Home Festival di Sanremo Sanremo 2017, scenografo Bocchini “accusato di aver intascato tangenti”

Sanremo 2017, scenografo Bocchini “accusato di aver intascato tangenti”

Lo scenografo sarebbe indagato in una faccenda di mazzette. Il suo legale però smentisce: “Non ha ricevuto alcun avviso di garanzia”

pubblicato 1 Febbraio 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 13:59

Dimenticate le sterili e puntuali polemiche sul cachet di Carlo Conti. Intorno al Festival di Sanremo 2017 si è scatenato un altro caso, apparentemente più grave. A svelarlo è Carlo Piano sul quotidiano La Verità. Di cosa si tratta? Di una “storia di tangenti che vede coinvolti la Rai e lo scenografo del Festival di Sanremo“. Chi è costui? Lo “scenografo e architetto Riccardo Bocchini, classe 1958, che è accusato di aver intascato tangenti e che in Viale Mazzini è un asso pigliatutto” (ha lavorato, tra gli altri, per trasmissioni come L’eredità, Affari tuoi, Tale e quale show, Sogno e son desto, I migliori anni e Si può fare).

Sul quotidiano si legge che Bocchini “si trova nella scomoda posizione di indagato in una brutta faccenda di mazzette” e che “il suo nome compare a più riprese nei verbali d’interrogatorio di due imprenditori di forniture televisive finiti in cella per aver elargito a uomini della Rai denaro, vacanze, biglietti aerei e assunzioni di parenti per ottenere il monopolio di alcune trasmissioni“. Le dichiarazioni riportate sono quelle di David Biancifiori e Giuliano Paci, arrestati nel dicembre 2015. Il primo, la cui azienda fornisce sistemi di luci, scenografie, impianti audio e regie mobili, “in cambio di contanti, vacanze ai tropici, buoni benzina, e posti di lavoro si sarebbe accaparrato, assieme al fratello Danilo, gli appalti per gli show di punta della Rai, compreso il concorso canoro più famoso d’Italia“.

Queste le dichiarazioni rese dall’imprenditore al pm Giorgio Orano il 17 febbraio 2016 che gli chiede se “sono mai state erogate somme di denaro allo scenografo Riccardo Bocchini“:

Ho già citato il Bocchini nei miei interrogatori: il suddetto è scenografo esterno e pagato, come altri, a peso d’oro dalla Rai; lo stesso prima che la scenografia da lui presentata venisse approvata, si rivolgeva alle ditte del settore dando indicazioni precise per l’acquisto dei macchinari che aveva inserito nella sua lista; lo faceva lui come tutti gli altri. Bocchini era persona che accettava dazioni di denaro da parte nostra e infatti ricordo che litigammo proprio perché mi fece fare un lavoro, per cui gli diedi la cosiddetta stecca, sia pure regolarmente fatturata prestazione di servizi, che poi fu chiuso con un risultato economico negativo per la mia ditta. Al Bocchini abbiamo fatto la sponsorizzazione di una squadra di basket femminile. Fu lui a chiederlo, dapprima a mio fratello Danilo, poi anche a me.

Giuliano Paci, strettissimo collaboratore di Biancifiori, invece al pm ha dichiarato:

Sì uno scenografo che si chiama Riccardo Bocchini che, pur non essendo interno alla Rai, faceva programmi importanti come I migliori anni, L’eredità eccetera e che aiutò David perché inserì nei capitolati di gara le Led Balls, che erano nella pressoché disponibilità esclusiva dell’azienda di David Biancifiori. Lui dal 2012 in poi ha preso per un anno cifre in contanti per circa 15/20.000 euro. Precedentemente ha preso qualcosa ma poco.

Secondo La Verità, la Procura di Roma ha inviato a Bocchini un avviso di garanzia (52 sarebbe gli indagati e tra di essi ci sarebbero funzionari, dirigenti e direttori della fotografia che hanno lavorato in Rai. I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere, appropriazione indebita, turbativa d’asta, corruzione e concussione). L’avvocato dello scenografo ha però smentito tale circostanza, come si legge sull’AdnKronos:

Lo scenografo del festival di Sanremo, Riccardo Bocchini, “non ha ricevuto alcun avviso di garanzia”, “non è stato mai ufficialmente informato di essere coinvolto in indagini” e “non ha commesso alcun illecito nei confronti della Rai”. Lo precisa il legale di Bocchini, l’avvocato John R. Paladini. Che aggiunge: “I predetti articoli (del quotidiano La Verità, Ndr), contengono notizie distorte e diffamanti riferite al mio Assistito al quale sono stati ingiustamente attribuiti fatti e circostanze del tutto inveritieri”

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