Striscia la notizia replica a Insinna: “Fa la vittima e si finge un perseguitato e diffamato”
“Insinna sostiene che Antonio Ricci ce l’avrebbe con lui perché conduceva un programma che andava in onda nel suo stesso orario. Striscia ha sempre avuto dei competitor, ma con nessuno c’è mai stato alcuno screzio, forse perché si è sempre trattato di brave persone”
Ieri, prima di farsi ospitare a Cartabianca, Flavio Insinna aveva rilasciato un’intervista al Corriere della Sera (a realizzarla Tommaso Labate, che nei giorni scorsi aveva difeso il conduttore sui social).
Striscia la notizia ha prontamente replicato – prima con una nota stampa, poi con un servizio trasmesso in puntata – alle dichiarazioni rilasciate dall’attore romano contestandogli “una serie di imprecisioni“:
Insinna polemizza con l’uso del termine “femminicidio”, ma evita di ammettere un fatto molto facilmente verificabile, basta andare a pagina 88 del suo libro Neanche un morso all’orecchio (Mondadori), dove si legge del suo odio per l’infermiera della terapia intensiva dov’è ricoverato il padre, e che lui minaccia, appunto, di femminicidio: «Brutta nana stronza… se provi a denunciarmi io domani torno e ti ammazzo con le mie mani». È stato lui a scrivere quelle parole e a confermarle in un’intervista, non qualche suo nemico.
Insinna sostiene che Antonio Ricci ce l’avrebbe con lui perché ha avuto «l’ardire di condurre un programma che andava in onda nel suo stesso orario». Non dice però che Striscia ha sempre avuto dei competitor, da Enzo Biagi a Simona Ventura, da Antonella Clerici a Fabrizio Frizzi, da Pupo a Max Giusti fino ad Amadeus, ma con nessuno c’è mai stato alcuno screzio, forse perché si è sempre trattato di brave persone.
Il bestemmiatore Insinna fa la vittima e si finge un perseguitato e un diffamato, ma la sentenza della prima sezione civile del tribunale di Roma del 6 febbraio 2015 stabilisce che «esclusa la natura diffamatoria delle trasmissioni informativo-satiriche di Striscia la notizia, la domanda risarcitoria per diffamazione, presentata dalla Rai per tale causale, deve essere totalmente rigettata nel merito e condanna sempre la Rai al pagamento delle spese processuali». La conferma che Striscia non ha mai diffamato Affari tuoi, ma si è limitata a fare quello che è il suo mestiere da 29 anni: mettere in luce i tarocchi, i taroccatori e i loro fiancheggiatori.
Una precedente sentenza del 14 ottobre 2013 emessa dal gup del tribunale di Roma aveva deliberato: «L’intero format di Affari tuoi aveva scelto tecniche procedurali e tecniche di controllo che non garantivano la dovuta trasparenza». Ciononostante, come risulta evidente dai fuori onda trasmessi da Striscia, Insinna spingeva per taroccare ulteriormente per qualche punto di share in più, eliminando “la scatola X” e modificando la selezione dei concorrenti: il conduttore chiedeva esplicitamente di ignorare il sorteggio (previsto dal regolamento) per scegliere concorrenti più “simpatici” («Hanno truccato le votazioni per fare la Repubblica, se no rivotavano la monarchia, e noi non possiamo mettere nella busta 5 simpatici?»). E Affari tuoi non era un giochetto, ma una trasmissione in cui si poteva arrivare a vincere anche 500.000 euro.
Striscia prosegue:
L’unica cosa vera detta da Insinna è che Striscia la notizia ha deciso di intervenire, anche se Affari tuoi ha chiuso, proprio per l’eco che ha avuto l’intervista a Carta Bianca, con cui il consumato attore dei pacchi ha sedotto giornalisti, politici e telespettatori. Del tutto falso, però, il suo stupore per l’esistenza di quei fuori onda che circolavano gratuitamente, di telefonino in telefonino, da un paio d’anni e che sono arrivati a Striscia presumibilmente dopo essere stati mandati invano alla Rai. Perché va ricordato che Insinna non è affatto solo, ma gode, e ha sempre goduto, della ferrea protezione fornita dai vertici di Viale Mazzini e da Endemol, tanto che era lui stesso a sfidare pubblico e maestranze in studio perché filmassero e scrivessero lettere di protesta ai vertici della Rai, tanto lui si sentiva le spalle totalmente coperte contro “quei sorci” che parlano dietro.
Si può aggiungere che l’esaltazione dell’uomo solo al comando, evidente nelle parole del conduttore, ha dimostrato di produrre molti più disastri che benefici. Nell’ultimo anno non si contano i flop di Flavio Insinna. È stato un fallimento Il grande match. Un disastro Dieci cose, il varietà del sabato sera di Raiuno ideato da Walter Veltroni, per non parlare di Dopo fiction. Inoltre, il nostro è stato protagonista di uno spot pubblicitario sull’acqua minerale fra i più brutti degli ultimi 20 anni (è stato sospeso, Ndr), ma soprattutto ha mandato in rovina Affari tuoi, tant’è che, dopo un anno di continue disfatte, la Rai ha dovuto sospenderlo.
Infine, il velenoso riferimento alla possibilità (poi smentita a Cartabianca) che Insinna scendi nell’agorà della politica:
Ci sarebbe da domandarsi come mai il Corriere della Sera non abbia ritenuto opportuno riproporre a Insinna quelle domande che il Gabibbo gli aveva posto due anni fa proprio dalle pagine del Corriere e che non hanno mai avuto risposta. Non vorremmo che ci fosse una qualche forma di malinteso rispetto nei confronti di Insinna da quando ha minacciato di entrare in politica, magari perché una persona doppia come lui si troverebbe perfettamente a suo agio in quel mondo.
E stasera è facilmente prevedibile che Striscia torni sul caso per commentare quanto dichiarato da Insinna alla Berlinguer.