Partiamo da un presupposto: Gigi Proietti è un maestro. A 76 anni, con una carriera ultra 50ennale, può permettersi di tutto sul palco, anche di riproporre al pubblico sketch e personaggi amati già in A me gli occhi please edizione ’75. Certo, sono meno energici e vibranti, ma quel che allora si esprimeva anche con l’atleticità, ora è tutto concentrato nell’espressione e nei tempi, con una perfezione distillata in ogni gesto.
Premesso questo, Cavalli di battaglia si presenta come una regalo di Proietti al suo pubblico, quello presente in teatro e quello che lo segue da casa. Proprio il pubblico resta la sua spalla migliore e il suo partner più affidabile. È con ‘lui’ che gioca soprattutto nella prima parte dello show, quella in cui è davvero protagonista. L’affarologo Pietro Ammicca, Tato e la saùna, le sue canzoni, le gag come la telefonata (anche se abbreviata ed edulcorata) o la Signora delle Camelie (epigone della Francesca da Rimini di Petito) sono il cuore di questo show, squisitamente teatrale anche se in un’accattivante cornice televisiva, che si avvale di uno scenografia da ‘realtà aumentata’ che mi ricorda quella di Dance Dance Dance.
Oltre alla scena, pensata per le telecamere, di televisivo non c’è più nulla: non il linguaggio, non la regia, non i ritmi. Ma non è un male in ‘assoluto’. Anzi. Considerata la struttura narrativa e il protagonista, sarebbe meglio che questo Cavalli di battaglia non avesse neanche uno spunto tv. Infatti la parte davvero televisiva, quella degli ospiti, appare come un corpo estraneo nello schema del programma, nonostante il generoso e professionale tentativo di Proietti di integrare i vari personaggi nel suo racconto e di integrarsi nei loro interventi. Tenta di fare il presentatore, lo dichiara anche, chiede pure scusa per i suoi tentativi, ma si vede che non è a proprio agio. E il programma ne risente. E’ come mettere Varenne a tirare il calessino.
Far fare la spalla a Proietti mi sa di cattiveria: vederlo accanto a Siani (che si limita a fare una breve collection di battute) o a un Caccamo che cade sulla sedia trasferisce un fastidioso senso di inappropriatezza. Non in lui, ça va sans dire, ma nell’averlo costretto a interpretare un ruolo che non gli appartiene e non gli può appartenere. E infatti si vede che Proietti morde il freno con gli ospiti, siano essi Claudio Baglioni o Corrado Guzzanti. Non a caso per il ‘miracoloso’ ritorno di Guzzanti, Proietti convoca Serena Dandini, riservando per sé un posto in platea. E per questa apparizione di Guzzanti su Rai 1 con Quelo, Robertetti e Lorenzo non ringrazierò mai abbastanza il maestro.
Nulla è lasciato al caso nella costruzione degli interventi degli ospiti, però: ogni duetto è pensato e costruito, laddove possibile, su elementi in comune tra l’artista di turno e il maestro. Baglioni e Proietti cantano Me so’ magnato er fegato, Piovani accompagna Proietti in Numa Pompilio tratto da I 7 re di Roma, la Gerini regala una Tosca in omaggio a Monica Vitti, Laganà ricorda i tempi del Laboratorio, mentre la sfida canora tra Roma e Milano con Teocoli si declina in versioni ‘atipiche’ di grandi successi delle rispettive scuole. In altri casi ci si riesce meno, come quel ‘O surdato ‘nnammurato con Siani o l’intervento di Cicchella, del tutto sciolto dal resto, ma accompagnato dalla stima del maestro per il giovane attore.
Il vantaggio di queste ospitate è che sono state sostanzialmente brevi, ma restano estranee allo spettacolo. E si sente. Il peccato originale sta nell’aver voluto fare di uno spettacolo teatrale un ‘canovaccio’ per l’inserimento di tanti ospiti, utili a diluire uno show in 9 ore di programma televisivo da distribuire in tre diverse serate. Siamo prossimi alla moltiplicazione dei pani e dei pesci e si chiedono a Proietti e ai suoi autori dei veri e propri miracoli.
Certo, Proietti è uno dei pochi a cui possono riuscire, ma qui si chiede davvero tanto. Cavalli di battaglia resta uno show per chi ama il protagonista, per chi sarebbe andato volentieri a vederlo a teatro; anzi, a diluire troppo con corpi estranei si rischia di allontanare anche i più motivati. Ma che lui sia un maestro di opera fina non si discute e che il programma regali echi di antica classe neanche. Difficile, però, trovare il giusto equilibrio tra teatro e tv, soprattutto se hai un mattatore, un capocomico che domina la scena e che è abituato a fare gli onori di casa al suo pubblico, non agli ospiti. Non è il suo ruolo. Imporglielo sa di ‘scortesia’. Ed è forse il difetto maggiore di questo progetto, che vuole un Proietti ‘uno e trino’ ma diluito a far da guida in questo viaggio nel passato, tra i cavalli di battaglia di una carriera cinquantennale (zeppa di personaggi ancora freschissimi) e quelli di tanti diversi artisti.
