‘O Mare Mio cerca la rotta tra Unti e Bisunti e Il Boss delle Cerimonie
‘O Mare Mio, la prima puntata del nuovo format con Cannavacciuolo live su Blogo.
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20.40
Una mezz’oretta prima di vedere Cannavacciuolo pescatore.
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21.22
Si mangia con le mani, la voce fuori campo ricorda i toni de Il Boss delle Cerimonie (e dei Prediciottesimi), anche il momento ‘silenzio’ da sfida western fa Unti e Bisunti. Uhm.
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21.24
Cannavacciuolo chiede all’equipaggio di presentargli tre persone brave a cucinare la pasta coi masculini.
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21.29
La scenetta sui cappelli di lana sbagliati… vabbè.
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21.34
Ritorno al futuro, Signora in giallo, lo Squalo sono solo alcune delle tracce sparate in questa prima metà di puntata.
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21.43
Si va a prendere la pasta fatta a mano e le verdure: perché non soffermarsi di più su questo?
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21.43
Si va al ristorante Le Ginestre per preparare la pasta con i masculini. E sappiate che Camilla è la cugina del pescatore-poeta Giovanni.
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21.52
Assaggiano anche lo chef Peppe e il pescatore Giovanni. Il vincitore dopo la pubblicità.
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21.55
Terminata anche la seconda pausa pubblicitaria. E secondo giro di highlights con commento para-ironico.
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21.56
“E spicciate che mi fa freddo nelle spalle…”, dice Camilla. Per dirvi il tono della ‘gara’. Ma figuratevi se a me non piacerebbe avere un racconto divertente: solo che questo vuole esserlo, ma non ci riesce.
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21.57
Vince Camilla: sarà lei a cucinare con Cannavacciuolo che rivisita la Pasta ai Masculini. Intanto passa dalla pasta al riso, ci aggiunge una purea di piselli… certo, se avessi capito com’è l’originale! Ho capito solo che ci si mette il finocchietto selvatico, le alici e il concentrato di pomodoro.
L’idea è carina, ma lo sviluppo è incerto e la confezione irritante: questa in sintesi la reazione alla prima puntata di ‘O Mare Mio, che ha debuttato su Nove con la prima delle sue quattro puntate.
Un programma di cucina specifico sul pesce non c’era e in questo lo spunto di andare per mare a pescare, a raccontare la vita di peschereccio, a spiegare il rapporto con la materia prima non era affatto male, visto che finora è stato lasciato ‘solo’ a Linea Blu. L’occasione viene sprecata con un tono non solo leggero, cosa in sé auspicabile, ma direi ‘impalpabile’, quasi da puro cazzeggio. In questo la confezione non aiuta, anzi accentua l’effetto ‘divertissement’, rendendolo a tratti quasi parodistico: la voce fuori campo sembra ricalcare gli stilemi della ‘fiaba’ alla Boss delle Cerimonie, mentre la colonna sonora è talmente impegnata ad ‘alleggerire’ da essere schizofrenica, cambiando ogni pochi secondi citazione o base. Il delirio. E non perdono l’effetto ‘Bud Spencer’ sulle pacche di Cannavacciuolo, distribuite con troppa generosità e fuori contesto. Le pacche sono una cosa ‘sacra’ per gli amanti di Cannavacciuolo, non si sprecano, né si ‘sfottono’. Si invidiano. Si desiderano. Sono un premio, un attestato di stima, non un effetto sonoro. Se si sprecano si depotenziano. Vanno gestite con equilibrio, altrimenti si rischia di alterarne il sapore.
Tutta questa forzata leggerezza finisce per far perdere la rotta al racconto: ci sono solo cinque minuti dedicati alla pesca (infarciti però di aneddoti di colore che poco hanno a che fare col pescato, le reti e il mestiere) prima che si affondi nell’infinito blocco dedicato ai tre pseudo cuochi amatoriali, pescati per la simpatia, non per la capacità ai fornelli. Fin qui poco male, se non si facesse di loro gli unici spunti narrativi.
Tutto si sposta sui ‘personaggi’: sembra di seguire una puntata de Il Boss delle Cerimonie, con tutta l’attenzione rivolta agli sposi/parenti/genitori, ma almeno in quel caso c’è l’obiettivo di raccontare un matrimonio. In questo caso c’è solo l’intenzione di far venir fuori del folklore locale, condito da un Cannavacciuolo lasciato (quasi) a briglia sciolta a guidare un racconto che non gli appartiene, almeno non nei modi e nelle forme dettati dal format che sembrano strizzare l’occhio al modello di Unti e Bisunti. E infatti lo chef finisce per ‘esagerare’, per perdere la misura, anche quella delicatezza che gli è propria in cucina.
Prende, così, il sopravvento la ‘soggetta’ di puntata, in questo caso una scatenata Camilla single per scelta, che cuce berretti e sciarpe ai suoi 56 nipoti e pronipoti, che non tace un secondo e ha la verve di una Cerasella made in Sicilia. Niente di male, se non fosse che fagocita il racconto anche perché non c’è null’altro da raccontare: non si vede la ricetta tipica di puntata, non si capisce il lavoro e le peculiarità dei tre ‘chef per un giorno’, non si valorizza il ristorante ospite. Il pesce e la cucina praticamente scompaiono. Almeno nel momento dei tre ‘concorrenti’ in cucina c’è uno chef che si diverte con gli strafalcioni di Camilla. La gara, ovviamente, è un mero pretesto; il giudizio finale un puro obbligo. L’unico momento che abbia un senso resta Cannavacciuolo ai fornelli: lì il tempo si ferma, tutto torna al proprio posto, persino Camilla fa silenzio, gli effetti sonori e la base musicale tacciono e si assiste alla ‘danza’ di Antonino. Tutta la leggerezza che si voleva dal programma si trova lì, senza fatica. E anche il pizzicotto sulla guancia di Camilla acquista un sapore diverso, racconta più delle mille parole sprecate e dei tanti siparietti inutili disseminati per dare una storia tv ai tre personaggi.
