Hidden Singer: autocelebrazione non eccessiva, il sogno televisivo di ogni artista musicale
La recensione dello show musicale di Nove.
Hidden Singer, il nuovo show in onda su Nove, condotto da Federico Russo, è il sogno di ogni artista che lavora in campo musicale.
Il cantante affermato chiamato ad animare la puntata dello show, infatti, si lascia coccolare da un copione scritto su misura con il fine ultimo di una vera e propria celebrazione.
Scritto così, può sembrare che ci sia una connotazione negativa in questa delineazione ma l’idea che sta alla base di Hidden Singer mette dei paletti significativi all’autocelebrazione sfacciata, evitando, quindi, lo svolgersi di un evento eccessivamente onanistico.
Il primo paletto è la durata: poco meno di due ore. Una pacchia.
Il secondo paletto è il giochino che dà il titolo al programma: il cantante protagonista della puntata, infatti, è chiamato ad esibirsi insieme a quattro imitatori all’interno di cinque cabine distinte; la platea, composta unicamente da fan sfegatati dell’artista, deve prima eliminare, ad uno ad uno, gli emulatori e alla fine indovinare in quale cabina si nasconde il loro beniamino.
Si tratta di un giochino semplice semplice ma decisamente funzionale per arrivare alla definitiva apoteosi dell’artista, in chiusura di puntata, come già scritto, senza eccedere.
Hidden Singer ha trovato innegabilmente un nuovo modo per regalare ad un artista una serata di pura glorificazione, che gli permetta di tenersi lontano, in modo pulito, dalle polemiche derivanti a volte dei media o a volte dei talent show, polemiche delle quali certi artisti fingono di voler fare a meno ma che inevitabilmente si rivelano anch’esse necessarie per arrivare alla definitiva consacrazione.
Da questo punto di vista, Hidden Singer è la positività perfetta per permettere a certi artisti di far fruttare al meglio il loro vittimismo coltivato in altri lidi.
Per questo motivo, l’unica attenzione che Hidden Singer dovrebbe avere è quella di dedicare serate di questo tipo a chi davvero se lo merita, a chi la tv la bazzica poco per esempio, per favorire la costruzione di piccoli veri eventi televisivi.