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Giancarlo Magalli a Blogo: Il mio Gianni dal “toc toc” alla mia porta ad oggi

Giancarlo Magalli ricorda su TvBlog il suo amico Gianni Boncompagni

di Hit
pubblicato 18 Aprile 2017 aggiornato 21 Gennaio 2021 18:35

E’ scomparso il giorno di Pasqua Gianni Boncompagni, grande autore, regista, conduttore radiofonico e televisivo. Un autentico genio dello spettacolo. Autore e conduttore di alcuni fra i più celebri programmi radiofonici e televisivi, ma anche di canzoni di grandissimo successo. La camera ardente sarà allestita oggi martedì 18 aprile a Roma, alle 12, nella sede Rai di via Asiago 10.

Ci sono stati in queste ore tanti ricordi di persone che hanno avuto la fortuna di avvicinarlo nella propria carriera, TvBlog ha chiesto ad uno di loro un ricordo che è qualcosa di più che un ricordo, una persona che lo conosceva davvero molto bene e che ha lavorato moltissimo con lui. Parliamo di Giancarlo Magalli, che è stato autore, ma anche conduttore, di molti spettacoli diretti da Boncompagni. Negli anni ottanta la ditta “Magalli-Boncompagni” in televisione divenne un po’ quello che era per il teatro il sodalizio “Garinei & Giovannini“, sfornando moltissime trasmissioni televisive di grande successo.

Ricordiamo per esempio Pronto Raffaella, che vide il debutto della tv del mezzogiorno su Rai1, a cui seguì Pronto chi gioca con Enrica Bonaccorti. Prima però ci fu lo spettacolo del giovedì sera di Rete 1 Illusione, dove Magalli debuttò nelle vesti di conduttore. Ed ancora Patatrac, Sotto le stelle (dove debuttò Isabella Ferrari, ballerina silenziosa di una bellezza disarmante) quindi Galassia 2, tanto per citare alcuni titoli.

Il mio Gianni

Gianni l’ho conosciuto nel 1959 quando venne a bussare alla mia porta per presentarsi come mio nuovo vicino. Con lui c’era la sua moglie svedese, allora incinta ed una bambina. Mi disse di scusarlo già da subito se avessi dovuto sentire spesso musica dal suo appartamento, perchè lui era un grande amante del genere. Allora faceva il fotografo era appena tornato dalla Svezia, decise di venire a Roma per coltivare la sua passione per la musica e per la radio in particolare, mi chiese se potevo aiutarlo. Mio padre conosceva un importante dirigente di Radio Rai, il maestro Giulio Razzi, che dopo la nostra segnalazione lo chiamò per fargli un provino.

Il debutto

In seguito, nel 1964, si decise di portare in radio Bandiera gialla e quello stesso dirigente decise di affidare il programma a questo giovane sconosciuto, che era appunto Gianni, a cui si aggiunse come maestro programmatore Renzo Arbore. Per sdebitarsi in qualche modo con me mi chiamò spesso in trasmissione per fare le imitazioni dei personaggi dell’epoca. In quel programma c’erano un sacco di debuttanti: Dario Salvatori, Roberto D’Agostino, Renato Zero, Loredana Bertè, Clemente Mimun, Mita Medici, tutti ragazzi che poi sono diventati famosi. Da quell’esperienza poi nacque Alto gradimento, a cui avrei dovuto partecipare. Dovetti però rinunciare al programma per il servizio militare.

L’incontro con Raffaella e la nascita del nostro sodalizio

Ad un certo punto Gianni si fidanzò con Raffaella Carrà, a cui faceva un pò da impresario, un po’ da paroliere. Quando poi Raffaella dopo “Mille milioni” si fermò un momento, Gianni si mise a fare il regista. Decidemmo quindi in quel periodo di tornare a collaborare insieme, lui regista ed io autore. Uno dei primi programmi che facemmo insieme fu la prima edizione di “Sotto le stelle” che registravamo da Napoli. In quella trasmissione nacque la scintilla fra lui ed una esordiente Isabella Ferrari, io mi fidanzai con Diana De Curtis, la figlia della figlia di Totò che faceva parte del cast di quel programma.

