Big Little Lies, recensione in anteprima Blogo: un thriller sul disagio (e la resistenza) femminile
Big Little Lies, la nuova miniserie della Hbo in onda da noi su Sky Atlantic, è un thriller che indaga l’animo delle donne tramite un giallo che ne svela i segreti e le passioni
La Hbo ci ha già abituato in passato a raccontare le donne con chiavi diverse e prospettive più vicine alla contemporaneità rispetto a tante altre serie: Sex and the City, Girls ed il più recente Divorce, però, hanno in comune un tono molto più propenso alla commedia, o meglio al dramedy. Con Big Little Lies, la miniserie in sette episodi che la rete via cavo manderà in onda dal 19 febbraio (da noi debutterà dal 15 marzo su Sky Atlantic) e che Blogo ha visto in anteprima, lo sforzo fatto è diverso.
Dopo The Night Of, infatti, il network via cavo insiste nella programmazione di gialli caratterizzati da personaggi forti e senza scrupoli, offrendo un ritratto di un’America a volte ipocrita, altre allo sbando. E la miniserie tratta da “Piccole Grandi Bugie” di Liane Moriarty, adattata per la tv da David E. Kelley (Ally McBeal) ci mostra un universo femminile composto da una varietà di donne tanto diverse tra di loro quanto forti e decise a difendere il proprio punto di vista.
Tre le protagoniste: Madeline Martha Mackenzie (Reese Witherspoon), tipica casalinga benestante americana, con casa che si affaccia sull’oceano, mille impegni e l’ambizione di essere migliore di tutte; la più calma Celeste Wright (Nicole Kidman), madre di due bambini e la nuova arrivata Jane Chapman (Shailene Woodley).
Proprio poco dopo l’arrivo di Jane, durante una riunione dei genitori della scuola elementare che i figli di tutte e tre le donne hanno iniziato a frequentare, avviene un omicidio: la vittima non viene svelata nel primo episodio, che invece preferisce, così come i successivi, raccontare le dinamiche tra le protagoniste tramite le deposizioni della maestra, del preside e di chi era presente la sera del delitto. Ne emerge un quadro poco rassicurante per le tre, che nascondono qualche segreto e che, evidentemente, non conducono la vita serena che dicono di condurre: Madeline è in crisi con il marito Ed (Adam Scott) e teme che la figlia adolescente Abigail (Kathryn Newton) si avvicini troppo a Bonnie (Zoë Kravitz), nuova compagna del suo primo marito. Celeste, invece, è succube del coniuge Perry (Alexander Skarsgård), che la maltratta a piacimento, mentre Jane è in cerca dell’uomo da cui ha avuto suo figlio, un ragazzino che, il primo giorno di scuola, viene accusato di violenze su una compagna di classe.
Il ritratto sereno e borghese proposto nei primi minuti della miniserie sfuma in breve tempo, e lascia spazio al racconto di tre donne tanto diverse tra di loro quanto accomunate da un senso di resistenza che le porta, però, anche a compiere gesti di cui potrebbero pentirsi. Più che un poliziesco, Big Little Lies è un thriller che indaga il disagio femminile in un mondo che costringe le donne ad essere perfette ed accondiscendenti. Un mondo a cui le tre protagoniste iniziano a ribellarsi.
L’operazione della Hbo è sicuramente insolita per il network, ma ancora una volta ci propone un racconto teso e, soprattutto, ben interpretato: la Witherspoon, la Kidman (queste due anche produttrici esecutive) e la Woodley sono portavoci di tre differenti fasi della vita di una donna, ma anche di un’indagine interiore che supera i confini dell’età e che affronta temi universali come la fedeltà, la rabbia, il potere.
A loro tre si aggiunge un cast di contorno eccellente, tra cui spicca Laura Dern nei panni di Renata Klein, nemesi di Madeline. Sono le donne il centro di questa miniserie, rappresentate all’interno di un contesto narrativo che implica la soluzione di un mistero, ma che riesce ad essere onesto, sensibile, ed accattivante. L’universo femminile della Hbo si espande, cercando non più una risata, ma una riflessione.