimenticabile quel pezzo musicale. Da Elvis in poi il movimento è diventato tutt’uno con la musica.

Quali prove dovranno affrontare i concorrenti?

Non prove di genere di ballo, ma di riproposizione fedele della coreografia. Per esempio, Thriller di Michael Jackson, da ballare esattamente come nel videoclip.

Scenografia, costumi e tecnologia serviranno per portare gli spettatori nell’atmosfera originale?

Sì, anche se in realtà i concorrenti non devono imitare, ma devono entrare in quel mondo per dare valore al passo coreografato. Costumi sì, ma soprattutto la realtà aumentata e il mapping; ci sarà l’interazione tra i movimenti del ballerino vero sul palco e le immagini dietro, intorno e sotto il ballerino, montate a ritmo. Tutto questo in televisione non si era mai visto finora.

L’obiettivo è far ballare il pubblico da casa?

Sì, sono rimasto sconvolto dall’effetto della realtà aumentata. Se dovessi guardare il programma da casa io toglierei di mezzo il divano e inizierei a ballare. Viene proprio voglia di alzarsi. L’altro obiettivo è rispolverare alcuni video storici.

A differenza, probabilmente, della Delogu tu saresti potuto essere anche giurato di questo talent essendo un ex ballerino. Te lo hanno chiesto?

No, mi hanno proposto subito di fare il conduttore e ne sono stato contento. Il ruolo di conduttore è più facile di quello del giurato. Anche perché in giuria ci sono tecnici della danza, chapeau (in realtà, oltre a Luca Tommassini e Timor Steffens, c’è Vanessa Incontrada, Ndr). Comunque preferisco fare il maestro della cerimonia invece che mettermi a fare le pulci al lavoro degli altri.

Parliamo della tua carriera da ballerino. Perché è finita?

Nasco come ballerino… muoio abbastanza presto come ballerino, un’esperienza da farfalla, diciamo (ride, Ndr). Ho ballato per il Festivalbar, ho seguito Alexia, ho fatto alcune puntate di Ci vediamo in tv di Paolo Limiti e La Sai l’ultima. La danza è una musa, una seduttrice, dopo il secondo passo ti innamori, nei movimenti non c’è solo ginnastica, ma emozioni. La danza è un po’ catarsi; è stato un amore, ma il primo amore in assoluto nella mia vita è la parola. Che poi ha prevalso. Infatti parlo, di caxxate spesso, ma parlo in radio tutti i giorni. Diciamo che Dance Dance Dance è la quadratura del cerchio: conduco un programma in prima serata su una materia che, tutto sommato, è la mia. Non avrei potuto chiedere di più.

La danza in tv funziona?

Innanzitutto è giusto che ognuno provi a portarla in tv a seconda del proprio gusto. E devo dire che il gusto di Dance Dance Dance mancava in tv, è bello che ci sia: una visione del ballo totalmente scorporata dall’idea di teatro-danza. Non è vero che la danza in televisione non paghi. La danza non ha bisogno di essere spiegata. Se è curata, se è bella, paga. Il problema della danza in tv se vuoi te lo spiego…

Vai.

Quando ho smesso di ballare io, stavano finendo i soldi. I grandi programmi e le grande coreografie si potevano fare perché c’erano i soldi. I soldi per fare cosa? Per lavorare con calma, per pagare per una settimana intera ballerini, starlette, soubrette, coreografo e cameraman che provano. La danza necessita tempo. Il problema della danza in tv è che oggi la televisione è cotta e mangiata, mentre la danza ha bisogno di prove. I concorrenti di Dance Dance Dance è da tre mesi che lavorano tutti i giorni in sala prove. Oggi scommettere su un programma sulla danza è un rischio, anche produttivamente perché vuol dire mettere in conto da subito che dovrai provare non un’ora, ma sei ore.

Su quale delle coppie in gare punteresti per la vittoria?

La domanda è difficile, non posso sbilanciarmi, ma posso dire che c’è una coppia di belli alla quale il pubblico forse darebbe le ore contate come ballerini e che invece nel tempo si è trasformata…

Chiara Nasti e Roberto De Rosa?

Eh, non te lo dico (ride, Ndr)

C’è una coppia molto più forte delle altre?

Due che hanno già fatto musical sembrerebbero avvantaggiati. E invece non è così. I punti deboli li hanno tutti. Anche perché qui non si tratta di improvvisare due otto, ma di ballare una coreografia intera. Vedrete…