Home Operai, Gad Lerner torna in seconda serata su Rai3 dal 7 maggio: “Basta talk”

Operai, Gad Lerner torna in seconda serata su Rai3 dal 7 maggio: “Basta talk”

Sei puntate sul mondo del lavoro: Gad Lerner riparte dal suo titolo-inchiesta sulla Fiat. E spara a zero sui talk show

pubblicato 16 Aprile 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 10:59


Dopo l’apprezzato esperimento autunnale di Islam, Italia, Gad Lerner ritorna su Rai3 con un nuovo ciclo di reportage in sei puntate. Operai è il “nuovo titolo” del giornalista, atteso per domenica 7 maggio 2017 alle 22.50 (in coda a Che tempo che fa). In realtà tanto nuovo non è, essendo ispirato al suo storico libro-inchiesta – edito da Feltrinelli – sul mondo della Fiat e delle tute blu.

L’ex conduttore de L’infedele tornerà a occuparsi del mondo del lavoro, come ha anticipato in un’intervista a L’Espresso:

“Non mi era mai capitato che, andando in giro per le case, nei luoghi di lavoro, nei giardinetti per incontrare le persone, tante mie interviste fossero interrotte da lacrime. Io che ho sempre detestato la tv del dolore e nelle mie trasmissioni mi sono imposto di non riprendere mai con la telecamera qualcuno che piangesse. Uno dei motivi, ne sono sicuro, è che le persone che ho incontrato non sono abituate ad essere ascoltate”.

Per il resto ha commentato così l’ottimo risultato di ascolti di Islam, Italia:

“Non me lo sarei mai aspettato. Ho verificato con stupore che esiste un pubblico pronto all’ascolto. Il merito è la capacità di sorprendere: all’inizio era l’elemento forte del talk show, prima che diventasse recitativo, commedia dell’arte con le maschere del buono, del cattivo, dell’idiota, del potente. Ruoli già assegnati in anticipo, che sono sempre gli stessi a interpretare”.

Eppure il giornalista ha una spiegazione del perché i talk show resistano in palinsesto:

“Semplice: costano poco. Viene pagato il conduttore, anche lui sempre meno, mentre lo studio televisivo è sfruttato al massimo, così come le scenografie. La maggior parte degli ospiti interviene gratis, per esibizionismo o perché pensa di trarne vantaggio. In pochi sono retribuiti, lo fanno per mestiere, trascorrono più serate in studio che a casa propria. Oggi tutti conoscono i trucchi della telecamera e della prevaricazione discorsiva. Quando cominci io si dava il microfono a protagonisti della società civile, il loro racconto era autentico. In seguito tutto è diventato maniera, professionismo della retorica pubblica. La ripetitività ha annullato l’ascolto fino alla sordità assoluta”.

Gad dice di ricevere tuttora proposte per condurre programmi in studio, “forse per un perverso gusto del vintage” ma “ne sono uscito con le mie gambe prima che mi buttassero fuori e non lo rifarei, ho visto quel linguaggio usurarsi fino in fondo. Avevo cercato di coltivare una nicchia di confronto diverso con L’infedele, ma lo accusavano di essere elitario, anche se raggiungeva punti di share superiori a quelli in cui si è frantumato il talk show di oggi”.

Lerner dice di avere una sola idea per rivitalizzare il genere:

“Mettere a confronto due saggi che si rispettano reciprocamente a interrogarsi sulle grandi domande della vita, secondo il modello della disputa medievale, per oltrepassare la sordità reciproca”.

Qualcuno gli ruberà il format?

Rai 3