Speechless, su Fox la serie tv che scherza senza buonismi sulla disabilità
Su Fox (canale 112 di Sky) Speechless, serie tv con al centro una famiglia che, pur di trovare le migliori condizioni per permettere al figlio maggiore e diversamente abile di crescere, si trasferisce in un nuovo quartiere ed assume un inserviente per facilitare la sua comunicazione
La Abc prosegue nel suo racconto delle famiglie americane anticonvenzionali, avendo capito che il genere piace, diverte e permette di far riflettere senza prendersi troppo sul serio. Speechless, in onda da questa sera alle 21:50 su Fox (canale 112 di Sky), rispetta tutte queste caratteristiche, rivelando una comedy che riesce davvero (e non come promettono tante altre serie tv) ad essere sincera e schietta su un tema difficile da trattare come la vita delle persone diversamente abili.
Protagonista è la famiglia Di Meo, la cui vita ruota principalmente intorno al figlio maggiore JJ (Micah Fowler), adolescente che è affetto da paralisi celebrale infantile, che gli impedisce di comunicare verbalmente. Per questo, JJ, su una sedia a rotelle, esprime le proprie opinioni (spesso non prive di sarcasmo ed ironia) tramite una tabella alfabetica su cui punta un laser per comporre le parole.
Sua madre Maya (Minnie Driver), per rendere la vita del figlio il più comoda possibile, è disposta a tutto, anche costringere la famiglia a numerosi traslochi pur di trovare la scuola ed il quartiere ideale per il figlio. Bagagli in mano, quindi, Maya, il marito Jimmy (John Ross Bowie, The Big Bang Theory), JJ ed i suoi fratelli, l’atletica e dura Dylan (Kyla Kenedy) ed il colto e sensibile Ray (Mason Cook) si trasferiscono in un nuovo quartiere, vicino ad una scuola che promette inclusività e zero barriere architettoniche.
Mentre Maya cerca di capire e di imporre alla scuola il suo punto di vista, JJ fa amicizia con l’inserviente Kenneth (Cedric Yarbrough), uomo ottimista e dalla voce squillante. Il ragazzo vuole che sia lui ad aiutarlo a comunicare con gli altri, facendolo di fatto diventare un membro della famiglia, non senza difficoltà di integrazione e situazioni che evidenziano tutte le stranezze dei Di Meo, legate a comportamenti volti a trascurare tutto ciò che per gli altri è importante ma a mettere sempre in primo piano il benessere dei figli.
Creata da Scott Silveri (produttore di Friends), Speechless riesce veramente a fornire uno sguardo diverso e sincero sulle difficoltà dei diversamente abili, senza cadere nella rischiosissima trappola del buonismo. La serie tv, complice la scrittura di personaggi cinici ma mai volgari o esageratamente cattivi, entra nel mondo delle famiglie con un componente non autosufficiente per raccontare al pubblico che, per quanto le differenze con gli altri nuclei familiari siano evidenti, non sono da compatire o da ritenere differenti in senso negativo.
A rendere “speciali” i Di Meo sono, piuttosto, le loro manie e le loro tradizioni, che nel corso delle puntate rivelano una famiglia disordinata, distratta ed a tratti disfunzionale che, però, sa assolutamente quello che fa e come prendersi cura l’uno dell’altro.
La Abc ha centrato il bersaglio con Speechless, offrendo al pubblico un nuovo show familiare che diverte, ironizza sul mondo dei diversamente abili e riesce, allo stesso tempo, a raccontare situazioni che altrove sarebbero finite con musiche strappalacrime e frasi fatte: situazioni che i Di Meo liquiderebbero scappandosene da un’altra parte.