Vedremo come si procederà. Intanto, maestro chapeau.
Cavalli di battaglia | Diretta prima puntata | 14 gennaio 2017
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20.04
Si parte subito dopo il Tg1. E a me il logo col cavallo sorridente mi fa subito Febbre da Cavallo….
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20.48
Gag per i bambini, prima che vadano a nanna: eh, ma non siamo più nel 1960, però.
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21.19
Siani, breve e indolore.
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21.57
Costringere Proietti alla spalla è cattiveria secondo me.
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22.21
“Dalla polvere veniamo e dalla polvere torneremo”. Ma che sei allergico? No? E allora che problema c’hai?”.
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23.00
Si cambiano le parole: Quanto sei bella MESTRE quando è sera, la versione spagnola di Roma non fa’ la stupida stasera, ma Chitarra Padana è bellissima, diciamocelo.
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23.13
E quando pensi che per stasera può bastare, realizzi che manca ancora un’ora.
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23.14
Si cambia tono parlando di Roberto Lerici, poeta e amico, che scrisse con lui A me gli occhi please e che ricorda con la poesia Questo Amore. “… Quest’amore usato, digerito,
buttato in pasto al popolo ignorante,
come fosse una cosa interessante…”: se non fosse del 1978 sembrerebbe ispirata a Instagram. -
23.30
Ringraziamenti reciproci tra Proietti che benedice Cicchella.
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23.53
Sono gli highlights.
Cavalli di Battaglia | 14 gennaio 2017 | Anticipazioni prima puntata
Gigi Proietti torna a far teatro (e spettacolo) su Rai 1 e lo fa con una versione tv del suo show, Cavalli di Battaglia, in onda per tre sabato nel prime time dell’Ammiraglia Rai. Si parte alle 20.35, per catturare il pubblico di C’è Posta per Te prima che si concentri sulle storie di Maria De Filippi, e si cerca di tenere il pubblico bloccato su Rai 1 fino alle 00.20.
Il programma trae spunto dall’omonimo spettacolo teatrale con cui Proietti ha festeggiato i suoi 50 anni di carriera – e con cui strizza l’occhio a un suo caposaldo come A me gli occhi please – e lo mescola con un ricco parterre di ospiti, ciascuno dei quali impegnato in un ‘duetto’ col padrone di casa e in un proprio ‘cavallo di battaglia’. Si cerca, quindi, di andare sul sicuro con un mattatore come Proietti, ma reggere quasi 4 ore di spettacolo tv non è facile per nessuno. Vediamo però gli ospiti della prima puntata.
Cavalli di Battaglia | Ospiti prima puntata
Sul palco del Teatro Verdi di Montecatini Terme, dove è stato realizzato lo show, si alterneranno Claudio Baglioni, Alessandro Siani, Corrado Guzzanti, Claudia Gerini, Teo Teocoli, Marco Marzocca e il premio Oscar Nicola Piovani.
Ad accompagnare Proietti la Compagnia Teatrale di “Cavalli di Battaglia”, un corpo di ballo di 10 elementi e un’orchestra di 40 elementi.
Cavalli di Battaglia | Il format
Cavalli di Battaglia è un programma di e con Gigi Proietti realizzato in collaborazione con la “Tre Tredici Trentatre Srl”, scritto con Federico Andreotti, Matteo Catalano, Stefano Disegni, Stefano Sarcinelli e Loredana Scaramella. Le scene sono di Marco Calzavara, le luci di Fabio Brera, la regia teatrale è di Gigi Proietti, la regia televisiva è di Gian Marco Mori.
Cavalli di Battaglia | Come seguirlo in tv e in live streaming
Cavalli di Battaglia va in onda per tre sabato consecutivi – 14, 21 e 28 gennaio – su Rai 1 e su Rai 1 HD (DTT, 501). Il programma si può vedere in live streaming sul sito RaiPlay.
Cavalli di Battaglia | Second Screen
Per commentare live la prima puntata di Cavalli di Battaglia vi consigliamo, ovviamente, il nostro liveblogging, su TvBlog dalle 20.35. Non ci sono grandi supporti ‘social’ a sostegno del programma: per FB ci si ‘appoggia’ sulla pagina ufficiale di Rai1, così come su Twitter. L’hashtag è #cavallidibattaglia.