Cbs, le accuse sulla scarsa presenza di protagoniste femminili e le ragioni della cancellazione di 2 Broke Girls: “Ragioni creative”
Il presidente della Cbs Les Moonves respinge le accuse secondo cui sul network ci siano poche donne nelle serie tv, mentre la responsabile dei palinsesti Kelly Kahl spiega le ragioni della cancellazione di 2 Broke Girls
Se l’anno scorso la Cbs era stata accusata di non aver ordinato nessuna nuova serie tv con protagonisti personaggi afroamericani, quest’anno il network ha dovuto difendersi dalle accuse secondo cui i protagonisti dei nuovi show siano tutti uomini. In effetti, a vedere i cast dei nuovi telefilm, spiccano soprattutto nomi maschili, come David Boreanaz (Seal Team), Jeremy Piven (Wisdom of the Crowd), Shemar Moore (S.W.A.T.), Alan Cumming (Instinct) e Mark Feuerstein (9JKL).
Accuse che, però, il presidente del network Les Moonves rimanda al mittente: “Credo che siamo a posto in termini di quantità di donne che sono dietro e davanti la telecamera”, ha detto, sottolineando anche che “sono più le donne che guardano il nostro network dal punto di vista percentuale che su qualsiasi altra rete, quindi le nostre serie tv hanno un sacco di appeal sulle donne”.
“Non credo che stiamo andando nella direzione sbagliata”, ha aggiunto, specificando che tutti i network del gruppo Cbs, tra cui The Cw e Showtime, danno grande spazio ai personaggi femminili. “Non credo che ci dobbiamo scusare per avere Madame Secretary o Lucy Liu (in Elementary, ndr), o The Good Wife (che però è finito l’anno scorso, ndr) e The Good Fight“, ha chiuso.
Però, a ben pensarci, una delle serie tv cancellate dal network aveva come protagoniste due donne: stiamo parlando di 2 Broke Girls, la cui cancellazione è dovuta, secondo la responsabile del palinsesto Kelly Kahl, più a ragioni creative che economiche:
“2 Broke Girls è stato un grande show per noi per molto tempo. Il nostro dipartimento comedy quest’anno ha lavorato bene e quando questo accade, mette molta pressione ai vecchi telefilm. Da un punto di vista creativo, abbiamo pensato che fosse il momento [di chiudere la serie] e dovevamo creare dello spazio in palinsesto per inserire i nuovi prodotti”.
Certo è che, però, ad influenzare la decisione ci sono stati anche gli alti costi raggiunti dallo show: produzione esterna (era della Warner Bros. Television), la Cbs ricavava pochi guadagni, oltre da doversi accollare i costi dei compensi del cast. “Credo che sia stata più una decisione creativa che altro”, ha ribadito la Kahl. “Non era uno show di nostra proprietà ma abbiamo ordinato delle serie (come Me, Myself & I e By The Book, ndr) che sono della Warner Bros.”
A proposito di serie storiche delle rete, Moonves si è augurato che The Big Bang Theory possa proseguire anche oltre la dodicesima stagione ed ha ammesso che, forse, Tutti amano Raymond, che è stato chiuso dopo 9 stagioni, sarebbe potuto ancora proseguire: “Vuoi chiudere quando sei al meglio, ma non vuoi neanche lasciare soldi sul tavolo”.
Infine, il presidente del network ha anche commentato il revival di American Idol sulla Abc, che era stato proposto anche alla Cbs: “Abbiamo studiato la situazione, molto seriamente”, ha spiegato, “ma i fattori economici non avevano senso per noi.”
[Via DeadlineHollywood]