Rai 5, Elio racconta L’Opera Italiana dal 10 aprile
Elio racconterà le opere italiane su Rai 5.
Alla scoperta dell’Opera Italiana. Rai 5 e la voce di Elio, da lunedì 10 aprile alle 22.05, proporranno ai telespettatori una sorta di enciclopedia sulle opere italiane: si scoprirà la storia dei componimenti più noti – dalla Boheme al Barbiere di Siviglia, dal Rigoletto a Madama Butterfly passando per Guglielmo Tell – attraverso immagini di repertoro, interviste agli esperti e viaggi nei luoghi dove sono nate le suddette o gli autori.
“Ogni puntata rileggerà l’opera sotto tre punti di vista: musicale, letterario e storico-culturale. Elio parte dal concetto che l’opera è soprattutto una esecuzione vocale. Poi analizza le sfide che l’opera stessa rappresenta per il direttore d’orchestra e per gli stessi interpreti. A questo punto l’analisi si sofferma sull’autore e si cerca di capire quali sono le intuizioni che hanno portato alla stesura dell’opera. Inoltre si scandagliano gli elementi di rottura dell’opera stessa con il passato musicale. Il punto di vista letterario analizza soprattutto le storie composte da librettisti illustri che spesso hanno tratto ispirazione dalla grande letteratura”, anticipa il blog di Marida Caterini.
Perché è stato scelto proprio Elio come narratore? Il frontmal delle Storie Tese è un appassionato del genere e già un anno fa aveva raccontato l’Opera per Repubblica: “E’ l’occasione per conoscere un’eccellenza italiana. Molti conoscono i titoli delle opere più famose ma le opere in sé non sono così note. È musica bellissima, con un termine più raffinato potremmo definire ‘di qualità’ ma preferisco bellissima perché quando nomini la qualità la gente si insospettisce… Mi piacerebbe che altri, come me, scoprissero quest’avventura in un mondo che, pur antichissimo, ci risulta nuovo. Ho scoperto poco tempo fa la trama di Rigoletto, è un intreccio micidiale, si arriva a un quartetto in cui ci sono due diverse storie che s’intrecciano, cantate contemporanamente… Magnifico. Interessantissimo, anche dal punto di vista narrativo”, aveva dichiarato in quell’occasione al quotidiano.
La cultura in tivù non fa male male.