A Sotto le stelle debuttò anche Gegia che mi segnalò l’allora capo struttura di Rai1 Bruno Voglino, Con lei c’inventammo una gag con Franco Bracardi, autore della musica delle canzoni che io e Gianni scrivevamo per Raffaella Carrà, che si fingeva impresario, chiedendo del denaro alla povera Gegia per farle avere delle parti.

La storia di “Pronto Raffaella”

In seguito facemmo insieme Illusione -un programma di prima serata di Rai1 che conducevo con Silvan e Rettore- per poi arrivare al mitico Pronto Raffaella. La storia di questo programma è un po’ diversa da quella che raccontano, la trasmissione era nata per essere affidata a Gianni Morandi, che noi ritenevamo perfetto per il pubblico delle massaie del mezzogiorno, poi lui, poco prima della partenza, non se la sentì di accettare. Boncompagni allora propose Raffaella, io ero un po’ perplesso, ma lui mi disse che a lei bastava dare da studiare per bene i testi che poi sarebbe riuscita ad intervistare chiunque: politici, attori, medici etc. Ed alla fine ebbe ragione, Raffaella fu bravissima ed il programma andò benissimo.

Poi arrivarono Pronto chi gioca con la Bonaccorti, Pronto Topolino, fino a quando dovetti sostituire in conduzione la Bonaccorti. La cosa andò bene, tanto che l’anno successivo fui promosso definitivamente conduttore in Pronto è la Rai che feci con Simona Marchini. A Gianni però fu affidata Domenica in, però non se la sentirono di farmela condurre, io d’altronde avevo condotto solo qualche puntata di Pronto chi gioca. Le nostre strade -professionalmente parlando- si separarono. Nelle stagioni successive sembrava sempre che avrei potuto tornare a lavorare con lui a Domenica in, ma la cosa non si concretizzò mai purtroppo.

L’aneddoto

Parlando di aneddoti ce ne sarebbero tantissimi, me ne ricordo uno molto divertente ai tempi di Pronto Raffaella. Siccome lui la sera faceva molto tardi sentendo e facendo musica, la mattina arrivava in cabina di regia e si metteva a dormire. Al suo fianco c’era la sua assistente bravissima Simonetta Tavanti che faceva gli stacchi al posto suo. Per questo motivo lui non vedeva neppure gli ospiti che c’erano in trasmissione. Capitava quindi che poi a puntata finita i medesimi li incontrava nei corridoi di via Teulada e diceva loro: “Ehy che fai qua, come mai da queste parti?”. “Ti va sempre di scherzare Gianni” rispondevano loro, ignorando che lui veramente non li aveva visti.

L’innovatore

Lui era bravissimo a fare la regia, aveva delle grandi intuizioni ed era molto innovativo. Ricordo che andavamo in onda da via Teulada nello studio che ora è di Porta a porta, solo che a noi avevano dato solo metà studio, perchè nell’altra metà c’era un altro programma. Lui era molto bravo a farlo sembrare più grande con un sapiente gioco di specchi, perchè era anche un ottimo scenografo, oltre che grande regista. Tanti si sono ispirati alla sua regia. Ricordo per esempio che quando facevamo -mi sembra- Pronto chi gioca, in cabina di regia c’era un signore che era lì per fare uno stage e quel signore era Michele Guardì, che poi esordì in regia con Scommettiamo che.

Gianni mi lascia molto di se, a partire dal fatto che lui guardava con molto distacco ciò che faceva e questa cosa aiuta a vivere molto meglio. La televisione è una cosa che si fa in ore e si dimentica in minuti. Lui aveva grande gusto, senso dell’immagine. Oggi lui direbbe che morire il giorno della Resurrezione è il massimo dell’anticonformismo. Per me è come perdere un parente, mi mancherà molto.

Giancarlo Magalli

Giancarlo Magalli