Dalida, un film troppo freddo penalizzato dall’attenzione ai dettagli
Dalida è un film che si concentra troppo sui dettagli della realizzazione e risulta distaccato rispetto alla protagonista
Portare in tv Dalida e la sua tormentata storia: ci hanno provato i francesi, aiutati dagli italiani, nel film Dalida, co-produzione di Pathè e di Rai Cinema. Ma di cinematografico sembra esserci poco: tolta l’attenzione ai dettagli della scenografia ed alle luci, del racconto della celebre cantante scomparsa 30 anni fa resta quello che sembra essere soprattutto una produzione destinata soprattutto alla tv e non al cinema.
In Francia, Dalida è stato presentato sul grande schermo, mentre in Italia, forte della co-produzione con la Rai, va in onda su Raiuno in prima tv. Difficilmente si sarebbe potuto immaginare diversamente: la storia di Dalida è una storia ricca di drammi, di amori sopiti, di rinunce: materiale perfetto per una fiction.
Ma non basta per attirare il pubblico: ci vuole una sceneggiatura che rispetti la fonte originaria e sappia darle risalto, cosa che in Dalida accade poco. Il film si limita a raccontare le fasi salienti della vita della protagonista, tracciandone un ritratto che non offre molto di nuovo rispetto a quanto già stato fatto in passato. Il fascino della protagonista, e l’uso della voce originale di Dalida nei momenti musicali, non bastano a dare una rappresentazione diversa dalle altre.
La sceneggiatura si appoggia, infatti, su fatti noti al pubblico, mettendoli in scena cercando solo di fare il proprio dovere, restando fredda nella sua realizzazione, paradossalmente, visto che la storia della protagonista è ricca di passione e tormenti.
Eppure l’attenzione al dettaglio, come detto, della scenografia ed alle luci spostano l’attenzione dalla trama all’esecuzione del prodotto. Ed a risentirne è anche l’interpretazione: Sveva Alviti guadagna nella somiglianza con Dalida, ma anche lei sembra faticare ad entrare nel personaggio, soprattutto quando deve doppiarlo dalla versione francese a quella nostrana, mentre il resto del cast diventa un contorno intorno cui ruotare la vita della protagonista. Una protagonista che continua a restare unica.