Fargo, su Sky Atlantic la terza stagione: due fratelli, un francobollo ed il dark humor di sempre
Su Sky Atlantic la terza stagione di Fargo, con al centro due fratelli in cattivi rapporti e che finiscono dentro strane situazioni che hanno a che fare con minacce ed omicidi
C’è il freddo, c’è il dark humor, e questa volta c’è anche un francobollo: nella terza stagione di Fargo, in onda da questa sera alle 21:15 su Sky Atlantic, si confermano tutti gli elementi che hanno fatto della serie tv antologica di Fx un successo, con l’aggiunta di un’interpretazione che fin dal primo episodio dà un tocco in più alla sceneggiatura di Noah Hawley, che in questa stagione è ambientata nel 2010, in Minnesota.
Ewan McGregor, infatti, interpreta due fratelli: Emmit e Ray Stussy. Il primo, facoltoso ed autoproclamatosi “il re dei parcheggi del Minnesota”, è un imprenditore sposato da anni con Stella (Linda Kash), a cui la vita sembra avere sorriso. Il secondo, invece, più giovane di qualche anno di lui, ha avuto in passato alcuni problemi economici, e lavora come agente di custodia.
Tra i due non scorre buon sangue: Ray accusa Stussy di averlo manipolato per dividere in modo non equo l’eredità lasciata dal padre: a lui, infatti, è andata una Corvette rossa di poco valore, mentre ad Emmis è restata una preziosa collezione di francobolli.
Stufo di dover assistere all’ascesa del fratello e di dover tirare a campare, Ray si decide: chiude aiuto ad uno dei criminali che ha in custodia per fare fuori il fratello. Ma qui entra in gioco l’ironia di Fargo, che permette alla serie di prendere direzioni inaspettate e di sfruttare al meglio il suo umorismo cinico. Per un’incomprensione, infatti, Ray finisce nel mezzo di un omicidio su cui deve indagare Gloria Burgle (Carrie Coon, The Leftovers), agente di Polizia separata e madre di Nathan (Graham Verchere).
Mentre Ray cerca di sviare le indagini aiutato dalla compagna Nikki Swango (Mary Elizabeth Winstead, Braindead), una delle criminali che ha in custodia, Emmit deve invece risolvere un altro problema: in città è infatti arrivato il misterioso V.M. Varga (David Thewlis), uomo d’affari ucraino al lavoro per una compagnia che, qualche anno prima, ha prestato al protagonista dei soldi, e che ora vuole entrare in affari con lui.
Fargo, sempre sotto la supervisione di Joel ed Ethan Coen, ancora produttori esecutivi, conferma tutte le carte vincenti delle prime due stagioni: l’ambientazione fredda, un racconto apparentemente vero e realistico, un fraintendimento da cui si scatenano tutti gli sviluppi successivi. A fare la differenza, quindi, più che la trama in sè è la scrittura dei personaggi, vero motore delle vicende che animano un contesto freddo in superficie ma bollente sotto le apparenze.
Sono proprio le varie parti in gioco ad offrire a Fargo la possibilità di reinventarsi con un racconto che non delude mai e che rinnova le proprie intenzioni narrative con uno stile moderno ed accattivante: un insieme di tessere che compongono un puzzle intricato ma che s’incastra benissimo con la volontà di Hawley di rendere Fargo un appuntamento che supera il mistero del thriller e che lascia al pubblico una collezione di personaggi incredibili.