In buona sostanza, il programma sembra non avere una direzione chiara, troppo impegnato a prendere le distanze da qualcosa che altri hanno già fatto (e meglio) e troppo preoccupato di voler divertire. Basta mettere Cannavacciuolo in cucina per divertire e coinvolgere, non c’è bisogno di fargli fare sketch in giro per i vicoli.
Vedremo anche le altre puntate. Potrebbe anche essere che si sia partiti da questa per marcare subito la cifra col personaggio Camilla. Magari le altre puntate hanno più struttura e meno ‘cazzeggio’. Chissà. Vedremo. Intanto dare troppa ‘libertà’ allo chef rischia di essere controproducente: il suo ambiente naturale è il cibo, la preparazione, gli ingredienti, la cultura della cucina, non la caccia al finocchietto selvatico. Insomma, idea buona, sviluppo incerto e confezione, come detto, irritante. E il logo a mo’ di Tonno Nostromo chiede vendetta.
‘O Mare Mio | 9 gennaio 2017 | Diretta | Cannavacciuolo ad Aci Trezza
‘O Mare Mio | Prima puntata | Anticipazioni
Nuovo programma per Antonino Cannavacciuolo, che mette per un po’ in stand-by le Cucine da Incubo e si imbarca su un peschereccio per girare l’Italia e conoscere le tradizioni delle coste e dei pescatori. Questo il fulcro di ‘O Mare Mio, in onda da questa sera, lunedì 9 gennaio, in prime time su Nove (DTT, 9) e in liveblogging su TvBlog.
Chef Cannavacciuolo, quindi, si fa uno e bino in questo inizio di Primavera tv, dividendosi tra SkyUno con la sesta stagione di MasterChef Italia e Discovery, che risponde con questo nuovo programma su Nove. E vediamo di che si tratta.
‘O Mare Mio | Il format
Sono quattro le puntate che compongono questa prima stagione: Acitrezza, Porticello, Lerici e Porto Cesareo.
Ogni puntata comincia con lo chef Cannavacciuolo che partecipa a una battuta con i pescatori del luogo, durante la quale si informa sulla loro storia e la loro esperienza in mare, sulle tipicità culinarie del posto e sul pesce tipico protagonista della puntata, cucinato in primis proprio a bordo, come vuole la tradizione dei pescatori. Attraccati al porto, Chef Cannavacciuolo entra in contatto con il borgo marinaro e comincia la ricerca dei tre migliori cuochi amatoriali del paese. Indice quindi una sfida tra loro su un piatto della tradizione locale, che si svolge in un ristorante storico del borgo. Il vincitore affiancherà Cannavacciuolo nella preparazione di una ricetta che lo chef ha ideato ispirandosi dal piatto della tradizione locale e che regalerà alla comunità.
Nel corso del programma vengono presentati alcuni consigli del WWF per una pesca sostenibile e amica del mare, che fanno parte della guida creata nell’ambito della Campagna Fish Forward WWF per sensibilizzare a un consumo responsabile di pesce.
‘O Mare Mio | Anticipazioni prima puntata
Diversamente da quanto ci si sarebbe potuti aspettare, la prima puntata non è ambientata nel Golfo di Napoli, terra natìa dello Chef e peraltro non inserita in questo (primo?) ciclo di appuntamenti, ma in quel di Acitrezza, in provincia di Catania. Un inizio dal sapore letterario, quindi, per Antonino, che sbarca lì dove Giovanni Verga ambientò il suo I Malavoglia. E immaginiamo che non mancheranno riferimenti a Padron ‘Ntoni e alla saga della sua famiglia.
Al netto delle citazioni letterarie, chef Antonino Cannavacciuolo andrà alla scoperta delle tipicità ittiche della zona, presenterà alcune delle ricette tradizionali dell’area e assisterà alla sfida tra i cuochi locali su un piatto caratteristico, la pasta con i masculini, ovvero alici tipiche dell’area compresa tra Capo Mulini e Capo Santa Croce, di cui ogni anno c’è una rinomata sagra ad Acicastello. Caratteristica la pesca con la menaica, rete particolare diffusa anche in Cilento.
‘O Mare Mio | Come seguirlo in tv e in live streaming
Il programma, prodotto da Endemol Shine Italy per Discovery Italia, va in onda per quattro settimane il lunedì alle 21.15 su Nove (DTT, 9) e non è possibile seguirlo in live streaming. Si può però recuperare sulla piattaforma DPlay dopo la prima tv.
‘O mare mio | Second Screen
Il programma si appoggia sulla pagina Facebook di Nove e sul suo account Twitter. Ha un proprio spazio sul sito della rete e ha come hashtag OMareMio. Segnaliamo, però, il profilo Twitter ufficiale di Cannavacciuolo, ovvero @AntoninoChef.