Sense8 su Netflix la seconda stagione con nel cast l’italiana Valeria Bilello
Recensione in anteprima dei primi sei episodi della seconda stagione di Sense8 di Netflix. Nel cast anche l’italiana Valeria Bilello.
L’Uno si fonde con il tutto per comprendere il mondo, tornare Uno e cercare di affrontare la vita.
Sense8 torna e riparte, lasciando a bocca aperta per colori, suoni e atmosfere e cercando di sviluppare una coinvolgente trama di fondo.
I primi 6 episodi della seconda stagione di Sense8 (la serie tv sarà rilasciata interamente su Netflix il prossimo 5 maggio), ripartono dopo il film speciale di Natale servito più a presentare il nuovo volto di Capheus (Toby Onwumere al posto di Aml Ameen) e a coprire parzialmente la lunga pausa, che a portare avanti la storia. Perchè Sense8 oltre alle scene di gruppo, orge, sess0 in cui i corpi si scambiano, si sdoppiano, si fondono, le sensazioni si amplificano e dilatano, ha anche una storia. Una trama complicata fatta di organizzazioni minacciose, la BPO (Biology Protection Organization) nata per proteggere i “sensate” ma diventata il loro carnefice, personaggi ambigui e un’origine da scoprire.
La prima stagione di Sense8 è forse il suo stesso limite più grosso. Lilly e Lana Wachowski insieme a J. Micheal Straczynski hanno faticato a tenere insieme il racconto della sfida tra i nostri “sensate” e Will (Brian J. Smith) in particolare con la BPO, con la necessità di riprodurre anche in questo nuovo capitolo le scene ad effetto, con montaggio serrato e scambio dei protagonisti che hanno rappresentato il successo della prima stagione. Un tentativo che raggiunge l’estremo con il ritorno di “What’s Up” la canzone simbolo della prima stagione di Sense8, una scelta più nostalgica che necessaria. Gli episodi hanno così tutti una costruzione molto simile: partono seguendo in particolare uno dei personaggi, introducono l’altro a supporto, inseriscono una scena con sottofondo musicale in cui i personaggi si scambiano e si uniscono (preferibilmente a base di sess0), si manda leggermente avanti la trama orizzontale.
Il mondo di Capheus, Will, Lito (Miguel Angel Silvestre), Nomi (Jamie Clayton), Riley (Tuppence Middleton), Sun (Doona Bae), Wolfang (Max Riemelt) e Kala (Tina Desai) torna a fondersi e sovrapporsi. Ma in questa seconda stagione c’è anche molta più individualità, si percepisce il desiderio di dare una costruzione definitiva ai singoli personaggi oltre che al gruppo. Arrivano inoltre altri personaggi, tra cui l’italiana Valeria Bilello che troviamo in una veste (o meglio senza…) completamente diversa rispetto a quella cui siamo abituati a conoscerla. Ma le sei puntata di Sense8 viste finora proseguono con un continuo ampliare e restringere, si fanno piccoli passi avanti e poi ci si ferma di nuovo, in una girandola di nomi, volti e figure spesso lanciate nel vuoto e che si rivelano fondamentali per la trama. Questa seconda stagione appare così più frenetica rispetto alla prima, con molta più azione, quasi un tentativo di rispondere alla criticata lentezza della prima.
Sense8 è forse la serie più simbolica di Netflix, perchè unisce mondi e scenari diversi (16 città in 11 paesi) come la piattaforma di streaming che la ospita, perchè è coraggiosa e ambiziosa, con uno sguardo perennemente proiettato al futuro e all’impossibile che diventa possibile. Ma è anche una serie tv fortemente politica, nel senso pieno del termine, perchè mira a travalicare i muri, i confini umani ed insegna a sfidare se stessi e a superare i propri limiti. In un periodo storico in cui si guarda con diffidenza il diverso, in cui ci si tende a rinchiudere nei propri spazi, Sense8 è un inno alla diversità come parte della complessità umana, all’inclusione più che alla separazione, è un modo per ribellarsi a chi vuole porre un freno alla libertà di ciascuno.
In questa seconda stagione Sense8 si fa più matura, prova a limitare le scene ad uso e consumo dei video su youtube per ampliare la componente da thriller sci-fi e cercare di costruirsi il proprio futuro.