Unbreakable Kimmy Schmidt 3, il crossover a sorpresa con (spoiler) e la teoria dei fan su Netflix
Nella terza stagione di Unbreakable Kimmy Schmidt compare un crossover con un’altra serie tv di Netflix, che alimenta la teoria secondo cui tutte le serie tv della piattaforma sono nello stesso universo
Unbreakable Kimmy Schmidt ormai ha abituato il pubblico a citazioni televisive del passato e del presente: un motivo in più per cui la serie tv di Netflix riesce a divertire ed a risultare originale e paradossale. Dopo il cameo di Joshua Jackson con riferimento a Dawson’s Creek nella seconda stagione, infatti, nella terza, i creatori dello show hanno deciso di puntare più in alto, con un crossover a sorpresa che andrebbe a confermare una delle teorie più curiose che circolano in rete.
-Attenzione: spoiler-
Nel quinto episodio della terza stagione, infatti, Kimmy (Ellie Kemper) aiuta l’Fbi nello smantellare la setta formata dalla sua ex compagna di prigionia Gretchen (Lauren Adams), che ha radunato un gruppo di ragazzi come adepti e che minaccia di far esplodere il complesso dove si trovano. La protagonista convince Gretchen a prendersi le responsabilità per le proprie azioni ed, una volta rientrato l’allarme, la giovane viene arrestata e portata in prigione. Non una prigione qualsiasi, ma quella di Litchfield, ovvero la location di Orange is The New Black, dove Gretchen incontra Black Cindy (Adrienne C. Moore).
Un crossover ironico, certo, ma che nella mente del co-creatore della serie Robert Carlock va ad alimentare le teorie secondo cui tutte le serie originali di Netflix sono ambientate nello stesso universo. “Abbiamo pensato che fosse divertente suggerire un’idea di questo tipo”, ha spiegato Carlock, che ha anche spiegato che dietro quest’idea ci sarebbero state delle ragioni economiche:
“Credo che per metà fosse uno scherzo e per metà un modo per risparmiare soldi. Ma alla fine è diventato semplicemente uno scherzo voluto da Tina [Fey, co-creatrice dello show, ndr]. Abbiamo pensato fosse divertente suggerire che i due telefilm vivessero nello stesso universo ed, ovviamente, siamo sempre in cerca di sinergie con Netflix. Abbiamo un sacco di idee con Le amiche di mamma“.
La creatrice di Orange is The New Black, Jenji Kohan, si è dimostrata subito d’accordo con l’idea:
“Le abbiamo mandato una mail ed abbiamo aggiunto che sarebbe stato bello avere un’attrice della sua serie nella scena. E’ stata molto disponibile a farci entrare nel suo mondo, che apprezziamo molto. Ci ha chiesto di fare in modo che questa scena fosse inserita nel passato [rispetto alla linea temporale di Orange is The New Black, ndr], cosa che per noi è stata chiaramente comprensibile. Non so se ci permetterà di fare un episodio su Gretchen in Orange is The New Black, ma ci piace l’idea di questi mondi che s’incrociano”.
L’autore ha anche parlato di ragioni economiche spiegando che, andando a girare in una location già costruita, la produzione avrebbe risparmiato:
“Beh, non so se sarebbe costato di più trovarci una nostra location, ma abbia pensato ‘Deve essere un posto che esiste già, dove poter andare e girare la scena senza dover costruire un set. Abbiamo girato le scene con Gretchen in un posto vicino al nostro set, mentre tutto ciò che lei vede al Litchfield arriva dal loro repertorio. Quindi abbiamo dovuto montare il tutto per far sembrare che fosse al Litchfield. Alla fine, l’idea di farla andare lì è diventata più complicata di quanto ci servisse, ma mi sento a mio agio a sapere che Gretchen si trova lì. Penso che starà bene”.
La scelta della Moore non è stata casuale:
“Avevamo lavorato con lei in 30 Rock (interpretava la capoufficio Shanice, ndr). Ovviamente, in quello show sono tutti di grande talento, ma ci ricordavamo quanto fosse divertente e ci piaceva l’idea di lavorare con qualcuno che considerassimo un’amica. E, secondo la teoria di cui abbiamo parlato, il personaggio che interpretava ora è in prigione”.
Ad ogni modo, Carlock è soddisfatto del risultato, certo che esperimenti di questo tipo piacciono sempre ai network o alle piattaforme:
“I network sono sempre contenti di avere una serie tv che ne promuove un’altra. Una volta, c’erano serate a tema. La Nbc fece una serata in cui tutti i suoi show ambientati a New York erano accomunati da un blackout, e Seinfeld non ne ha fatto parte. Quindi, sai che sono tecniche di promozione che al network piace, ma agli showrunner no, ma a noi piace tutto ciò che è più strano, intenso e divertente”.
Infine, osservando che nella scena un personaggio di nome Elaine comunica con il linguaggio dei segni che la Yakuza le ha tagliato la lingua, il pensiero va a Daredevil ed ad un possibile crossover: “Non ricordo chi ha avuto quella idea, ma se Daredevil è su Netflix allora, sì, assolutamente, grandioso!”.
[Via EntertainmentWeekly]